«Dovreste smetterla di lasciare la porta d'ingresso aperta, vorrei risparmiare di vedere certe scene romantiche!» nell'udire la voce di Cristian, Mattia e Paola si allontanarono immediatamente l'uno dall'altra, sorridendo imbarazzati. Posarono immediatamente lo sguardo sul loro amico che se ne stava appoggiato alla parete accanto all'entrata, con diversi cartocci di pizza sulle braccia. Dietro di lui, una ragazza poco più bassa con gli occhi sul marrone e i capelli biondo cenere, se ne stava inerme e manteneva altre pizze. Paola non potè fare a meno di sorridere, finalmente il suo grande amico si era deciso a presentarle la sua fidanzata.
«Vaffanculo, Lo Presti.» proferì Mattia con tono scherzoso.
«Potete mettere tutto sul tavolo.» gli disse cordialmente la bionda, indicando con il capo il tavolo in cucina, già precedentemente apparecchiato da Francesca.
I due ospiti si affrettarono a riporre dove gli era stato detto le pizze bollenti e intanto Paola e Mattia si avvicinarono alla fidanzata del loro amico, per potersi presentare. «Ciao, sono Paola.» disse cordialmente, tendendogli la mano. La ragazza sorrise ampiamente, prima di afferrarla e stringerla delicatamente.
«Piacere di conoscerti, sono Virginia.»
Il moro si posizionò alle spalle di Paola, cingendole la vita con un braccio e tendendo l'altro verso Virginia, sorridendo. «Io invece sono Mattia.» la ragazza strinse la sua mano, sorridendo.
«Piacere di conoscere anche te.» gli rispose Virginia. Non appena ebbero finito le presentazioni Paola si liberò dalla presa ferrea di Mattia attorno ai suoi fianchi, guardandolo male e proprio nell'esatto momento in cui lei aprì la bocca per rimproverarlo, Cristian catturò l'attenzione di tutti.
«È la mia ragazza.» disse, scioccando completamente il moro che guardò attentamente la coppia.
«Torno e ritrovo Paola con una figlia, te fidanzato e Francesca? Cosa le è successo? Diventerà suora a breve?» chiese Mattia con sarcasmo, scatenando le risate tra i presenti.
La voce della riccia fece distrarre tutti che immediatamente si voltarono verso di lei, intenta a guardare in modo minaccioso colui che l'aveva definita suora. Un vero e proprio insulto per lei. «Guarda che ti sento e - enfatizzò - scopo abbastanza da non diventare suora. - Virginia rise e immediatamente lo sguardo di Francesca si posò su di lui, che a vederlo gli corse incontro con euforia- oh Cristo! Sei anche meglio di come ti definiva Cristian!»
«Tu saresti?»
«Francesca, mi chiamo Francesca!»
«Sono Virginia» rispose l'altra sorridendo.
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La cena precedette allo stesso modo in cui era cominciata la serata: tra battute, frecciatine e tante risate. Inoltre l'aggiunta di vino, birra e pizza avevo resto il tutto più divertente.
Francesca lavava i piatti, Cristian li asciugava e Virginia e Mattia se ne stavano accanto a loro a guardarli e a chiacchierare. Paola li abbandonò, recandosi nella camera da letto da cui aveva sentito chiamarsi da sua figlia. Si sedette sul letto accanto alla bambina, sorridendole premurosamente. «Che c'è piccola?»
«Ho fatto un incubo.» disse lei, visibilmente spaventata e coprendosi il viso con le coperte. La bionda accennò una risatina, spostandole il piumone dalla faccia e pizzicandole delicatamente il nasino all'insù, identico al suo.
«Era solo un sogno Mia, non è reale.» quelle parole non parvero tranquillizzare la bimba, un po' troppo sveglia per avere solo tre anni. Infatti scosse la testa, stropicciandosi gli occhi.
«Ho sognato i miei amici del parco, loro mi prendono in giro.» spiegò con un po' di difficoltà, data la poca capacità di proferire frasi corrette in poco tempo. Paola le accarezzò il viso, la fece sedere sulle sue gambe e la cullò dolcemente, come sono una mamma era capace di fare.
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In fuga dagli sguardi miei.
RomanceCopertina: @xEdenB Paola gli aveva detto addio. L'aveva fatto quella gelida mattina di novembre, afferrandolo per il colletto della camicia bianca ormai sgualcita, spingendolo ripetutamente verso la porta e urlandogli contro di non voler vedere mai...