Capitolo 6

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Fu la prima a spalancare il cancello dell'università quella mattina inclusi i giardinieri e i collaboratori scolastici che finivano di esporre volantini per corsi serali sulle vetrate delle porte.

Come aveva promesso a se stessa si trovò seduta ad una panchina di marmo nel grande cortile che circondava piccole aiuole, la scuola era un vero e proprio dinosauro ristrutturato alla grande,in quel cortile i ragazzi potevano anche imbandire un pic nic. Era ancora presto,la scuola apriva ufficialmente alle 8 e 30,erano ancora 7 in punto o almeno l'enorme orologio posizionato al capo del tetto della scuola segnava così.

Si mise le auricolari alle orecchie cercando di passare il tempo ma non fece in tempo che un messaggio squillò al suo cellulare, era da parte di Angeliè "dove sei?". Rispose che era all'università intenta a parlare con Eliàs ,lei rispose subito "ti raggiungo più tardi".

Suonò finalmente la campanella che la fece sobbalzare e togliere le auricolari in fretta e in furia,iniziarono a spalancare il cancello e i ragazzi in divisa erano già pronti a scavalcare l'entrata delle aule,alcuni erano raggruppati in cortile a parlare, altri entravano senza perdere tempo, Eliàs non era ancora arrivato o era già entrato senza che lei lo aveva visto,quel ragazzo si mimetizzava fra la folla. Aspettò un altro po' vicino alla panchina senza distogliere lo sguardo dal cancello,ma non lo vedeva,doveva agire, ormai quella folla riempì il cortile e inceppò la sua attenta vista.

Si avvicinò ad un gruppetto di ragazzi,erano così perfetti e così in ordine con quelle divise, le ragazze avevano i capelli raccolti in degli eleganti chignon e i ragazzi erano impastati di gelatina profumata,si diede una piccola sistemata per non sembrare una trascurata rispetto a loro ,poi azzardò.

:-scusate ragazzi,avete per caso notato se Eliàs Leroy è già entrato?:-disse puntando l'ingresso.

:-sì è già entrato,l'abbiamo visto poco fa,tu chi sei?:-rispose una ragazza bionda,forse le aveva fatto quella domanda perché lei non indossava una divisa o perché i pettegolezzi su Eliàs erano sempre più numerosi.

:-sono una sua amica:-disse,era l'unica scusa plausibile e più sensata.

:-quindi Eliàs ha trovato una bella amichetta!:-disse maliziosamente un ragazzo.

:-va bene,grazie dell'informazione:-tagliò corto lasciandoseli alle spalle.

Quei ragazzi era tanto ordinati quanto maleducati,forse era una vizio in quella scuola.

Entrò dalla porta principale e superò la folla di alunni velocemente,iniziò a scorrere tutti i corridoio incorniciati da migliaia di armadietti,guardava in faccia tutti i ragazzi sperando nell'incrociare lo sguardo di Eliàs,sembrava una pazza isterica in predana spasmi, non solo lei se ne rendeva conto ma anche i gruppetti che parlottavano alle sue spalle.

Finalmente un barlume di luce,ce l'aveva fatta,lo aveva trovato finalmente,in quella scuola potevi perderti e poi rimanere imprigionata per giorni.

Eliàs era intento a prendere alcuni libri dal suo armadietto,la pietra questa volta era appesa al suo collo,il numero dodici spiccava ai suoi occhi,le venne un nodo alla gola,la gelosia la stava divorando ferocemente,gli corse incontro.

Lui si girò velocemente come se fosse stato scoperto a rubare,chiuse l'armadietto con un tonfo stridulo e fece per incamminarsi nel corridoio,Desirèe lo tirò a sé bruscamente.

:-Aspetta!dove credi di andare?:-

:-secondo te?a lezione:-cercava di divincolarsi

:-oppure l'autobus ti aspetta già alla fermata?:-ironizzò

:-che vuoi dire?:-

:-ho saputo che ieri per te era l'ultima ora e che invece di andare a lezione ti stavi incamminando a casa:-

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