Capitolo 24

4.9K 245 4
                                    

"Salve, cerco Abby Miller. È in questa stanza?" Camila aspettò che la ragazza controllasse i documenti per cercare che rispondesse alla sua domanda. Dopo che finì di scrivere quello che stava scrivendo, l'infermiera sorrise a Camila e annuì con la sua testa.

"Sì, questa è la stanza di Abby Miller. Sei un membro della sua famiglia?" domandò. Il viso di Camila arrossì quando si rese conto che non sapeva nemmeno se Abby avesse il permesso di ricevere un visitatore.

"No, voglio dire, sua figlia, io...umm...no. Sono la sua vecchia insegnante e mi piacerebbe davvero avere la possibilità di vederla. Anche solo per qualche minuto."

L'infermiera assottigliò lo sguardo, cercando di capire se Camila stesse effettivamente dicendo la realtà. "Beh, non dovrebbe avere molti visitatori, ma da quando lei è la sua vecchia insegnante potrà capire che non può farle visita per molto tempo. Ha bisogno di riposare."

Camila annuì con la sua testa all'infermiera e le fece un grande sorriso dopo che le indicò la direzione per la stanza di Abby. Fece un respiro profondo, cercando di pensare a che cosa avrebbe dovuto dire una volta entrata. Infatti, non aveva riflettuto molto su quello che stava per fare con Abby, si sentì solo in dovere di farle visita. Spazzolò via alcuni peli dalla camicetta e aprì la porta.

Lì era seduta Abby, ancora più fragile della volta di quando aveva visitato la loro casa. Era vestita con la veste standard dell'ospedale, ma ricoperta con una vestaglia. Camila immagino che potesse avere freddo. Appena camminò dentro, Abby guardò verso la porta per ricercare la fonte del movimento. Sorrise debolmente quando vide Camila. Senza dire una parola, si sistemò nella sedia vicino al suo letto. Camila le diede una piccola occhiata e si andò a sedere al capezzale di Abby.

"Ciao Abby, come ti senti?" la salutò Camila, sedendosi.

"Abby mantenne lo stesso sorriso sul viso che aveva prima. "Sto bene. È una bella giornata," disse, anche se la sua voce era stanca. Camila smise di combattere contro la timidezza e si allungò per prendere la mano di Abby tra le sue. Sentiva il bisogno di piangere e di confortare la ragazza. Era così giovane ed era davvero tragico tutto quello che stava affrontando.

"Normalmente hai dei visitatori?" domandò Camila. Si ricordò che Abby era stata estraniata dalla sua famiglia e sperò più di ogni altra cosa che avessero risolto, così che non si sarebbero persi gli ultimi mesi di vita della loro figlia.

"Sì, i miei amici solitamente vengono a farmi visita in alcune parti del giorno e ogni tanto vengono anche i miei genitori" Camila si rilassò visibilmente quando sentì che anche i genitori di Abby presero parte alle visite.

"Sono davvero grata che tu e i tuoi genitori abbiate messo da parte le divergenze, Abby."

Abby annuì con la testa. "Quando ti ritrovi a pensare quanto sia breve la vita, non vale la pena tenere rancore, sai?" Camila annuì con la testa perché quella era la lezione che aveva definitivamente imparato negli anni passati. Quando sentì gli occhi di Abby puntati su di lei, realizzò che non le aveva detto lo scopo della sua visita. Ad essere onesti, non sapeva neanche lei quale fosse.

"Abby, sono venuta a trovarti perché volevo farti sapere che ci stiamo prendendo cura molto bene della tua bambina. Lei è la luce nella nostra vita e non ti abbiamo detto questo quando sei venuta a casa nostra l'ultima volta, ma quando è arrivata da noi, eravamo ad un brutto punto del nostro matrimonio. Abbiamo avuto qualche equivoco e detto così sembra una cosa davvero piccola rispetto a quello che sarebbe davvero potuto succedere. Non puoi davvero sapere quanto una cosa sia piccola finché non ti giri indietro a guardarla, il punto è, eravamo un casino."

Camila fece una pausa quando notò che Abby sussultò dal dolore e girò di poco il viso da lei. "Posso aiutarti?" chiese.

"No, sto bene adesso. Continua, ti prego." la esortò.

A Reason To Love (Camren) [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora