Capitolo 17

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*da correggere*


Capitolo 17: scuse


Chanel's pow

Quando cerco di aprire gli occhi le palpebre oppongono una certa resistenza, ma alla fine riesco nel mio intento.

Ho ancora dei dolori alla testa, ma sono diminuiti rispetto a qualche ora fa.

Sposto lo sguardo e sussulto quando vedo il biondo affianco a me che gioca ad attorcigliarsi una mia ciocca di capelli sul dito

"Ben svegliata" mi sorride ed io ricambio un po' forzatamente siccome la mia rabbia nei suoi confronti non è diminuita di molto

"Come ti senti?"

"Meglio, direi" la mia voce è leggermente soffocata a causa del mal di gola.

Pioggia di merda

"Allora possiamo ehm...parlare?" L'incertezza nella sua voce è chiara e dopo un mio sospiro annuisco. Preferisco chiarire con lui ora che sono rilassata che quando ho i miei due minuti, in quel caso non sarei in caso di pensare razionalmente e finirei per aggravare il tutto.

"Ti giuro che non volevo lasciarti da sola in quel locale, ma mi avevi fatto incazzare così tanto che per evitare di sbatterti al muro sono andato a farmi quella troia di Savannah come faccio sempre-" lo interrompo subito alzando una mano e guardandolo stupita

"Fermo,fermo,fermo. Hai veramente dato della troia a Savannah?"

"Si. Perchè hai qualcosa in contrario?" Anche lui mi guarda abbastanza stupefatto.

Scuoto la testa e gli faccio cenno di continuare, non dobbiamo divagare

"-E dopo averlo fatto in macchina lei per poco non mi vomitava sul sedile. Quindi le ho aperto la portiera prima di spingera per terra dove ha vomitato. Quando ha smesso di rigettare tutta quella merda l'ho riportata come al solito a casa e dopo sono tornato qua. Ma è l'abitudine e-" lo interrompo nuovamente

"Mi stai dicendo che sei abituato a portare le tue sorelle adottive nei locali, a farle bere e poi lasciare lì?" Ora che l'ho detto sembra molto più stupido come ragionamento di quando l'ho pensato e sembra che lui condivida la mia idea siccome mi sta guardando con una strana espressione come "ma a che cazzo pensi?'

"Farò finta di non aver sentito. Comunque stavo dicendo, ed io mi sono sentito una vera merda quando sono entrato in camera tua e tu eri lì a congelarti il tuo stuprabile culo-" alzo la mano per commentare la sua ultima affermazione, ma lui mi precede

"-non provare ad interrompermi, e anche quando stavo scendendo le scale con te in braccio che sembravi star per morire. E fidati di me se ti dico che questo è il discorso di scuse più lungo che il abbia mai fatto e probabilmente sará anche l'ultimo dato che dopo che tu mi hai cacciato urlandomi contro ho chiamato Liam per chiedergli consigli e sembrava stesse per materializzarsi in camera mia con un coltello e uccidermi e ciò significa che molto probabilmente oggi pomeriggio esattamente alle tre e mezza lui si presenterá qua e ovviamente se prima mi avrebbe solamente strozzato ora quando ti vedrá qua sul divano mentre ti trasformi in un vegetale a causa della febbre mi porterá a cospetto di quella gran gnocca della regina d'Inghilterra e fará il lecchino del cazzo così da farsi amare da lei e per avere il consenso a torturarmi con quello strano letto in cui ti legano polsi e caviglie finchè a forza di tirarteli ti spezzi in due ma io non voglio essere spezzato in due perchè non riuscirei più a guardare e toccare mini Niall ed io ci sono affezionato a lui, non sai quanto. Ma io so che Liam lo farà apposta perchè lui è un grandissimo figlio di puttana e-" lo interrompo con la mia risata dato che sta parlando velocissimo e sembra essere a disagio con questa sua autocommiserazione mista a disperazione per ciò che poterebbe accadere a "mini Niall".

Sbuffa prima di ricominciare a parlare

"In poche parole mi dispiace e mi piacerebbe che tu mi perdonassi prima di morire"

Gli sorrido prima di abbracciarlo e lui abbastanza sorpreso ricambia stringendomi al suo corpo caldo che contrasta con il mio freddo

"Ti perdono" sibilo

"Wow pensavo che avrei dovuto farti la scritta in cielo con gli aereoplani o con i fuochi d'artificio per farmi perdonare e non uno discorso" ridacchia ed io lo seguo.

Sinceramente neanche io pensavo di poterlo perdonare così in fretta. Ma vederlo così a disagio nel parlare cercando le parole giuste mi ha per un certo senso addolcita.

"Ti voglio bene"

Inizialmente quelle parole mi spiazzano un po', ma alla fine sorrido stringendolo ancora di più a me

"Anche io"

Rimaniamo ancora un po' in questa posizione prima di sciogliere l'abbraccio.

Ora iniziano i chiarimenti.

"Ancora non riesco a credere che hai dato della troia a Savannah" ridacchio e lui sorride

"Sinceramente non trovo altri modi per descriverla. Forse al posto di troia preferisci "essere umano che ha un cartello sulla porta sul retro con scritto "provami"". Ti piace di più così?"

Lo guardo.

Mi guarda.

Ed entrambi scoppiamo a ridere come una coppia di imbecilli fino a tenerci la pancia dalle risate.

Adopted [n.h]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora