Capitolo 4

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L'Università Provenza Aix era una scuola molto prestigiosa, la grande insegna posizionata in alto all'edificio la faceva apparire importante, alcune bandierine della Francia svolazzavano i loro grandi veli rigati e una numerosa scalinata incorniciava un imponente portone spalancato, le mura della scuola erano scorticate e le davano allo stesso tempo un'aria trasandata e vecchia.

Gli alunni si apprestavano ad entrare a passo svelto coprendosi la testa con gli ombrelli o con le cartelle stesse, tutti indossavano una divisa, le ragazze un cardigan blu abbinato ad una gonnellina più scura, i ragazzi con una maglia bianca e un paio di pantaloni grigi.

Desirèe rimase a guardarla per un po' non appena mise piede in una pozza di acqua scostandosi velocemente ,Angeliè e Brigitte scesero dall'auto rosso fuoco e si affiancarono a lei porgendole l'ombrello.

:- Bella la mia scuola vero? Sembra così vecchia e malandata, ma in realtà viene frequentata quasi da tutta Marsiglia!:- si stava un po' pavoneggiando Brigitte notando il suo stupore.

Entrarono nella dirigenza dopo aver percorso il lungo corridoio zeppo di ragazzi che aprivano gli armadietti, prendevano i libri, si segnavano appunti, mandavano messaggi e ripassavano le lezioni, a Desirèe quell'aria scolaresca le dava un certo rimpianto per aver abbandonato gli studi dedicandosi ad un lavoro che non era finito a buon fine.

:-Accomodatevi prego:- disse Brigitte facendo segno a due sedie di pelle un po' sgualcite di fronte alla sua scrivania, la fece ritornare nel tempo per un istante, ricordando con ardore le riprese da parte della sua dirigente, ricordava di starsene seduta a sbuffare sulla sedia di fronte a lei mentre componeva il numero di suo padre.

La dirigenza era molto accogliente, quadri raffiguranti alunni in posa con dei sorrisi smaglianti in viso, altri durante le gare campestri e altri insieme a Brigitte stessa. Un tappeto color marrone terra e le solite carte e documenti che ricoprivano la scrivania.

Brigitte tirò fuori da un cassetto un cartella la aprì e prese fra le mani una fotografia, la mise davanti allo sguardo di Desirèe e picchettò l' indice sul punto mancante del mosaico.

:-Si trovava qua, il numero dodici:-

:-Quali sono queste novità?:- chiese Desirèe ansiosa di sapere

:-Frequentavo questa stessa scuola, avevo 23 anni, ero poco più di una qualunque adolescente, ricordo di starmene sola una panchina in cortile durante la pausa, ripassavo storia, odiavo quella materia, ma la cosa che vidi poco dopo mi fece in un certo senso cambiare idea:- stava raccontando immergendosi totalmente nei suoi ricordi adolescenziali

:- continui per favore :- la incitò Desirèe guardandola morbosamente negli occhi, come se quella donna potesse essere la meta tanto aspettata dalle sue ricerche.

:- Vidi un ragazzino, forse aveva otto o sette anni all' incirca, un gruppetto di bulletti lo circondavano insultandolo, tutti lo chiamavano "lo psicopatico", a dir la verità quel ragazzino non aveva comportamenti del tutto regolari, ma io non lo avevo mai notato. Lo strattonarono e lo fecero cadere per terra, le presero dalle mani un pietra, ricordo che era una pietra scura, c'era inciso qualcosa sopra, ma non ricordo il numero o la frase con esattezza, poi gliela scaraventarono addosso, se ne andarono ridacchiando fra loro lasciandolo da solo, mi fece pena, mi avvicinai e le porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma lui la rifiutò, si alzò di sua volontà e se ne andò velocemente, come se fosse terrorizzato a morte. Da quel giorno lo rividi poche volte nei corridoi, ma sempre da solo, isolato o forse emarginato. Ora ha 21 anni, e frequenta ancora questa scuola, si chiama Eliàs Leroy, e chi lo avrebbe mai detto! Ora sono la sua dirigente!:-concluse sporgendosi sulla sedia.

Desirèe rimase sospesa nei suoi pensieri, non vedeva l'ora di conoscerlo e riprendersi finalmente la pietra.

:-Ti dispiace chiamarlo qua in dirigenza Brigitte?:- chiese Angeliè recuperando il suo solito taccuino e la sua immancabile penna, pronta a prendere appunti.

:-Certo, lo vado a chiamare subito!:-rispose uscendo dalla stanza.

Dopo pochi minuti rientrò accompagnata da un ragazzo ben piazzato e abbastanza alto, aveva la solita divisa e dei capelli castani rame ondulati, non sembrava uno a prendere in giro, aveva un aria decisa e sicura, ma poco dopo che si fu seduto accanto a loro fu smascherato a tormentarsi le mani e a far tremare le ginocchia nervosamente, ma a Desirèe non parve un cosa insolita.

:- Lui è il mio alunno Eliàs Leroy, loro sono Angeliè Vincent la mia amica archeologa e Desirèe Lambert:- fece le presentazioni al posto loro.

Il ragazzo le guardò e poi scostò di nuovo lo sguardo, sembrava più un condannato pronto per espiare i suoi atti invece di essere un alunno di quella scuola.

:- Scusa se ti abbiamo disturbato Eliàs, ma io e Desirèe abbiamo qualcosa da dirti a proposito di una ... pietra:- esitò Angeliè notando la sua tensione.

:-Una pietra nera con inciso il numero dodici, da come ci ha raccontato Miss Brigitte supponiamo che questa pietra l'abbia tu:-prese la parola Desirèe, intanto Angeliè iniziava a segnare quella domanda.

Il ragazzo si guardò intorno un po' estraniato, poi si inclinò sulla sedia cacciando qualcosa dalla tasca dei pantaloni, aprì il pungo e rilevò una pietra nera un po' scolorita agli angoli con il fatidico numero 12, era proprio quella, la pietra di nonna Claire, riportò a galla i ricordi più sfumati del suo passato, le venne un pugno allo stomaco, fece per prendergliela dalla mano ma lui richiuse il pugno e se la rimise in tasca gelosamente, Desirèe rimase con la mano sospesa in aria aspettando una sua risposta.

:- è proprio quella, è la pietra di mia nonna!:-

Angeliè aveva segnato forse anche il suo gesto di cacciarla dalla tasca e cominciò a raccontarle la storia così sconosciuta di quella pietra.

:- Ascolta Eliàs, quella pietra ha una lunga storia, la possedeva la nonna di Desirèe, la teneva sempre con sé e ci teneva moltissimo, gliela diede a lei raccomandandosi di prendersene cura, ma purtroppo ebbe un brutto incidente che la portò in coma,al suo risveglio non trovò più al suo collo la pietra, non sapeva cosa fare, si mise a cercarla ma nessuna traccia di essa, risalì a me su un sito internet sperando che io la aiutassi a trovarla e adesso che sappiamo che c'è l'hai tu la vorremo cortesemente indietro:- disse Angeliè sperando che il ragazzo che le stava seduto di fronte la ascoltasse e restituisse la pietra senza tanti giri di parole.

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