Capitolo 10

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Era da tutta la serata che non mi parlavano. Ashton e Michael non mi parlavano. Invece Noah non faceva altro che stare appiccicato al mio migliore amico, guardandomi ogni tanto con uno sguardo dispiaciuto ma allo stesso tempo quasi terrorizzato; erano poche le volte che lo sgridavo, probabilmente lo avevo spaventato sul serio. Mi sentivo orribile. Come può una mamma incutere così tanta paura al proprio figlio? Ero davvero una pessima madre.


Ma, in verità, la cosa che mi dava più sui nervi era il fatto che Michael non lasciava andare Noah, non cercava di farlo parlare con me. Avevo combinato un casino enorme. Abominevole.

Andai a letto per ultima, avendo la speranza che o Michael o Ashton cercassero di chiarire. Ma niente. A quanto pare a loro importava più del mio bambino.

La mattina dopo, stufa, vedendoli tutti intenti a fare colazione, mi avvicinai a Michael.

"Per favore, possiamo risolvere le cose?" chiesi, facendo suonare la frase quasi come una supplica.

Michael non mi rispose, semplicemente sussurrò qualcosa all'orecchio a Noah e lo lasciò a terra. Ashton nel frattempo era andato verso il soggiorno, con una smorfia di disgusto che non mi era nuova.

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Chiusi l'armadietto e mi ci poggiai sopra, la schiena contro il metallo freddo. Non era facile avere un pancione di otto mesi e cercare di proseguire gli studi scolastici, affatto.

Chiusi gli occhi e li aprii, davanti a me la gente passava per il corridoio e mi guardava. Chi con un sorriso in volto, chi compassionevole, chi triste, chi altezzoso, chi disgustato.

Infatti, immancabilmente, Calum Hood - nonché mio fratellastro - mi guardava come se fossi stata una sgualdrina.

Avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, ma da quella sera non ne ha voluto più saperne. 

"Ehy! Meg!" mi girai di lato, e vidi Michael vicino a me. Mi abbracciò e mi diede un bacio su una guancia, che io ricambiai a stento. Lo sguardo di Calum mi bruciava sulla pelle; faceva male sapere che un tuo parente provava disprezzo nei tuoi confronti. Michael sembrò capire subito.

"Ci risiamo. Megan, non interessarti a Calum, se è una testa di cazzo non è colpa nostra. Forza, andiamo a lezione." mi prese per mano e andammo insieme nell'aula di chimica. Si prospettava una dura ora. Solo quando entrai notai un ciuffo biondo in ultima fila che stava fissando la mia pancia.

Ci risiamo, pensai.

Scossi la testa e mi sedetti vicino a Michael, pronta ad un nuova lezione.

-

Spalancai gli occhi a quel ricordo. Un ciuffo biondo. Che possa essere stato Luke quel ragazzo? Ma perché non mi ricordo di lui? E perché lui non mi ha detto niente? Possibile che nessuno si ricordi?

Mi resi conto che ero ancora impalata vicino al mio migliore amico e a Noah, che mi tendeva di poco la sua piccola mano. Gliela afferrai e andai in camera mia, volevo chiarire almeno con mio figlio.

"Noah, vieni, siediti. Mamma ha bisogno di parlare con te." gli accarezzai una guancia e lo feci accomodare sul letto; lui mi guardava ancora poco sicuro.

"Allora, ascoltami. Mamma non voleva arrabbiarsi così tanto con te, okay? Ti chiedo scusa, piccolo mio, davvero, non so cosa mi sia preso." anche se in realtà sapevo cosa mi era successo.

Non volevo che Luke scoprisse che ero già mamma, temevo che lui avesse potuto abbandonarmi. E non volevo. Era un ragazzo così per bene. Eppure, dicendo così, ammettevo che provavo qualcosa per lui, di più del semplice piacere. Ma no. Non volevo innamorarmi di nessuno, avrei portato solo guai e un bambino da accudire. Non potevo rovinare la vita di qualcuno così. No. Assolutamente no. Me lo meritavo quello che mi era successo. Sono stata troppo timida in passato, e se non si hanno gli artigli, si rimane feriti da quelli degli altri. Esattamente quello che mi era capitato.

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