nuovi arrivi

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Dopo anni torno a pubblicareee!!!

Minerva McGranitt sedeva alla sua scrivania, correggendo i compiti del terzo anno. Fermò la piuma e guardò fuori dalla finestra la prima neve dell’anno. La sua mano sinistra strofinò inconsciamente il suo addome gonfio. Minerva era incinta di otto mesi e mezzo e avrebbe partorito un qualsiasi giorno ormai. Sorrise al pensiero emozionante di diventare madre.

Un’interferenza nell’aria dietro di lei fece girare Minerva. Albus Silente stava entrando nell’ufficio dove lei era seduta. Lui sorrise, i suoi luminosi occhi azzurri che brillavano.
<< Minerva, non pensi che dovresti riposare? >>
<< Sto bene, Albus. Devo finire di correggere questi compiti >> rispose lei.
Albus si mise dietro di lei, massaggiandole le spalle. << Non dovresti lavorare così tanto nella tua condizione, mia cara >>.
Lei afferrò una delle sue mani e le diede un soffice bacio sulle nocche. << Non preoccuparti così tanto. Finirò presto >>.
Albus si chinò a baciarle la guancia e le parlò a bassa voce in un orecchio. << Ti dispiace se rimango qui fino a quando non finisci? >>
<< Niente affatto >>. Minerva puntò la bacchetta alla sua sinistra e fece apparire una poltrona rossa per lui. Lei di solito preferiva sedie più rigide, più dritte, ma sapeva quanto Albus apprezzasse qualcosa di morbido in cui sprofondare. Voleva che il padre del suo bambino fosse comodo.
Albus si sedette in poltrona e guardò lavorare sua moglie. Erano sposati da quasi due anni, senza perdere tempo per iniziare la loro famiglia. Albus aveva sempre voluto dei figli e non vedeva l’ora di diventare padre. In un primo momento aveva temuto che Minerva non fosse emozionata quanto lui, ma lei era stata più che raggiante e felice negli ultimi mesi, mettendo completamente la sua mente a proprio agio. Lei era stupefacente. A volte non riusciva a credere che una donna così bella, intelligente, smagliante potesse amarlo, per non parlare di sposarlo. Ma lo amava, e lui non poteva essere più felice.
<< È un po’ difficile concentrarsi sul lavoro dei miei studenti con te che mi fissi così >> disse Minerva, senza alzare lo sguardo dalle sue carte. Un piccolo sorriso compiaciuto si formò sulle sue labbra.
<< È difficile non guardarti quando sei così bella >>.
Minerva posò la penna e si voltò verso di lui. << Posso finire questo domani. Vogliamo ritirarci per la sera? >>
Albus si alzò, fece svanire la sedia, e si mosse per aiutare Minerva ad alzarsi dalla sedia. << Che idea meravigliosa, signora Silente >>.
Minerva alzò gli occhi e prese la mano di Albus. Camminarono fino alla stanza che condividevano e si addormentarono.
La mattina dopo andò proprio come qualsiasi altro, con Albus e Minerva che si lavarono, si vestirono e andarono a fare colazione nella Sala Grande. La giornata andò in discesa da lì. Sulla via per la sua prima classe, le acque di Minerva si ruppero nel bel mezzo del corridoio. Lei strillò di dolore e imprecò al massimo della sua voce, offendendo le orecchie di alcuni studenti del primo anno nel mezzo e suscitando risatine ed esclamazioni di stupore da parte degli studenti più grandi. Prendendo un respiro profondo, Minerva fece sparire il pasticcio con la magia per non suscitare l’ira del custode prima di inviare il suo Patronus ad Albus con la notizia. Poi si affrettò in Infermeria il più rapidamente possibile per quanto le permettesse il suo corpo gonfio.
<< Poppy! Sono in travaglio! >> gridò entrando in Infermeria.
Madama Chips si precipitò a preparare il letto di Minerva. Convocò asciugamani e bacinelle e oggetti simili.
Qualche istante dopo, Albus fece irruzione nella stanza e si precipitò al fianco di sua moglie. Lei stava vivendo una delle tante contrazioni, il viso contorto dal dolore, il sudore che le imperlava la fronte. Fu sollevata nel vederlo, ma non era in grado di esprimerlo in quel momento. Quando il dolore si calmò, fu in grado di parlare.
<< Sapevo che avrei dovuto finire di correggere quei saggi. Hai annullato le mie lezioni? >>
Albus ridacchio. Solo sua moglie si sarebbe preoccupata del suo lavoro durante il parto. << Sì, le tue classi sono cancellate. E mi dispiace molto di averti distratto dalla tua correzione ieri sera. Vorresti che ti prendessi i saggi per correggerli adesso? >> scherzò lui.
<< In realtà, sì. Poppy dice che non sarò in grado di partorire almeno per un paio d’ore. Tra le contrazioni, mi piacerebbe fare un po’ di lavoro >>.
Albus sospirò. Avrebbe dovuto prevederlo. Non lo rendeva particolarmente felice, ma convocò i fogli dal suo ufficio comunque. I saggi finirono nella mano aperta di Minerva. Evocò un vasetto di inchiostro rosso e una piuma e si mise al lavoro. Albus si alzò per parlare con Madama Chips.
Dopo sei ore, Minerva era completamente esaurita. Le contrazioni erano a circa cinque minuti l’una dall’altra e drenavano ogni energia che le era rimasta con ciascuna di esse. Il cuore di Albus soffriva per lei. Poppy disse loro che sarebbe stata in grado di partorire al più presto. Tutto quello che potevano fare era aspettare.
Alle ore 17:17 dell’8 di Gennaio, Aila Morrigan Silente nacque. Poppy stava per dare il fagotto rosa a Minerva, quando la neo mamma urlò in agonia. Alle ore 17:19, Rowan Wulfric Silente si unì anche lui alla famiglia.
Minerva e Albus non potevano essere più felici. Avevano una coppia di gemelli perfetti. Albus teneva la figlia nell’incavo del braccio. Aveva ereditato i suoi capelli ramati ma aveva gli occhi verde smeraldo di sua madre. Poteva già sentire i poteri magici di Aila scorrere attraverso il suo piccolo corpo. Sarebbe diventata una strega incredibile. Minerva tolse gli occhi dalla vista del marito e la figlia per dare un bacio sulla fronte di suo figlio. Rowan aveva i suoi capelli neri. Doveva ancora aprire gli occhi, ma Minerva poteva dire che erano azzurri come quelli del padre.
Albus era semplicemente stupito dalla sua piccola famiglia. Aveva previsto che il suo cuore si sarebbe lacerato in due, con l’adorazione per sua moglie e suo figlio. In realtà, trovò che il suo cuore era cresciuto di tre volte per contenere tutto l’amore che aveva per Minerva, Aila e Rowan. Non c’è niente che non avrebbe fatto per loro. Sapeva che non c’era modo di tenerli lontani dai terrori del mondo, ma che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per proteggerli dai pericoli.
Mentre Minerva si rannicchiava nel letto accanto ad Albus tardi quella notte dopo aver rimboccato i due gemelli nelle loro culle, non poteva fare a meno di fantasticare su come perfetta fosse appena diventata la sua vita. Marito perfetto, figli perfetti, perfetta casa. Semplicemente... perfetto

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