Digitai ancora una volta il suo numero, pregando che rispondesse e mi buttai sul divano a peso morto, mentre mi mordevo le unghie.
"Su, rispondi..."
Niente. Partì la segreteria telefonica. Così decisi di lasciargli un messaggio.
"Luke, perché non rispondi alle mie chiamate e ai miei messaggi? È da un mese e mezzo che non ti vedo. È successo qualcosa di grave alla tua famiglia? Non voglio ficcare il naso nei tuoi affari, ma voglio solo sapere cosa c'è che non va" sospirai, preoccupata.
"Se invece ha a che fare con me, be', non so cosa possa essere, ma in ogni caso possiamo risolvere. Per favore, Luke." Trattenni a stento quel mi manchi che stava per lasciare le mie labbra e agganciai.
Era da tanto tempo che Luke non si faceva sentire tramite messaggio o andava al parco con Tiffany, o almeno, quando ci andavo io.
Questo mi portò a una serie infinita di dubbi: che avesse scoperto la verità? No, non poteva essere, non conosceva nessuno che potesse sapere la mia vera storia. E allora cos'era successo? Sbuffai, lanciando malamente il cellulare sul tavolino da caffè davanti a me e chiudendo gli occhi.
Ad un tratto sentii qualcuno salire sulle mie gambe e ridacchiare. Sbirciai con un occhio chi potesse essere - anche se era ovvio che fosse Noah - e mi finsi improvvisamente morta, con tanto di lingua fuori dalla bocca.
"Mamma? Mamma, sei viva?" disse mio figlio, scuotendomi.
"Zio Mike, mamma è morta" continuò il piccolo, con un tono preoccupato.
Sentii Michael ridere e i suoi passi dirigersi lontani dal salotto, per tornare dopo poco e bisbigliare qualcosa a Noah.
All'improvviso sentii qualcosa di freddo sulla maglia e d'istinto aprii gli occhi e mi misi a sedere, gridando.
"Chi è stato a bagnarmi così? Vi faccio morti entrambi" minacciai, guardando la mia maglietta fradicia d'acqua.
Osservai bene il mio migliore amico e mio figlio mentre ridevano senza controllo. Mi alzai in piedi e presi Noah in braccio lo buttai come un sacco di patate sul divano.
"Chi è che fa gli scherzi alla mamma, uh? Tu? Adesso te la faccio pagare!" risi facendogli il solletico mentre il piccoletto si dimenava.
Dopo poco, grazie alle suppliche di Noah, mi arresi e notai sulla soglia del salotto non solo Michael osservare divertito la scena, ma anche Ashton, che si mordeva il labbro.
"Oh, ciao Ash" sorrisi, avvicinandomi a lui per lasciargli un bacio a stampo.
"Ciao Meg" sussurrò, sorridendomi.
"Ehm... Mi vado a cambiare la maglia, dato che due pesti mi hanno rovesciato addosso dell'acqua." Salii le scale e mi diressi in camera mia, rovistando nell'armadio per trovare una maglietta pulita e soprattutto asciutta. Mi sfilai quella bagnata e mentre raggiungevo con una mano la maglietta che dovevo indossare sentii due labbra calde poggiarsi sulla mia spalla nuda.
"Ashton, che ci fai qui?" chiesi, sorpresa.
"Sono il tuo ragazzo, non posso stare qui?" domandò con aria innocente.
"No, Ash, non puoi stare qui, smamma ora."
"Ma..."
"Niente repliche. Fila in cucina" ordinai, ma lui sembrò non demordere. Invece, mi prese per i fianchi e mi girò, baciandomi improvvisamente. Io non seppi resistere e ricambiai il bacio, che purtroppo divento molto di più in troppo poco tempo.
Ashton mi stava strigendo possessivamente, quasi con violenza non ricordandosi dei mostri del mio passato. O meglio, del mostro.
Le sue mani mi ricordarono di come quel viscido essere mi toccava e di come voleva possedermi a tutti i costi.
