The song of the Phoenix

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Dalla stupenda canzone di Gianna Nannini -Aria

La brezza leggera e tiepida le solleticava la pelle candida, piegata in lievi rughe sul suo viso.


I capelli scuri sfumati di grigio erano raccolti in una crocchia stretta, alcune sottili ciocche si erano ribellate al giogo a cui erano sottomesse e giacevano, inermi, lungo le guance scavate della donna.


L'esile corpo logorato dall'età era protetto da una spessa vestaglia a scacchi verdi che le risaltava gli occhi smeraldi persi nella contemplazione del panorama.


Le era sempre piaciuto osservare il sole sorgere all'alba dalla Torre di Astronomia. Le alture scure e affilate che circondavano Hogwarts si tingevano di luce, una colata d'oro scendeva calma fino a valle. Il lago risplendeva, cristallino, come un diamante grezzo. Pareva che persino gli alberi cercassero di allungarsi, per catturare uno luccichio dorato che potesse rischiarare l'oscurità delle foreste.

Sai, nascono così
fiabe che vorrei
dentro tutti i sogni miei.
E le racconterò
per volare in paradisi che non ho.
E non è facile restare senza più fate da rapire,
e non è facile giocare se tu manchi.

Non percepì immediatamente la sua presenza.


Lo tradì il respiro caldo sopra la sua spalla. Non si voltò a guardarlo, conosceva a memoria ogni particolare del suo viso, ogni suo movimento, quasi ogni suo pensiero.


Strinse tra le mani le sue braccia che giacevano lungo i fianchi, lei lo lasciò fare.


Il silenzio regnava sovrano, interrotto dai loro lievi respiri.


Una folata di vento caldo più violenta delle altre li travolse, sentì il suo diaframma sollevarsi mentre inspirava il suo profumo a fondo.

Aria come è dolce nell'aria
scivolare via dalla vita mia.
Aria respirami il silenzio,
non mi dire addio ma solleva il mondo.

Lentamente reclinò il capo, appoggiandolo sulla sua spalla.


Le sue lunghe dita si mossero piano; scorsero lungo il suo volto accarezzandole la guancia, per poi liberare i capelli ingrigiti dal tempo.


Le ciocche caddero leggere tra i loro corpi. Ne prese alcune e le attraversò con le dita, delicato e cortese.


Sul viso di lei si dipinse un sorriso appena accennato, che le fece increspare le gote in due fossette, unico ricordo dell'infanzia.

Sì, portami con te
tra misteri di angeli e sorrisi demoni.
E li trasformerò
in coriandoli di luce tenera.
E riuscirò sempre a fuggire dentro colori da scoprire,
e riuscirò a sentire ancora quella musica.

Respiravano in sincrono, il petto di lui scandiva il ritmo, lento e pacato.


Si scoprì a sfiorare la sua guancia sinistra con il dorso della mano. Si mosse leggera, come in una giravolta di valzer.

I loro sguardi s'incontrarono. Conosceva perfettamente quegli abissi celesti, ma ogni volta era come la prima. Pigmenti dal blu scuro all'argento si stringevano e si mescolavano tra loro, creando due zaffiri di incredibile sfumatura.


Le mani si avvicinarono gradualmente, le falangi si sfiorarono pacate, le dita si strinsero.

Aria come è dolce nell'aria
scivolare via dalla vita mia.
Aria respirami il silenzio,
non mi dire addio ma solleva il mondo.

Un'ombra di fuoco attraversò il cielo. Un uccello, grande e maestoso, volava nel cielo imporporato.


Le grandi ali erano decorate da lunghe e lucenti piume scarlatte che sfumavano verso l'aureo.


Si muovevano fendendo l'aria, che giungeva calda ai loro visi. L'animale levò il muso al cielo e iniziò a cantare. La melodia si diffuse nella valle, dolce e squillante come un tintinnio di campanelli d'argento.

Aria abbracciami.
Volerò, volerò, volerò, volerò.
Aria ritornerò nell'aria
che mi porta via dalla vita mia.
Aria mi lascerò nell'aria.

Il sole continuava a scalare il firmamento, perseverante e tenace. I primi raggi di sole tinsero il viso ad entrambi, illuminando gli occhi smeraldini della donna.


L'oro liquido scese lento lungo i ripidi fianchi dei pendii, mentre la fenice volteggiava tra le poche nuvole pallide.

Poggiò il viso sul suo petto, lasciandosi cullare da quel canto così meraviglioso.

Lui piegò il capo in sua direzione, trafiggendola con il suo sguardo di ghiaccio. Avrebbero potuto fermare il tempo e non sarebbe importato, erano entrambi prigionieri dello sguardo dell'altro. Cielo e terra, zaffiro e smeraldo.

Tuttavia nessuno dei due sapeva che, a distanza di pochi mesi, i loro destini avrebbero intrapreso strade diverse. Nessuno era a conoscenza che la vita di uno di loro sarebbe stata brutalmente stroncata proprio lì, sulla Torre di Astronomia, dove pareva che non potesse esistere altro che il loro amore.


E mentre il sole faceva capolino dalle rigide montagne, il canto della fenice si perse nel vento, come sabbia fine e fragile.

Aria com'è dolce nell'aria.
scivolare via dalla vita mia.
Aria mi lascerò nell'aria.

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