A Reason To Love (Camren) [Traduzione Italiana]

Capitolo 12

Camila camminò dentro una casa stranamente calma e attentamente appoggiò la sua borsa sul pavimento. Il corridoio era vuoto e non sentiva i soliti strilli acuti della bambina o il tono calmo di sua moglie usato per calmarla. Normalmente, Lauren e Brooklyn facevano una gara per vedere chi delle due sarebbe arrivata prima da lei. Decise di chiamare sua moglie perché ci doveva essere un motivo sul perché la casa fosse riempita con il silenzio. La macchina di Lauren era sul viale, escludendo l'idea che forse erano andate via.

La cucina era vuota, oltre alcune crocchette di pollo congelate sui fornelli, gettate a casaccio su un vassoio. Camila guardò verso un pezzo di carta sul tavolo. Lo studiò per qualche momento, cercando di capire cosa significasse quella figura. Avrebbe chiesto più tardi, ma determinò che c'erano buone possibilità che quello fosse il disegno di un gatto.

Guardò dietro ogni porta e controllò ogni stanza del piano di sotto prima di salire al piano superiore. Se loro stavano giocando con lei, quello era un gioco veramente ammirevole di nascondino. Impedire a un bambino di 3 anni di fare rumore da solo meritava proprio un prestigioso premio.

Camila sentì tutto il suo corpo rilassarsi quando camminò attraverso la porta della loro camera da letto e vide le due sdraiate nel letto. Aggrappate l'un l'altra dormivano pacificamente. Non era necessariamente l'ora del riposino, ma Camila poté apprezzare l'importanza di un buon riposino, così si tolse le scarpe e si infilò nel letto affianco alla moglie. Appoggiò la testa nell'incavo del collo esposto di Lauren e allacciò le braccia intorno al suo busto. Fu quando la sua mano sfiorò contro qualcosa che si accorse che c'era qualcosa in mezzo a Lauren e Brooklyn nel letto.

Si tirò su per un gomito e guardò giù verso i misteriosi oggetti. C'erano parecchie fotografie che erano disseminate tra le due. Camila le prese per dare loro un ulteriore ispezione. Avevano una sola cosa in comune...la bambina. Lei sapeva riconoscere quei occhi blu ovunque. Come faceva Lauren ad avere le foto di Brooklyn? Le foto variavano da quando era neonata fino a quando arrivò sul loro gradino di casa. Il cuore di Camila si rattristò al ricordo di una molto più sporca e più riservata bambina che loro avevano imparato ad amare nel corso delle passate settimane.

Lauren incominciò a muoversi e una volta dopo averli aperti, i suoi occhi caddero su Camila la quale stava studiando le foto. "Hey" disse con tono assonnato. "Così, immagino tu stia guardando le foto che qualcuno ha lasciato oggi." Camila alzò un sopracciglio.

"Così non hai visto chi è stato?" Lauren scosse la testa.

"Appena sono andata alla porta ho guardato attraverso lo spioncino e non c'era nulla. Ho aperto la porta e ho trovato queste tenute insieme da una corda. C'era un piccolo messaggio che diceva, Voglio che voi abbiate queste."

Lauren consegnò il messaggio a Camila. Era scritto su un pezzo strappato di carta, strappato un po' come se avesse passato la maggior parte del tempo nella tasca di qualcuno. "Allora, Credi che sia sua mamma?" chiese Camila cercando gli occhi di sua moglie.

"Non ne ho idea. Sembrerebbe così, ma non si può mai sapere. Quando è venuta da noi, non aveva nulla con lei. Non abbiamo nulla per confrontarlo. Potremmo portare il messaggio alla stazione di polizia, ma non sono sicura di quello che potrebbero fare. Adesso, sembrerebbe essere un regalo e sembrano non esserci intenti maligni." Lauren prese alcune foto da Camila e le guardò di nuovo. "Solo, è così strano, Camz. La sua intera vita, nelle foto, proprio adesso sotto i nostri occhi. Non avrei mai pensato che avessimo avuto la possibilità di avere un assaggio del suo passato come questo."

Camila annuì, "Questo mi fa venir voglia di sapere di più. Se la persona che ha voluto che noi avessimo queste foto sa qualche altra cosa riguardo il passato di Brooklyn, vorrei avere veramente una conversazione con questa persona. Infatti, spero che torni. E spero che questa volta saremo in grado di vederla."