«Sono a casa!» Francesca quasi le urlò quelle parole nel momento esatto in cui varcò la soglia della porta d'ingresso di casa sua. La mano destra era occupata a reggere i tacchi, mentre con l'altra cercava inutilmente di sistemare i capelli che ormai avevano assunto le sembianze di un nido d'uccelli per quanto erano spettinati e disordinati. Era di ritorno dai festeggiamenti per il suo compleanno che si erano svolti esattamente nel modo in cui li aveva immaginati: tanto alcol, tanta erba e la testa vuota. Avrebbe solo voluto avere la sua migliore amica al suo fianco per tutta la notte ma sapeva che, se Paola era andata via, c'era sicuramente un buon motivo. Magari a causa di Mattia. Ciò che Francesca non sapeva però era che Mattia non aveva affatto passato la notte con la sua migliore amica e che quest'ultima la osservava con aria del tutto priva di entusiasmo, seduta sul divano e con una tazza di tea stretta saldamente fra le mani.
«Bentornata.» borbottò la bionda. Francesca sobbalzò, puntando lo sguardo su di lei e chiedendosi per quale motivo apparisse così stressata. Aveva imparato, nel corso degli anni, a conoscere Paola più di quanto conoscesse se stessa e impiegava meno tempo di quanto si potesse immaginare a capire quale fosse lo stato d'animo della sua migliore amica. Fu per questo che, abbandonando le chiavi e le scarpe davanti all'entrata, le si avvicinò con aria preoccupata.
«Ti sei divertita?» le domandò Paola, sforzandosi di sembrare interessata quando in realtà non gliene importava assolutamente niente di sapere in che modo si era svolta la serata dell'amica. In un'altra occasione avrebbe sicuramente preteso di conoscere ogni minimo particolare, dai dettagli più banali a quelli più interessanti. Ma non quella volta, non quella mattina, non mentre la sua testa era affollata da un fiume di parole di cui avrebbe dovuto far uso per parlare con Mattia. Perché lo sapeva, Paola, che il suo fidanzato le avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni riguardo alle parole proferite da Cristian la sera precedente.
Francesca le si sedette accanto, tastò la superficie del tavolino basso davanti a loro e prese un elastico abbandonato lì chissà da quanto tempo. Raccolse i capelli in una coda alta sotto lo sguardo insistente di Paola che, con aria indifferente, attendeva una risposta che probabilmente non avrebbe neppure ascoltato.
«Sì. Ma tu non ti sei divertita per niente, a quanto vedo. Mi sbaglio?»
Le labbra della bionda s'incurvarono verso l'alto, mostrando quello che sarebbe dovuto essere un sorriso ironico ma che aveva le somiglianze di una smorfia amareggiata. Si limitò a scuotere il capo in segno di negazione. Perché no, Francesca non si sbagliava. La sera precedente non era stata divertente ma, al contrario, si era svolta nel modo peggiore. Sospirando abbandonò sul tavolino la tazza di tea ormai fredda ed appoggiò i gomiti sulle ginocchia, premendo successivamente con il capo contro i palmi. Sentiva la testa scoppiare, avvertiva il peso del discorso che avrebbe dovuto intraprendere con Mattia esercitare una pressione tale da farle male. Aveva un problema, Paola, ed era quello di non avere coraggio necessario per affrontare la realtà. Forse per paura di rimanere scottata.
«Ed io che credevo te ne fossi andata per dedicarti ad una scopata in gran stile.»
Quasi un sussurro detto fra sé e sé, la parole che Francesca pronunciò con l'intento di strappare un sorriso alla sua migliore amica. Ma capì che la situazione era peggio di quanto pensasse quando Paola la ignorò anzichè rimproverarla per l'inadeguatezza di quella frase, quasi come se non l'avesse neppure ascoltata.
«Oh, andiamo, cos'è successo?»
Paola sospirò, voltandosi verso Francesca e mostrandole lo sguardo rassegnato. «Glielo devo dire.»
Annuì, la riccia, pienamente d'accordo con quell'affermazione. Era dal giorno in cui il test era risultato positivo che Francesca tentava di convincerla a parlarne con Mattia. All'inizio era fermamente convinta che i due avrebbero potuto affrontare quella situazione insieme, che lui potesse starle accanto durante i nove mesi di gravidanza e che avrebbe potuto contribuire ad aiutarla economicamente. E Francesca li ricordava ancora, i litigi furiosi nei quali non faceva altro che dire a Paola quanto fosse una persona codarda. Solo con il tempo, poi, era riuscita a capire il punto di vista della sua migliore amica. Quando gli anni passavano e Mattia non tornava, si convinceva del fatto che Paola aveva ragione a pensare che lui non si sarebbe mai preso le proprie responsabilità. Ma, nonostante tutto, era una questione troppo importante per restare segreta per sempre ed era giunto il momento di porre fine a quell'enorme bugia. Non sarebbe stato facile, ma sarebbe stato giusto.
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In fuga dagli sguardi miei.
RomanceCopertina: @xEdenB Paola gli aveva detto addio. L'aveva fatto quella gelida mattina di novembre, afferrandolo per il colletto della camicia bianca ormai sgualcita, spingendolo ripetutamente verso la porta e urlandogli contro di non voler vedere mai...