La testa iniziò a girarmi facendomi staccare da Ashton. Mi infilai la maglietta velocemente e scesi in salotto. Notai una chioma mora seduta sul divano e quando mi avvicinai riconobbi Calum.
"Ciao Megan, come va?" sorrise.
Cercai di dipengermi sul volto un sorriso e lo salutai a mia volta, sedendomi vicino a lui ed abbracciandolo. Poi mi staccai dalle sue braccia e mi sedetti composta e vidi una massa di capelli castani uscire dalla porta della cucina.
"Ciao."
"Ciao, Victoria" sorrisi.
Poi, un lampo mi attraversò la mente.
"Victoria, ho bisogno di te. Vieni" la presi per mano e la trascinai fuori casa, sbattendo la porta dietro di me e lasciando probabilmente perplessi i presenti, proprio mentre Ashton stava scendendo le scale per chiedermi cosa fosse successo.
"Megan, tutto okay? Ti vedo turbata."
"No, niente va bene" tirai su col naso, qualche vecchio ricordo stava ancora occupando la mia mente e mi pentii di aver abbracciato Calum, data la pelle d'oca che mi aveva causato la sua stretta. Ogni volta che i ricordi riaffioravano dovevo cercare di stare alla larga da ogni tipo di contatto con qualsiasi persona di sesso maschile. Tutto questo per colpa di quella vecchia sera.
"Non voglio parlarne ora, comunque. Hai novità su tuo cugino Luke?" chiesi, cercando di ricacciare indietro le lacrime che stavano per scappare contro la mia volontà.
"Luke sta bene, più o meno. Perché me lo chiedi? Se è okay domandartelo."
"Volevo chiedertelo perché è da un mese e mezzo che non ci sentiamo. Ma non a causa di contrattempi, ma per colpa di Luke. Non mi risponde ai messaggi, alle mie chiamate e non si è fatto più vedere al parchetto insieme a sua nipote. Tutto quello che voglio sapere è se va tutto bene nella sua famiglia, fargli sapere che io sono disponibile ad ascoltarlo, niente di più. Ma lui non si fa vivo e comincio a pensare che sia successo qualcosa che abbia a che fare con me. Vicky, devi essere sincera con me ora: sai qualcosa?"
"N-no, cioè, forse" balbettò.
"Ho una proposta da farti: andiamo da lui" continuò.
Questa volta fu lei ad afferrarmi per il braccio e incominciammo a camminare a passo spedito, diretti verso la nostra meta, che presumevo fosse la casa dove abitava Luke.
Dopo poco arrivammo e Victoria bussò decisa alla porta. La aprì un uomo molto simile al biondo, quindi pensai subito fosse suo fratello.
"Oh, ciao Vicky... Ma tu non eri con il tuo ragazzo?" chiese perplesso.
"Sì, ma ora ho questioni più importanti da risolvere" spiegò sbrigativa lei.
"Okay. Cerchi qualcuno?"
"Tuo fratello Luke, per favore"
Il ragazzo annuì, ci salutò con un cenno della mano e andò a chiamare il fratello.
Dopo qualche secondo la porta si aprì di nuovo e davanti a me apparì Luke, più bello che mai. Il leggero strato di barba gli dava un'aria più matura, ma allo stesso tempo trasandata, come se aveva dovuto fare una scelta difficile che lo aveva distrutto.
"Victoria? Perché se-" si bloccò a metà frase, quando mi vide.
"No" chiuse velocemente la porta ma io, presa da un improvviso picco di coraggio, la fermai a metà del suo percorso.
"No lo dico io, Luke. Spiegami perché non rispondi più ai miei messaggi. Cosa ti ho fatto? Avevamo instaurato un rapporto così bello, cosa è successo? Se c'entro io dimmelo, non farti problemi, preferisco la sincerità" dissi d'un fiato, mentre mi avvicinavo al suo viso.
"Non c'entri niente, tu" bisbigliò, insicuro.
Sentii le mani prudermi e cercai di trattenermi dal non prenderlo a schiaffi.
"Quindi io non ho fatto nulla? Allora spiegami un po' perché non ti fai vivo da più di un mese senza una motivazione valida."
"Non sono affari tuoi, ora vattene per favore" disse freddo, fissando i suoi occhi nei miei. Ora non erano di quell'azzurro rassicurante, ma di un azzurro che sembrava dolore misto a rabbia.
"Io non me ne vado. Prima spiegami il motivo del tuo improvviso odio verso di me. Detesto litigare con le persone, ma se è quello che devo fare per ottenere spiegazioni, allora lo farò" dissi determinata ad avere risposte.
"Vuoi sapere la verità? Bene" si avvicinò pericolosamente a me, mentre io cominciavo a tremare, ritornando allo stato di shock di poco prima.
"Sai perché è da un mese e mezzo che ti evito? Perché tuo fratello Noah mi ha detto che stai insieme ad un ragazzo, Ashton, se non mi sbaglio."
"E allora?" chiesi confusa, indietreggiando.
"Potevi dirmelo prima, ecco cosa. Se sapevo che interessava qualcun altro non ti avrei nemmeno invitato quella volta in quel locale e non saresti scappata via!"
"Io te l'ho detto quel giorno in macchina che lui era un tasto dolente, dannazione!" esclamai.
D'un tratto capii.
"Ma, fammi capire, tu sei arrabbiato con me perché tu non puoi più provarci con me? Per questo?"
"Ma cosa stai dicendo? Ovvio che no! Fammi un piacere: ritorna a fare la fidanzatina perfetta con il tuo Ashton" detto questo Luke chiuse la porta con violenza senza salutarmi.
Iniziai a sentire gli occhi inumidirsi e completamente furiosa con il biondo, urlai contro il legno dell'ingresso:"Tu non sai la mia storia!"MUKE AF
Benebenebene, ho aggiornato prima del previsto... Strano ma vero. Urrà.
Allora, in questo capitolo abbiamo un Ashton molto focoso mmhh, ma Megan, a causa del suo passato si spaventa e bye bye smut eheh.
Stasera ragazze sono un po' fuori di testa, accettatemi così.
Inoltre, abbiamo un Luke che non ne vuole sapere niente di Meg e nega tutto ma noi sappiamo in parte la verità grazie al suo POV del capitolo precedente✊
Passando a me, devo raccontarvi una cosa (sì, sono le 00:01 e io sto blaterando, abbiate pazienza): oggi mi stavo lamentando ad alta voce perché non riuscivo a trovare un'idea decente per una possibile nuova copertina di questa fan fiction, ad un certo punto arriva mia mamma e fa:"Ma ti serve una copertina perché stai scrivendo una fan fiction?" e io le rispondo:"No, le tengo, le faccio perché ho voglia di farle" e lei:"Cosa le tieni a fare?" io in risposta ho borbottato qualcosa.
Ma quello che mi chiedo io è COME FACCIA LEI A SAPERE DELLE COPERTINE. Cioè, sa che esistono le ff, ma come fa a sapere che su Wattpad servano delle copertine io proprio non lo so. Ragazze ho paura.
Vabbe', vi lascio, ho fatto uno spazio autrice chilometrico.
GRAZIE PER I 40K, appena raggiunti tra l'altro lolVI VOGLIO BENE.
Seguitemi su Twitter: @NukeEyes e scrivetemi e fangirlate con me e ditemi che leggete la mia ff e tante altre belle cose, susu
Passate anche da True Colors la mia nuova ff che continuerò più avanti.
Ciao ciao♡
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Daddy ⇝ l.h.
Fanfiction❝ Piccoletto, senti: non mi devi chiamare mamma[...]. Mi devi chiamare Megan. Però non devi dirlo a nessuno. Va bene?❞ - NOT DADDY KINK - *MOMENTANEAMENTE SOSPESA* © Directionina #238 in Fanfiction il 18/01/2015