Capitolo 10

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Non appena la sveglia suonò le otto del mattino, Desirèe aprì gli occhi e si diresse in cucina per mangiare qualcosa siccome da ieri non metteva niente nello stomaco. Alla fine dell'ultimo gradino della scala era situato in bella vista uno specchio,forse appeso lì da anni dimenticato da tutti,in fondo lei non era molto lontana dal suo stato. La sua figura sembrava logorata e sgualcita dandole un aspetto trasandato, non lo aveva mai notato prima. Delle occhiaie evidenti le incorniciavano il viso, e a parte i capelli scompigliati era un vero disastro. Si avvicinò in silenzio, osservò a lungo la sua immagine. Il silenzio era all'ordine del giorno in quella casa,proprio quella malinconia le stringeva un nodo alla gola. Emise un enorme sospiro. Era ridotta davvero male. Tutto quell'avvicendarsi di questioni e problemi l'aveva fatta crollare. Per un momento si sentiva quasi come la vecchia e cara signora Fournier. Un sorriso si fece spazio sulle sue labbra . La signora Fournier! Quanto tempo era passato da quando aveva lasciato la casa di riposo. Ricordava anche Eleonor, la sua cara amica. Chissà se lavorava ancora là dentro o se si era stufata e aveva preso lezioni di cucina in qualche ristorante,era il suo sogno diventare una cuoca. Tutti quei pensieri su suo padre, sulla pietra, su Eliàs e ricerche varie le aveva fatto dimenticare i momenti belli. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di rivedere Eleonor sbucare dal bancone della mensa ,e in fondo le avrebbe fatto piacere ammirare,come faceva sempre,la minuta figura della signora Fournier,il suo respiro silenzioso mentre sognava chissà quale scena della sua passata gioventù.

Un colpo di fulmine la colpì in pieno. Un attimo! Angèlie il giorno prima le aveva proposto di lavorare come cameriera allo ''Chevil Bar''! Ma certo! Un luccichio improvviso illuminò i suoi occhi . Lasciandosi lo specchio alle spalle, risalì frettolosamente in camera sua, aprì l'armadio e cercò qualcosa da mettere,cercava fra quell'ammasso di indumenti qualcosa che la facesse apparire ordinata e apposto e non trasandata ricoperta dalle solite pezze,magari grazie a quel lavoro,poteva anche permettersi uno sfizio in qualche negozio. Masticò in fretta e in furia una barretta ai cereali e si fiondò fuori dalla porta,suo padre ancora dormiva e non voleva svegliarlo,gli avrebbe parlato del suo lavoro non appena sarebbe ritornata a casa.

A Rue Saint Ferrol il traffico era all'ordine del giorno. Dopo aver preso la metro,del resto lo faceva sempre, si sentiva pronta e carica, in realtà non ricordava la strada del bar,ci era andata solo una volta con Angeliè. . Che sciocca! avrebbe dovuto chiamarla e farsi dare indicazioni. Ma all'improvviso dopo aver attraversato una lunga strada costellata di negozi, scorse la figura di una donna, più che altro una ragazza, che teneva in mano un cartellone e lo agitava per aria attirando l'attenzione dei passanti. Era Chanel, la bellissima ragazza dal rossetto rosso . Desirèe si avviò da lei.

-:Buongiorno:- si limitò a dire.

-:Salve! ma noi per caso ci siamo viste?:- Chanel aveva un forte accento francese da leccarsi i baffi.

-:Sì, ieri mattina ero allo ... Chevil bar con Angeliè Vincent ... non so se ti ricordi ...:- ora che c'era notò che sul cartellone c'era in bella vista il nome del bar.

-:OH! Sì, ulalà, la mia più squisita cliente, Angèlie! come non ricordarla!!:-

-:Bhè .... io sono Desirèe Lambert:- si presentò subito e senza accorgersene aveva già afferrato la mano liscia come la seta della ragazza.

-:Chanel: - strano che si presentasse solo col suo nome. E il cognome? Pensò subito Desirèe. Ma non le interessava, erano fatti suoi come volesse presentarsi, a lei interessava solo il posto di lavoro e non vedeva l'ora di cominciare.

-:Ho capito male, o ... state cercando personale per il vostro bar?:- si affrettò a spiegare.

-:Certo! più che altro camerieri:- spiegò la ragazza col suo solito accento. I suoi occhi erano azzurri come un limpido lago,adesso che li osservava meglio non erano poi così differenti da quelli di Eliàs,presentavano un colore più chiaro ma l'impressione era quella,dagli occhi seguì una catena,il suo corpo possente,la sua stretta lesionante , il suo stupido comportamento, e ancora i suoi occhi, sembravano ipnotizzarla. Cosa nascondeva accidenti ..... se solo potesse leggerglielo in quelle intense iridi.

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