VANITÀ

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Quando Minerva fu arrivata al suo ufficio, aveva già gli occhi asciutti. Era una persona pratica, razionale. Decisamente non una da piangere per ore, anche se ammise che ogni tanto le sarebbe piaciuto lasciarsi andare...

Arrivata in presidenza, si sedette alla scrivania e cominciò a lavorare, come se niente fosse. Decisamente, preferiva il lavoro a tutta quella confusione.

"Sei tornata così presto, Minerva?" chiese il dipinto di Silente, sornione.

"Lo sai che non mi piacciono le feste, Albus." Ribattè lei, con calma apparente, rimanendo girata. Chissà se Silente aveva mantenuto la capacità di leggerle nel pensiero anche ora che era un quadro...

"Sì, lo so... almeno questa volta non eri in Sala Grande a leggere un libro, voglio sperare?" chiese lui con un occhiolino che lei non potè vedere e il tono divertito.

"Ovviamente no, Albus..." sorrise Minerva.

"Ti ricordi ancora di quel ballo, Minerva?" chiese lui, stupito.

"Intendi quello durante il quale hai ballato con più o meno tutte le ragazze di Grifondoro, Albus?" chiese lei allegra. Era strano, ma parlare con lui le dava sempre sollievo. Era incredibile di come riuscisse ancora a darle conforto, seppure fosse un quadro, ormai...

"Oh, andiamo, Minerva, non sarai gelosa, vero?" rise Albus, gli occhi azzurri che brillavano di una luce divertita.

Minerva si girò, la bacchetta in mano.

"Non pensare che solo perché sei un quadro puoi permetterti queste insinuazioni con me, Albus..." minacciò lei, il tono basso ma vagamente divertito. "Lo sai che non ho assolutamente problemi a trasfigurarti in un grazioso soprammobile..." sorrise ancora.

"Be', penso che l'ufficio sarebbe notevolmente più tranquillo..." rispose Silente, per nulla preoccupato.

"Pienamente d'accordo con te, Albus." Convenne lei. "Devo dunque dedurre che tu abbia piacere a trasformarti in un soprammobile?" chiese, con le sopracciglia inarcate.

"Per niente Minerva. So che non ti divertiresti più, senza di me..." rispose senza abbandonare il tono divertito.

La professoressa di Trasfigurazioni sbuffò.

"Mi divertirei almeno il doppio, Albus... " rise, sapendo ovviamente di non essere sincera.

"Cambiando argomento, sono stato giù in Sala Grande a fare un giretto, giusto per un attimo... Bel cavaliere, Minerva!" sorrise, riferendosi a Lumacorno.

"Sarebbe stato meglio ballare con un manico di scopa!" rispose Minerva, che nutriva ancora un certo risentimento nei confronti di Lumacorno.

Si sentì un bussare, e all'"avanti!" di Minerva McGranitt entrarono due persone.

"Augusta! Non dovresti essere a ballare? Horace..." accennò un piccolo inchino.

"Tu parli! Come mai sei scappata così?" chiese Lumacorno, fra il preoccupato e l'irritato.

"Ehm... ecco... avevo del lavoro in arretrato, sai com'è, e volevo finirlo entro oggi, solo che mi ero dimenticata..." tentò di spiegare Minerva.

"Sì, come no!" interruppe Horace. "Le stavo solo suggerendo di mettersi una collana, e improvvisamente scappa!" spiegò ad Augusta Paciock.

"Ah, Horace... mai dare consigli di bellezza ad una donna!" sospirò Augusta, traendo fuori d'impaccio Minerva. "In particolare non a Minerva, non si direbbe mai ma è una donna estremamente vanitosa.." aggiunse con un sorriso.

"Ehi!" replicò l'amica.

"Ah, capisco... inizio a capire molte cose di te, Minerva... dovresti lasciarti più andare, cara mia..." sorrise Lumacorno che aveva presto recuperato il buonumore.

"Non ci penso proprio" replicò Minerva, con il solito tono austero e severo.

"Be', noi torniamo giù a ballare, Horace, ti va?" chiese Augusta, ottenendo subito l'approvazione di Lumacorno, che aveva più voglia di divertirsi che di stare lì a parlare. "Se dopo ci vorrai raggiungere, sarai la benvenuta, Min..." aggiunse.

"No, penso che finirò il mio lavoro, qui..." sorrise Minerva.

"Ah... ho vinto la scommessa!" sentì la voce di Augusta urlare prima di scomparire giù di sotto.

"Non ci provare, io ho ballato!" replicò Minerva.

"Sì, ma io non ho scaricato il mio cavaliere!" così dicendo, tornò in Sala Grande, molto allegra. In effetti, era molto difficile vedere Augusta Paciock di malumore...

La professoressa sorrise. Doveva ricordarsi di ringraziarla per quel gesto.

Un risolino da dietro la distrasse.

"Ah, Minerva, Minerva... proprio una donna vanitosa..."

Un cuscino si materializzò all'interno del dipinto di Silente e lo colpì in pieno.

"Ti avevo avvertito, Albus..." sorrise Minerva. Dopotutto, la giornata non era andata poi così male...

Fanfictions Silente - MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora