stella polare

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Il Sole stava tramontando, e un altro giorno volgeva al termine, insieme all’instancabile movimento circolare dell’astro.

Sospirò, Albus Silente, mentre osservava il cielo tingersi di arancio e poi di viola e le prime stelle, timide, facevano capolino. Un altro giorno era scivolato via come acqua, senza lasciare alcun segno tangibile se non un flebile ricordo destinato a perdersi, sopraffatto da molti altri. Si sentiva solo, Albus. Privo di vita.

In quel momento si rese conto di quanto avesse bisogno di qualcuno che lo stringesse a sé per consolarlo, per alleviare le fatiche che il fardello affidatogli dall’intera comunità magica gli procurava. Ma non una persona qualunque, bensì la stessa di cui sognava ogni notte da tren’anni. Minerva, la sua- oh, quanto avrebbe voluto che fosse davvero sua- cara, dolce, fredda, scorbutica Minerva.

Sorrise, pensando alla donna. Lei era forte per davvero, era una certezza per i ragazzi, per i suoi colleghi. Per lui. Il desiderio di vederla crebbe in lui, fino a divetare una necessità.

“Potrei invitarla a fare una passeggiata, prima che la temperatura scenda troppo...”

Senza pensarci due volte afferrò il mantello e lasciò l’ufficio, diretto verso quello della collega. Attraversò i corridoi simedeserti della scuola quasi di corsa, come un bambino troppo eccitato e, non appena ebbe raggiunto la sua destinazione, aprì la porta senza bussare.

-Buona sera, mia cara!

Minerva, come era prevedibile, sedeva alla scrivania, immersa nel suo lavoro. Al sentire la voce allegra dell’amico, tuttavia, alzò il capo di scatto e lo accolse con un sorriso cordiale, di quelli che riservava solo a lui.

-Albus! Mi fa piacere vederti. Come posso aiutarti?

-Beh, sono venuto per proporti una passeggiata nel parco, prima di cena.

Lo sguardo della donna si illuminò, per poi oscurarsi, abbassandosi a guardare le montagne di fogli ammassati ai lati della scrivania.

-Ti ringrazio, Albus, ma come tu stesso puoi vedere sono oberata di lavoro e non posso permettermi alcuna distrazione... potremmo rinviare, che dici?

Sul viso dell’uomo si dipinse un’espressione delusa, ma questa fu presto sostituita da un’altra, molto maliziosa.

-Il tuo capo dev’essere uno sfruttarore, se ti costringe a lavorare fino a tardi in queste coondizioni. Hai mai pensato di lamentarti con lui?

-Albus, non dire sciocchezze! Sai bene anche tu che questi sono i compiti di cui mi sono fattavolontariamente a carico, perché dovrei lamentarmi? E comunque non credo che il mio datore di lavoro potrebbe fare qualcosa in merito... anche lui, da quanto mi risulta, ha moltissimo lavoro da fare.

-Ah sì? Sei sicura che non possa fare niente? Bene, per ordine del tuo datore di lavoro, nonché Preside di Hogwarts, per oggi non puoi più lavorare- lo disse sorridendo, visibilmente soddisfatto della sua trovata.

La professoressa McGranitt si limitò a un sospiro sconsolato: sapeva che era inutile discutere con Silente, quando lui si metteva in testa qualcosa. Aveva perso il controllo di sé troppe volte, in passato, e lui aveva sempre e comunque ottenuto ciò che voleva.

Appurando che la strega si era arresa, l’uomo trasfigurò una caramella al limone che conservava in tasca in un pesante mantello di stoffa scozzese e glielo porse. Minerva lo accettò con un sorrisetto, mentre un leggero rossore le imporporava le guance.

-Vogliamo andare?- chiese lui offrendole il braccio, fingendo di non aver notato la reazione dell’amica. Che significasse qualcosa?

I due camminarono in silenzio per qualche minuto, poi Silente si fermò di colpo e alzò il capo verso il firmamento. Ormai l’oscurità era completa, e le stelle brillavano su Hogwarts.

-Sai riconoscere qualche costellazione Minerva? Ricordo che quando eri una studentessa non amavi molto Astronomia...

-Certo che le so riconoscere! Il fatto che la materia non mi piacesse, non implica che non la studiassi con dedizione, come tutte le altre!

L’uomo le sorrise dolcemente, mentre un’immagine di Minerva a diciassette anni si sovrapponeva a quella attuale: erano cambiate tante cose, forse troppe, ma lei era ancora lì con lui, dopo tutti quegli anni. Era, in fin dei conti, un uomo fortunato.

-Non ne dubito, mia cara. Anche se ho il sospetto che tu abbia sempre avuto una certa predilezione per una certa materia di nostra conoscenza... o sbaglio?

Minerva arrossì leggermente e riprese a contemplare le stelle:-Oh, guarda! La Stella Polare splende proprio sopra la torre di Grifondoro!

-Che sia un segno di buon auspicio?- chiese lui, conoscendo il disprezzo che Minerva nutriva nei confronti della Divinazione. Rimase sorpreso, tuttavia, quando non ricevette alcuna risposta e si voltò verso la strega. La osservò per qualche secondo, finché anche lei non si girò verso di lui. Notando lo sguardo confuso della donna accanto a sé distolse il suo e disse:- Sai, vi assomigliate molto. Tu e la Stella Polare, intendo.

-Mi parogoni a una stella? Sei sicuro di stare bene, Albus?

-Certo che sto bene- stava sempre bene, con lei- stavo solo pensado che avete lo stesso carattere.

Vedendo che la donna si preparava a ribattere, la zittì con una lieve carezza sulla punta del naso e poi indicò la stella.

-La Stella Polare è l’unica che non cambia mai posizione. Chiunque si smarrisca non ha che da alzare il capo e cercarla con lo sguardo: lei indicherà sempre la via. Con te non è diverso: tutte le volte in cui mi sento perso, che non trovo più la forza per andare avanti, alzo il capo e ti trovo lì, sempre pronta a guidarmi. Sei sempre stata la mia Stella Polare, Minerva, e te ne sono grato.

La donna lo guardò con un’intensità sconvolgente, e con una mano accarezzò la guancia del mago.

-Albus...-le tremava leggermente la voce, ma l’uomo in questione parve non accorgersene- Albus, non mi devi ringraziare: ognuno di noi ha bisogno di certezze, nella vita. Sappi che ci sarò sempre, quando avrai bisogno di me, anche se non capisco cosa io abbia fatto in questi anni per diventare la tua “Stella Polare”...

Silente rispose dopo qualche secondo, lo sguardo ancora rivolto verso il cielo:-Esisti. Se tu non ci fossi io non avrei alcun motivo per continuare a lottare, per continuare a difendere i miei ideali... e anche per evitare di fare un’indigestione di caramelle, a dirla tutta. Quindi- disse fissando lo sguardo in quello della donna, che lo guardava commossa e stupita- ti prego, Minerva, promettimi che sarai sempre la mia Stella Polare.

Troppo colpita dalle parole dell’uomo per rispondere, la strega si limitò ad annuire lentamente. La sua mano, che fino a quel momento era rimasta sulla guancia dell’uomo, si inisnuò lentamente nei suoi capelli mentre i due si avvicinavano, i volti solcati da lacrime, per scambiarsi il bacio che avrebbe suggellato la loro promessa.

Fanfictions Silente - MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora