I RICORDI

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Albus Silente percorreva con lo sguardo lo squallido salone in cui negli ultimi tempi l'Ordine si riuniva. La vecchia dimora della famiglia Black, dopo anni di abbandono, era in condizioni pietose da tutti i punti di vista, e a ben poco potevano persino i tenaci tentativi della signora Weasley: in un modo o nell'altro Kreacher, il vecchio elfo domestico della madre di Sirius, riusciva sempre a vanificarli.

La situazione per cui Silente aveva tanto insistito a convocare quella riunione straordinaria era grave, e nonostante l'atteggiamento in apparenza sereno e imperturbabile che il vecchio mago ostentava la sua preoccupazione era grande. Quanto successo in Privet Drive era estremamente preoccupante, ma ancor più lo era stata l'azione - deprecabile ed ottusa - del Ministero della Magia... Tentare di togliere la bacchetta ad Harry solo per salvaguardare la politica del Ministero era stato a dir poco meschino, ma sottoporlo addirittura al giudizio del Wizengamot! Albus Silente era sul sentiero di guerra come forse non era mai stato prima.

« Eccoci, Preside. Scusi per il ritardo » Nonostante tutto Silente sorrise: Bill Weasley non avrebbe mai perso il vizio di chiamarlo così... E lui ormai aveva rinunciato a fargli cambiare idea. Molly non fece mancare un vassoio traboccante di panini, più o meno il numero che lei definiva "spuntino" ma che secondo qualunque persona con un giusto senso della misura sarebbe bastato a sfamare un reggimento.

Severus Piton fece il suo ingresso tra gli sguardi ostili di metà dei presenti e quelli incuranti dell'altra metà, e si sedette in disparte in attesa di cominciare ad esporre il proprio rapporto. Silente guardò l'austero insegnante di Pozioni con un po' di tristezza: tutti lo trattavano come un traditore, lo guardavano con sospetto nonostante il modo impeccabile con cui serviva l'Ordine e l'importanza fondamentale delle informazioni che otteneva sotto copertura... Lo rivide ragazzo, preso di mira e al tempo stesso evitato da tutti, dileggiato al punto da fargli preferire la prospettiva di unirsi all'essere più malvagio che il mondo avesse conosciuto.Povero Severus, ancora una volta solo.

L'unica che continuava ostinatamente a sedersi accanto a lui - e lo fece anche quel giorno, appena entrata - era Minerva McGranitt, che non avrebbe esitato a mettere nelle mani di Piton la propria vita solo per il fatto che Silente si fidava di lui.

La riunione fu lunga, e agitata più di una volta dagli antichi e mai sopiti rancori tra Severus Piton e Sirius Black che riemergevano con prepotenza ogni tre parole del rapporto sull'attività dei Mangiamorte. Tra litigi, incomprensioni, e interventi di puro equilibrismo di Lupin che cercava di impedire all'amico di mettere le mani addosso a Piton, l'Ordine della Fenice trascorse ore a discutere di strategie operative circa l'adesione o meno dei vari abitanti del mondo magico alla guerra contro Voldemort. I progressi sembravano irrilevanti, e Silente dovette impegnarsi a fondo per convincere gli altri membri che c'era comunque ragione di manifestare un cauto ottimismo... Ma vi riuscì soltanto quando assicurò all'uditorio che si sarebbe occupato personalmente dell'udienza di Harry.

E torno sui miei passi adesso sì
è inevitabile
Percorrerò a ritroso un viaggio che mi costa lacrime...*

« Resta qui, Minerva, ti prego » La donna si voltò stupita verso la voce che l'aveva chiamata, arrestandosi nell'atto di oltrepassare la soglia del salone. « Ti prego » Mormorò di nuovo Silente, e lei richiuse piano la porta. Gli occhi del vecchio mago erano stanchi, eppure la vivacità con cui la guardavano era così... Minerva McGranitt faticava a crederci, ma Silente la stava guardando come tanti anni prima aveva fatto al lontano Ballo del Ceppo al quale si erano conosciuti. Sbatté le palpebre istintivamente, quasi a svegliarsi da quel sogno ad occhi aperti: doveva essersi sbagliata, non era possibile. Senz'altro era uno scherzo della sua mente che tanto amava vagare fra i ricordi. Avrebbe voluto interrompere quell'imbarazzante silenzio, ma non riuscì a pensare a nulla di sensato e Silente sembrava incredibilmente a suo agio. Beato lui. Minerva restò in piedi, immobile e appoggiata alla porta, lo sguardo fisso sull'uomo dalla lunga barba argentea che lentamente si avvicinava a lei.

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