Sentii un leggero solletico sulla guancia, così aprii gli occhi. Seduto sul mio letto c'era Ashton, che arrossì leggermente accorgendosi che mi ero svegliata.
"Buongiorno bella mammina." ridacchiò. Questa volta fui io ad arrossire. Mannaggia ad Ashton e a tutti i suoi complimenti.
"Buongiorno Ash." sorrisi, schioccandoli un bacio su una guancia, lui mi abbracciò, strapazzandomi come se fossi un peluche mentre rideva felice.
"Ashton! Smettila, ti prego!" risi anch'io, tentando di scappare dalla sua stretta.
Lui mi lasciò andare e si sedette sul letto di Noah, ancora addormentato.
"Piccolo... Sveglia." lo scosse leggermente, passandogli una mano tra i capelli castani.
"Mh... Mamma?" mormorò, stringendo la vita al ragazzo moro.
"Sono zio Ash, mamma è qui, si è appena svegliata anche lei." disse lui, accarezzando la fronte al piccolo.
Noah si sedette sul letto, andando poi in braccio ad Ashton, che sorrise intenerito.
"Quanto è adorabile." sussurrò, alzandosi dal letto e dirigendosi in cucina, mentre lo stringeva tra le sue braccia. Sorrisi. Ashton amava così tanto prendersi cura di Noah che sembrava quasi impossibile da credere. Sarebbe stato un padre perfetto in futuro.
Scendemmo in cucina e trovammo Michael già impegnato a mangiare una grande tazza di latte e cereali.
"'Giorno." borbottò, troppo assonnato per parlare.
"Ben svegliato Mikey." gli baciai una guancia. Era troppo tenero di mattina: i capelli arruffatti gli ricadevano sulla fronte, gli occhi incredibilmente verdi lucidi dal sonno, la testa china sulla sua tazza.
Ridacchiai scuotendo la testa e iniziai a preparare la colazione per Noah.
"So che mi stavi squadrando." borbottò Michael. Io non potei fare a meno che ridere fragorosamente.
-
Erano più o meno le due del pomeriggio, quando qualcuno suonò alla porta.
"Vado io." disse Michael, ora ben sveglio.
Dopo poco tornò in soggiorno, sul suo volto erano dipinti un misto di imbarazzo e rabbia.
"È per te, Meg." sussurrò lui.
Io, perplessa, mi alzai dal divano dov'ero seduta insieme a Michael, Ashton e Noah e andai verso la porta. La aprii e ci trovai Calum.
"Ancora tu."
"Senti, davvero, ti devo parlare." iniziò, ma prima che potesse fare altro gli chiusi la porta in faccia. Lui la aprì e mi prese per il polso, trascinandomi di fuori.
"Cretino lasciami!" urlai, ma lui strinse la presa.
"No! Non ti lascio! Lasciami spiegare e poi torna a farti quei due davanti a tuo figlio!" a quelle parole non ci vidi più dalla rabbia.
"Ma cosa ti salta in mente! Sono miei amici, non ci vado a letto con loro!" gridai più forte, tirandogli uno schiaffo.
Scivolai dalla sua presa e tornai in casa, piangendo per l'ennesima volta. Sentii Calum dire un "vaffanculo" mentre entravo ma cercai di ignorarlo.
Mi appoggiai alla porta e continuai a singhiozzare.
"Ehi... Cos'hai?" si avvicinò Ashton.
Probabilmente aveva sentito i miei singhiozzi.
"Niente..." lo cacciai via con la mano, ora non ero dell'umore adatto per le attenzioni di Ashton e l'unica soluzione per stare da sola era andare al parco.
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Daddy ⇝ l.h.
Fanfiction❝ Piccoletto, senti: non mi devi chiamare mamma[...]. Mi devi chiamare Megan. Però non devi dirlo a nessuno. Va bene?❞ - NOT DADDY KINK - *MOMENTANEAMENTE SOSPESA* © Directionina #238 in Fanfiction il 18/01/2015