Capitolo 16

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-Charlotte ?!-
Nessuno rispose. La stanza era buia e non si sentiva nulla, se non il respiro del professore.
-Caspiterina, Charlotte dove sei? -
Niente. Il silenzio era l'unico interlocutore del professore e si stava seriamente preoccupando, la luce non ne voleva sapere di ripartire e andando alla cieca finì per sbattere contro il tavolino del salotto. Corse fuori da casa, prese a correre intorno alla casa, ma l'unica cosa che notò era che la porta finestra sul retro era aperta. Poi guardò meglio, una scia di sangue partiva dalla porta finestra e continuava oltre il muretto posteriore del giardino.
-Charlotte !-
Il professore seguì la scia che si interrompeva bruscamente sotto un albero. L'albero era spoglio e morto, silenzioso custodiva le ultime tracce della sua amata.
-No!- urlò a squarciagola il professore- non è possibile -. Nella sua testa le teorie più oscure e terribili si illuminano, forse era morta, forse era viva, ma le rimaneva poco tempo e dov'era finito il suo cane? Forse il sangue era suo perché aveva difeso la ragazza.
-Non posso vivere di nuovo questo, ho già vissuto una volta la morte della ragazza che amavo, non permetterò al destino di ripetersi-

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