Capitolo 20

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Non passò neanche mezz'ora e subito suo padre si era ripresentato nella stanza con il pranzo. Desirèe evitò di guardarlo in volto, così lui fece lo stesso lasciando il vassoio sul piccolo comodino accanto al letto.

Ora che se ne era andato aveva tutte le intenzioni di chiamare Angèlie, frugò velocemente nella tasca dei jeans per prendere il cellulare, ma non riuscì a recuperare nulla. Dove era finito il suo cellulare? La tasca era vuota.

Voleva alzarsi da quel rigido lettino così si mise a sedere tutta dolorante, con le mani si frugava nei jeans e perfino nella maglietta. Niente. Accidenti ci mancava solo questa! Certo, suo padre le aveva sequestrato il cellulare per non chiamare ad Angèlie, ora era tutto chiaro! Lo stava odiando profondamente in quel momento, pensava di aversela cavata sottraendole il cellulare mentre lei vagava senza uno scopo nel suo sonno improvviso, ma non era così! Riusciva a sentire quel fetore che emanava la sigaretta fuori dal cortile! Stava di sicuro rimuginando su suo svenimento, stava pensando mangiandosi il cervello quello che era potuto realmente succedere a sua figlia.

Di colpo le girò la testa un'altra volta. :-che male!:- sbottò trattenendosi la testa fra le mani. Pochi secondi dopo un' infermiera apparve sulla soglia della stanza. Era alta e grassottella,aveva bei capelli rossi e spiccanti occhi verdi,carina ma apparentemente molto seria.

-:Ti senti bene Lambert?:- era questo che voleva dir com seria,odiava che gli altri la chiamassero per cognome.

-:No, devo andare in bagno ...:- si affrettò a dire. Doveva trovare una scusa per telefonare ad Angèlie non poteva aspettare!

-:l'accompagno,prego:- disse l'infermiera porgendole un braccio, che lei afferrò senza pensarci due volte.

-:Grazie:- azzardò raddrizzandosi in piedi.

-:era davvero così forte quel sedativo Lambert?!:- disse l'infermiera osservandola con scrupolo da capo a piedi.

-:Te lo ha detto mio padre che mi ... è stato dato del sedativo?:-

-:Certo:- affermò rilassata.

Voleva indovinare un'altra volta i suoi presupposti .lo sapeva! Suo padre non avrebbe di sicuro tardato a riferirlo,ma questa volta non gli diede torto,doveva farlo,altrimenti che spiegazione avrebbe dato ai medici? Attacco di panico? Ma ora voleva arrivare in bagno per poi sgattaiolare dritta verso il telefono.

Dopo circa un minuto arrivarono di fronte a una porta in legno lucidato,Desirèe ammirò quella spiccante pulizia. Sul centro c'era un immaginetta di un omino con la gonnellina nera,al contrario della porta accanto,dove invece un omino con i pantaloncini era situato in bella vista. Per un momento si ricordò di quando andava per i centri commerciali da bambina con suo padre e di quando non perdeva tempo per andare in bagno solo per frugare sotto il lavandino e contare quante gomme da masticare erano appiccicate,e poi anche solo per guardare quelle immagini sulla porta così bizzarre solo per la sua incolmabile curiosità.

-:Papà perché c'è una minuscola bambina con la gonna sulla porta?:- gli diceva lei indicando la figurina.

-:Perché questo è il bagno delle signore:- le rispondeva suo padre impassibile.

Quel ricordo le sfiorò la mente,le scappò un dolce sorriso portante anche ricordi d'infanzia molto importanti per lei,perché forse erano gli unici che condivideva quasi spesso con suo padre. I più banali!

-:Prego:- irruppe l'infermiera aprendole la porta.

Desirèe esitò,poi entrò.

-:Ora può andare:- disse subito dopo alla donna vestita di un bianco candido,cercò di farle avvertire un minimo segno di imbarazzo,se ne sarebbe andata e lei avrebbe proseguito con il suo piano.

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