TUTTO PER UNA CIOCCOLATA

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Un braccio le si strinse attorno alla vita. L'intenso profumo di limone la raggiunse, convincendola ad aprire gli occhi. Minerva sbatté le palpebre e socchiuse gli occhi, schermandosi dalla debole luce che filtrava dalla finestra. Si portò una mano alla fronte, premendo il dorso contro la pelle. La barba di Albus le solleticava l'incavo del collo. Allungò le braccia verso la testiera del letto, stiracchiandosi come un gatto e godendo della sensazione di rilassatezza che la pervase subito dopo. Si lasciò andare di nuovo mollemente sulle coltri, chiudendo gli occhi. I suoi capelli si allargavano come una chiazza d'inchiostro attorno al volto niveo e le morbide onde giacevano sul cuscino, pigramente abbandonate sulla stoffa. Le coperte erano adagiate sul un lato del letto, probabilmente le avevano scalciate via durante la notte, per trovare sollievo da quel soffocante caldo di giugno. La sottile camicia da notte in seta azzurra era attorcigliata attorno al suo corpo e le limitava i movimenti. Sentiva, su una spalla, il respiro dell'uomo sfiorarle regolarmente la pelle nuda. Il silenzio regnava e la tranquillità pervadeva la stanza. Minerva si strinse contro il corpo caldo di Albus, godendo del suo tepore. Sentiva il petto dell'uomo, premuto contro la sua schiena, alzarsi e abbassarsi ritmicamente. Si accoccolò ancora di più tra le sue braccia e Albus, in uno spasmo quasi involontario, strinse di più il braccio attorno alla sua vita, in una stretta possessiva. Si crogiolò in quel limbo fatto di pace e silenzio, alternando momenti di veglia e sonno. Alla fine decise di alzarsi. Si tirò su il più silenziosamente possibile, per non rischiare di svegliare l'amato, ma non riuscì nel suo intento: un braccio sembrava trattenuto da qualcosa, forse bloccato sotto il corpo dell'uomo che giaceva al suo fianco. Scarmigliata e spettinata guardò confusa Albus, che sembrava dormire ancora. Perplessa tentò nuovamente di alzarsi e nuovamente fu bloccata. Albus, perché in quel momento era sicura fosse lui, la tirò verso di se e aprì gli occhi. La donna rinunciò ad alzarsi e lo guardò scettica.

-Dovrei alzarmi, se non ti dispiace- Lui si portò sopra di lei e, puntando i gomiti ai lati del volto di Minerva, le sfiorò le labbra

-E se mi dispiacesse?- Non le diede il tempo di rispondere e le catturò le labbra in un bacio appassionato. Minerva sgranò gli occhi sorpresa, ma non si ritrasse. Affondò le dita tra i capelli candidi di Albus e rispose al bacio. L'uomo si staccò a malincuore dalle sue labbra e scese sul suo collo, lasciando dietro di se una scia infuocata di baci. Minerva lo costrinse a guardarla e gli puntò un dito contro, agitandolo da destra a sinistra

-Non mi tentare, Albus- Lui si avvicinò ancora alle sue labbra e disse in un soffio

-Mmm, perché, di grazia?- Lei iniziò a sgusciare fuori dalle braccia dell'uomo, corredando le sue azioni con un'affermazione seccata

-Ho lezione in prima ora e non ho intenzione di arrivare in ritardo- Si alzò, dirigendosi impettita verso l'armadio. L'uomo si
lasciò cadere tra le coltri, sconsolato

-Devo ricordarmi, quando stilerò l'orario dell'anno prossimo, di non mettere mai Trasfigurazione alla prima ora... in nessuna classe- Minerva aprì le ante e afferrò quasi alla cieca una tunica nera, corredata da una lunga sopravveste verde smeraldo.

-Oh, ma piantala, Albus- Lo prese in giro lei, arrancando fino in bagno. Riempì la tinozza di acqua tiepida e si tirò su i capelli disordinatamente, lasciando che alcuni boccoli corvini scivolassero fuori dalla crocchia. Si immerse e lasciò che il suo corpo si svegliasse lentamente. Uscì. Indossò la biancheria e la leggera sottoveste, il cui tessuto era talmente fino da risultare quasi trasparente e si sciacquò il viso con l'acqua gelida del catino appoggiato su un treppiede traballante. Si bagnò i polsi e, massaggiandoli, uscì dal bagno. Soffocò un'esclamazione di disappunto: era stata fuori dalla stanza nemmeno dieci minuti e Albus già si era riaddormentato. Si diresse a passo di marcia verso il grande letto a baldacchino, fissando con espressine feroce l'uomo che dormiva placidamente. Si chinò su di lui e lo scosse

Fanfictions Silente - MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora