Capitolo 13

14 0 0
                                    

Charlotte e il professore stavano pranzando in un ristorante di lusso, quando il cellulare di Charlotte squillò.
-Pronto Charlotte, dove sei? -
-Ciao mamma, sono in città con il professor Alighieri e stiamo pranzando insieme-
-Dove sei stata in questi giorni?-
-A casa del professore-
-Lo hai disturbato eh? !-
-No, anzi è felice di aver qualcuno con lui ogni tanto-
-Oh, che brav uomo, comunque a Natale ti vorrei qui con noi a pranzo, se vuole può venire anche il tuo professore, che dici ti va? -
-Sì, va bene, così potrete conoscerlo-
-Ok allora e non farmi stare più così in pensiero per te-
-Scusa mamma-
-Non preoccuparti, ma non farlo mai più-
Chiuse la telefonata e guardò negli occhi il professore e notò che i suoi occhi erano distratti, guardavano ovunque.
-Ti vedo preoccupato-
-Non sono preoccupato-
-Giardami negli occhi-
Lui fermò gli occhi sui suoi, la guardò, si allungò verso la sua bocca e la iniziò a baciare. Labbra contro labbra, sentivano i rispettivi cuori battere all' impazzata. I loro cuori comunicavano, si scambiavano palpiti d'amore.
-È ora che lei mi dica la verità, lei mi ama? -
-Sì-
Lei si spostò sul divanetto e gli si avvicinò, lo abbracciò e lo baciò, poi appoggiò la testa su una sua spalla mentre lui le accarezzava la testa. Pagarono il conto e tornarono in paese per andare alla mostra d'arte, poi cenarono e infine andarono a teatro. Una giornata passata tra arte, cucina, teatro e baci. Il professore si sedette in poltrona con Charlotte sulle gambe.
-Professore e se facessimo qualcosa di più che baciarsi e basta? -
-La tua richiesta è allettante, ma mi spiace finché non avrai finito la scuola non possiamo farlo-
-Ne è sicuro? Aspetti un attimo e poi ne riparliamo- andò in bagno senza dare spiegazioni, ne uscì in accappatoio, arrivò dietro al professore e gli mise le mani sugli occhi sussurrandoli nell' orecchio di girarsi. Lui si girò e aprì gli occhi.
-Un accappatoio, ne ho visti tanti-
Lei si levò l' accappatoio e rimase solo con le mutandine davanti a lui. Il professore rimase a bocca aperta, quei seni perfetti avrebbero fatto cedere chiunque alla lussuria anche il Papa in persona, quel corpo mozza fiato era lì e lei glielo donava in tutta la sua grazia e la sua purezza. La sua parte rozza e selvaggia stava per prendere il sopravvento, quando il professore si alzò, le si avvicinò, la ricoprì con l' accappatoio, la baciò sulla bocca e le sussurrò
-Non posso Charlotte, non ora-
-Quando allora?-
-Quando sarà il momento-
Era ancora stregato da quel corpo e sentiva la viglia di balzarle addosso come fa un leone con una gazzella. Sentiva la voglia e la bramosia salirli su per le vene ed arrivare al cervello, ma riuscì a controllarsi. Si aggiustò il farfallino e uscì per calmare i bollenti spiriti. Charlotte si rimise il reggiseno, una maglia del professore come pigiama e se ne andò a letto. Il professore rientrò verso la mezzanotte silenziosamente, andò a vedere Charlotte e vide che dormiva nel letto con Leone. Sentì che però lei era lì per lui, per donarsi a lui anima e corpo, ma il professore ricordò cos'era successo con la ragazza che aveva amato prima. Anche lei gli si concesse e lui accettò. La loro passione era così infuocata che durante l'atto carnale lei gli graffiò la schiena e lo morse sul collo. Fecero l'amore per tutta la notte, per tutta la casa. Erano un'anima sola in due corpi distinti che ora si univano con ogni membra, lui la strinse a sé e in mezzo a due seni perfetti sentì i loro cuori unirsi. La mattina dopo il vicino chiese cos'era stato tutto quel caos la notte precedente, loro si guardarono negli occhi e sorrisero. I ricordi di quella notte non riusciva a levarseli dalla mente, perché troppo belli, importanti e speciali per lui. Ora però stava guardando Charlotte che dormiva tranquillamente dopo il suo rifiuto, voleva avvicinarsi e averla, ma non ci riusciva. Tornò in salotto, si mise a leggere e si addormentò poco dopo.

Una famiglia per beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora