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Certe situazioni sono difficili da affrontare, certe mancanze lo sono. E fanno male. Poi però quando una mattina ti svegli e non c'hai più il volto di quella persona stampato in testa, capisci che l'hai superata. Succede, a volte, così facilmente che nemmeno te ne accorgi. Che poi magari c'è ancora un po' di dolore e sai che andare avanti non è mai facile, ma resta il fatto che ce l'hai fatta. È questa la parte più importante di quando ti ritrovi nella merda: uscirne più forte di prima.

E Paola l'aveva capito quando le settimane e i mesi erano trascorsi lenti, che pareva non finissero mai, e solo sentir pronunciare il suo nome le faceva contorcere lo stomaco. Non per la rabbia, bensì per la tristezza e per la consapevolezza di aver perso. Di averlo perso. Paola s'era poi resa conto che alla fine Cristian aveva ragione quando le ripeteva ogni singolo giorno che lei era una donna forte e, così come tutte le condizioni spiacevoli affrontate in passato, sarebbe uscita a testa alta anche da quella.

Quando la mattina apriva gli occhi, Paola non si sentiva come se dipendesse ancora da lui e da tutte le differenti sfumature della sua voce. Quando suonavano al campanello o squillava il cellulare non sperava più che fosse lui a cercarla, un po' perché s'era rassegnata e un po' perché, a causa della troppa attesa, non avrebbe saputo più cosa dirgli. Che poi, se Paola ci pensava, neppure la ricordava quand'era stata l'ultima volta che aveva avuto una conversazione con lui degna di essere chiamata tale. Quand'arrivava la sera poi succedeva che Paola non aveva bisogno di numerose distrazioni pur di non cedere, di stare attenta a non crollare. Perché oramai le bastavano uno dei suoi libri e una fumante tazza di tea per sentirsi tranquilla e spazzare via quell'assurda paura di non farcela.

Capitava che ogni tanto, di rado, sentisse ancora quel pesante macigno sullo stomaco che le faceva mancare il respiro. Ma infondo c'era abituata e non le restava nient'altro da fare che aspettare che s'alleggerisse. Ciò accadeva quando un intenso pensiero di lui e del suo modo di guardarla la sfiorava, o anche quando Cristian, Francesca o chiunque altro provasse a darle informazioni sulla sua nuova vita.

Non lo voleva sapere, Paola, come lui se la stava passando. Aveva sentito per sbaglio che s'era trovato un'altra donna e che del vizio delle canne non se n'era liberato. Ma, seppure non ne avesse la certezza, immaginava che stesse bene. Lo notava ogni volta quando lui andava a prendere Mia e i loro sguardi s'incrociavano. Aveva una luce negli occhi, lui. La luce di chi ha ricominciato. La stessa che c'era negli occhi di Paola.

Eppure entrambi, raramente, s'erano chiesti se avessero realmente dimenticato o se il loro cuore era restato indietro. E una risposta certa non se l'erano dati ancora.

Quella mattina a Roma pioveva, seppure mancassero solo pochi giorni all'arrivo dell'estate. Nel bar della famiglia Marotta non c'era nessuno a parte Paola e Cristian, seduti l'uno accanto all'altra in silenzio, perché con un tempo del genere erano poche le persone che si degnavano di uscire di casa. Il rumore del cucchiaino che il ragazzo continuava a far girare all'interno della tazzina di caffè ormai vuoto pareva riecheggiare senza sosta e in modo forse un po' troppo irritante per i gusti della mora. Poco dopo, infatti, Paola lo guardò truce e lui smise di colpo.

«Virginia non mi ha ancora scritto» disse, dopo alcuni secondi di silenzio.

Paola sospirò con amarezza. «Lo so - mormorò, visibilmente dispiaciuta - me l'hai già detto appena sei arrivato» gli fece notare.

Cristian annuì, perché era consapevole di averglielo già detto ma il motivo per cui gliel'aveva ripetuto era che non aveva nient'altro da dirle poiché quello era il suo unico pensiero in quel momento. Da quando avevano litigato pesantemente tre giorni prima, Virginia non s'era più fatto vivo. Né una telefonata, né un messaggio. Era completamente sparito e il giovane non accennava a fare il primo passo poiché fermamente convinto di non aver fatto nulla di male e di essere quindi dalla parte della ragione.

In fuga dagli sguardi miei.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora