Si era innamorata di lui per mille motivi.
L'intelligenza, il coraggio, l'arguzia, la figura slanciata, il sorriso malizioso che a volte solcava quel viso che per lei era quanto di più vicino alla perfezione potesse esistere.
Ma non glielo aveva mai detto.
Perché lui, Albus Silente, era semplicementetroppo per un'ordinaria studentessa come Minerva McGranitt, per quanto lei fosse portata nella arti magiche, in particolar modo in Trasfigurazione, la materia che insegnava il professor Silente.
Certo, doveva ammettere che lui le dedicava molte più attenzioni rispetto a quelle destinate ad altri studenti. In classe non la perdeva mai di vista, le faceva recapitare ogni mese "Trasfigurazione Oggi", giornale che lei trovava sublime, ma per il quale purtroppo non poteva permettersi l'abbonamento e le consigliava ottime letture, non solo nel campo della materia da lui insegnata.
Ma Minerva non si faceva alcun tipo di illusioni: lei eccelleva scolasticamente e questo era tutto ciò che attirava l'interesse del grande Albus Silente sulla sua giovane persona.
Interesse che lei non aveva la minima intenzione di perdere.
Rivelargli quel sentimento irruente che andava al di là del rispetto e dell'ammirazione che Minerva provava nei confronti del suo insegnante e che si rifiutava di chiamare amore, non sarebbe stato eticamente corretto e, la giovane ne era certa, avrebbe allontano il professor Silente. Lui avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per non alimentare il sentimento, sbagliato, di Minerva, se solo ne fosse venuto a conoscenza.
E anche per questo Minerva si era innamorata di lui.
Ma non glielo aveva mai detto.***
Lei era giovane, mentre lui si sentiva già vecchio.
E poi lei era bella, senza nemmeno rendersene conto, lei era bella di una bellezza tutta sua, che portava il suo nome. Minerva. Un nome che aveva il potere di sconvolgerlo, seccargli la gola, svuotargli la testa, di confonderlo a tal punto che il volto, la voce, le mani di lei divenivano il suo mondo.
Lei è unatuastudentessa, Albus, lei è solo la tuastu-, no, lei è solo unastudentessa, si ripeteva il professor Silente ogni volta che vedeva Minerva McGranitt, facendo appello a tutto il suo autocontrollo per non permettersi gesti inappropriati.
Spesso, in classe, alle prese con incantesimi difficili, una ciocca scappava dalla stretta coda di cavallo con cui Minerva teneva a bada i capelli. E l'espressione concentrata della giovane, che la rendeva distante e lontana, le sue labbra che pronunciavano con attenzione l'incantesimo, il suo elegante movimento di polso, tutto di lei lo spingeva a muovere una mano, delicatamente, e sistemarle dietro l'orecchio quell'unica ciocca ribelle. Allora lei avrebbe sussultato, avrebbe alzato lo sguardo su di lui e...
E l'eminente professore Albus Silente, i cui riconoscimenti erano così numerosi che nemmeno lui sarebbe stato in grado di ricordarli tutti, sarebbe finito in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta, con l'accusa di atteggiamenti inopportuni o, peggio, di molestie sessuali, nei confronti di una minorenne.
No, non poteva permettere a se stesso di lasciarsi andare e di mostrare al mondo il suo... amore?
Amore, certo, cercava di convincersi, sentendo esplodergli nel petto un orgoglio senza limiti per quella sua studentessa, per lei nutro lo stesso amore che nutre un padre per la figlia prediletta, nulla più.
E mai, come in quei frangenti, si sentiva tanto vecchio, mentre lei era così giovane e lontana.... and they lived happily...
Lei lo aveva supplicato di non andare, di rimanere al castello, al sicuro. Si era offerta di prendere il suo posto, sostituirlo, accompagnare il giovane Potter per recuperare l'Horcrux.
Albus si era opposto. Non avrebbe mai permesso a Minerva di correre un rischio tanto grande, di gettarsi nella tana del lupo, cercando di recuperare un oggetto che Lord Voldemort in persona aveva certamente protetto con ogni sorta di incantesimo letale.
«Lasciami almeno venire con voi, Albus. Potter è solo un ragazzo!» aveva proposto la donna, per l'ennesima volta.
Ti voglio al mio fianco da tutta una vita, Minerva, non immagini quanto mi costi dirti di no, quando vorrei dire sì ad ogni tuo desiderio.
«Hogwarts ha bisogno di qualcuno che sappia difenderla, nel caso succeda qualcosa» replicò il Preside, con tono grave.
«E se succedesse qualcosa a te? Io cosa... come... Pensa al ragazzo!» ribadì Minerva, gesticolando freneticamente, le guance arrossate dalla foga, una cieca determinazione negli occhi.
Non è cambiata, pensò Albus, è ancora quella ragazzina che si intestardiva sugli incantesimi più complicati. È ancora così piccola, proteggila.
«Non mi succederà nulla, Minerva, sarò di ritorno il prima possibile» tentò di rassicurarla.
«Rimani qui con me» lei si avvicinò, la vestaglia che seguiva dolcemente i passi di Minerva.
«Devo andare, anche se non ti ho spiegato i particolari, credimi, quello che sto per fare è di vitale importanza».
Albus deglutì. Se lei si fosse avvicinata di un altro passo, uno solo...
«Certo che puoi! Sei il Preside! Manda Piton, Hagrid, Lumacorno, qualcuno dell'Ordine!»
Minerva prese un gran respiro e fece un singolo, breve passo verso Albus. E lui sentì la terra mancargli sotto i piedi, la testa vuota e un caldo improvviso.
«Ti amo, Albus, rimani qui».***
Glielo aveva detto, alla fine.
Ti amo, Albus, rimani qui.
Se l'umiliazione di aver confessato un sentimento non ricambiato l'avrebbe tenuto ad Hogwarts, vicino a lei, e non in un luogo sperduto e lontano, che il Signore Oscuro in persona aveva provveduto a proteggere, allora ne sarebbe valsa la pena.
Albus non rispose.
«Non andare. Resta ad Hogwarts, in nome di tutti questi anni di amicizia, in nome della stima e del rispetto che mi porti, rimani in nome di quello che provo. Non farmi questo».
Stupida, stupida, stupida,diceva una snervante voce nella sua testa, ma lei non ci badava. Erano decenni che lo amava. Aveva negato quel sentimento, l'aveva nascosto persino a se stessa, celandolo nel luogo più oscuro, impenetrabile e sicuro del suo cuore.
Ma ora l'aveva detto ed era diventato reale, palese, chiaro come il sole che sorge ogni mattina e tramonta ogni sera. Lei lo amava.
Albus non disse nulla, si limitò a guardala, ad accarezzarle una guancia, sistemandole dei capelli ribelli dietro l'orecchio. Si chinò verso di lei e la baciò, lentamente.
Minerva assaporò ogni secondo, ogni attimo di quel bacio, cha da anni bramava.
«Tornerò, Minerva» le disse Albus, scostandosi lievemente da lei. «Ti amo, ma devo andare»....until there came to them the one who destroys all happiness.
Albus le aveva promesso che sarebbe tornato.
Ma ora a Minerva non rimaneva altro da fare se non piangere sulla bara bianca del suo amore.
Un turbine di petali di rosa vorticò su un cielo striato di sangue, un cielo blu come gli occhi della morte.
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Fanfictions Silente - Minerva
Acakqui vorrei scrivere alcune fanfictions di Milente . Silente e Minerva mi piacciono molto come coppia e non ho mai trovato molte fanfiction su di loro così ho cercato di rimediare buona permanenza ;-)