«Non risponde.» Giorgio appoggiò il cellulare sul tavolino con un gesto del tutto privo di delicatezza, ormai alterato per gli inutili tentativi di chiamare la sua fidanzata Francesca che, a causa della furiosa discussione avuta la settimana precedente, si rifiutava di parlare con lui. Giorgio non la capiva, non comprendeva il suo ragionamento e soprattutto non voleva accettare il fatto che lei avesse scelto di continuare il suo lavoro da cubista anziché stare con lui. Non che l'avesse messa di fronte ad una scelta, ma di certo non sarebbe riuscito a stare insieme a lei ed essere costretto a convivere con la preoccupazione che decine di uomini stiano guardando il corpo della sua ragazza.
Paola, seduta di fronte a lui, sospirò amaramente. Era uscita di casa con l'intenzione di passare un normale pomeriggio di shopping con sua figlia fino a quando, dopo un'ora di passeggiata e due buste fra le mani, un forte acquazzone aveva deciso di rovinarle i piani costringendola a ripararsi nel bar più vicino. Aveva adocchiato Giorgio e Daniele seduti attorno ad un tavolino in lontananza e lei e Mia si erano unite a loro, scoprendo così che i due erano vecchi amici d'infanzia. Tra una parola e l'altra, nell'attesa che il sole tornasse a splendere, Paola e Daniele avevano deciso di allearsi per sistemare la crisi d'amore che stava travolgendo Giorgio e Francesca. «Richiamala.» propose le ragazza, aiutando sua figlia a pulirsi le labbra sporche di cioccolato con un fazzoletto.
Daniele, rispondendo al posto dell'amico, scosse il capo in segno di negazione. «L'avrà chiamata circa quindici volte, abbiamo bisogno di un piano più innovativo.» constatò, appoggiando i gomiti sul tavolino circolare e prendendosi il mento fra le mani come per dimostrare la sua serietà.
Giorgio osservò i due ragazzi con la fronte corrugata, chiedendosi per quale motivo non stessero prendendo la questione come una cosa seria ma piuttosto come un gioco, improvvisandosi due aiutanti di Cupido, il fottuto dio dell'amore che con la sua freccia l'aveva fatto innamorare della persona sbagliata. «Credo che restare qui a pensare non risolva un bel niente.» Giorgio proferì quella frase giocando con il muffin malridotto nel suo piattino, interrompendo i pensieri contorti degli altri due.
A quelle parole Paola sembrò scattare, con un piccolo balzo rinunciò alla sua postura sciolta per sistemarsi con la schiena rigorosamente dritta, rischiando di far cadere Mia che se ne stava comodamente seduta sulle sue gambe a mangiare i dolcetti di ogni genere che le aveva comprato Daniele. «Beh, e allora che aspetti? Va' da lei.» lo incitò, compiendo un gesto strambo con la mano per fargli capire di sbrigarsi e di non perdere altro tempo.
«Ci ho provato così tante volte da aver perso il conto. Non vuole neppure aprirmi la porta, è troppo orgogliosa.» le spiegò, lamentandosi e schiacciando con la forchetta l'impasto irriconoscibile nel piattino posto davanti a lui, all'interno del quale precedentemente c'era un muffin e una barretta di cioccolato che ormai a causa sua avevano perso le caratteristiche fondamentali che potevano permettere di distinguerli.
Paola non poté che dargli ragione, conoscendo la sua coinquilina più di qualsiasi altra persona aveva imparato che, per quanto riguarda le cause dei litigi, Francesca tendeva sempre ad ingigantire le situazione facendola sembrare una catastrofe universale. Come quando una lampadina viene accesa, il suo cervello ebbe un'idea per chiarire i problemi della giovane coppia. «Vieni a cena da noi, stasera. Te la apro io la porta.» Aggiunse l'ultima frase con ironia notando lo sguardo deluso di Giorgio che, nell'udire quelle parole, sorrise compiaciuto.
«Sarebbe fantastico, se questo non mettesse in serio pericolo la vostra amicizia.» borbottò, riabbassando lo sguardo verso il miscuglio creato con le proprie mani.
Daniele, che intanto seguiva attentamente lo scambio di battute fra i due e giocava con Mia, puntò gli occhi su Giorgio e corrugò la fronte in un'espressione stranita. «E perché dovrebbe mettere a rischio il loro rapporto?» chiese, realmente scosso da quell'ipotesi. Paola annuì, lasciando intendere che fosse confusa almeno quanto l'altro ragazzo.

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In fuga dagli sguardi miei.
RomanceCopertina: @xEdenB Paola gli aveva detto addio. L'aveva fatto quella gelida mattina di novembre, afferrandolo per il colletto della camicia bianca ormai sgualcita, spingendolo ripetutamente verso la porta e urlandogli contro di non voler vedere mai...