A Zeke

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Caro Zeke,

Ho parlato a lungo con tuo fratello, Uriah, e mi ha detto che tu e vostra madre avete fatto la scelta giusta, anche lui si sarebbe staccato dalle macchine perchè la trova una cosa assurda. Adesso lui è qui vicino a me, con gli occhi velati dalle lacrime, che mi sta dicendo cosa scriverti. Vuola sapere come sta vostra madre, non gli basta vederla dall'alto. Come a me non masta vedere da qui Tobias o Christina senza che voi mi vediate. Tu dirai "Be, almeno mi vedi" no, ti vedo ma non posso interagire con te... è una cosa orrenda. Uriah ha ripreso a sorridere appena ha visto Marlene, non fa più sorrisi sforzati. Appena mi ha visto è scoppiato a piangere dicendomi che non mi meritavo di morire. Neanche lui se lo meritava. Nessuno se lo merita. A volte penso che se lo avessi chiamato da me, quando era davanti al muro, si sarebbe salvato. Sarebbe con te. Ma lui mi dice di stare zitta e mi soprannonima "finocchietta", ancora! Dice "lo dicevano gli intrepidi" e poi scoppia a ridere seguito da me. Beh Zeke, abbiamo finito. È il periodo delle lettere per me e ogni volta piango. Manchi a Uriah, tanto.

Da Tris e la finocchietta di Uriah

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