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È incredibile quello che senza saperlo sai darmi.

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«Pensi che durerà?» Mattia interruppe il silenzio rilassante che si era creato nella camera, sussurrandole quelle parole all'orecchio senza accennare a smettere di accarezzarle il braccio destro.

Paola, che fino a quel momento era stata intenta ad osservare le goccie di pioggia che s'infrangevano violente contro il vetro della finestra della camera da letto del ragazzo, voltò il capo verso di lui e corrugò la fronte in segno di smarrimento mentre un punto interrogativo immaginario le si dipinse sul volto. Sentirsi porre quella domanda senza un apparente senso l'aveva mandata in confusione e, prima di rispondere, si chiese mentalmente a cosa lui si stesse riferendo senza ottenere alcun risultato.

«Che cosa?»

Mattia si portò una mano fra i capelli, sollevando il busto in modo da trovarsi seduto al centro al letto. Le fece segno, poi, di accomodarsi fra le sue gambe e Paola non se lo fece ripetere due volte; si sollevò a sua volta, sistemandosi con la schiena contro il petto del ragazzo che l'aveva subito stretta forte a sé. «Questa... cosa fra di noi, intendo. Credi che durerà?» ripeté con difficoltà, sperando con tutto se stesse che lei non avesse la brillante idea di chiedergli il motivo per il quale le stava ponendo quella domanda poiché si sarebbe imbarazzato tanto e non avrebbe saputo cosa rispondere.

Sospirò, abbassando il capo in direzione delle proprie mani e prendendo a giocare con la fedina che portava all'anulare sinistro nella quale c'era inciso il nome di Francesca, quella che considerava non solo come una semplice migliore amica ma come una sorella, una madre, un'ancora di salvezza.

«Non lo so, forse no.» rispose, schietta e sincera. Avrebbe voluto avere certezze, rispondergli di sì, ma non ci riuscì nel momento esatto in cui nella sua mente si fece spazio la figura di Mia. Non gliel'aveva ancora detto, nonostante le settimane passassero veloci e il loro rapporto s'intensificava sempre di più. Non ce l'aveva il coraggio per raccontargli la verità seppure fosse consapevole del fatto che non avrebbe potuto nascondergli ancora per molto che lui era il padre di sua figlia.

Il giovane la squadrò, confuso e in parte anche un po' offeso.

«E allora perché continui a vedermi, se pensi che finirà male?» le chiese, realmente voglioso di conoscere la risposta a quella domanda. Lui avrebbe sicuramente smesso immediatamente di frequentare una ragazza se si fosse sentito insicuro e fu per questo che, in quel momento, si sentì illuso e preso in giro dall'unica persona per la quale avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non perderla.

«Perché ci voglio provare. - s'affrettò a rispondere, combattendo contro l'impulso di chiedergli di smettere di trattare quell'argomento. Non era mai pienamente sincera con lui e quella volta, seppure la voce tremasse, aveva intenzione di esserlo. - Voglio provare a superare tutti gli ostacoli: l'amarezza improvvisa, i periodi no, i gesti sbagliati, le parole pesanti, le dimostrazioni non date, le.. bugie. Tutto. Perché sai, Bellegrandi, ci sono cose per cui vale la pena rischiare.»

Evitò di voltarsi verso di lui ed incrociare il suo sguardo, osservando qualsiasi oggetto presente in quella stanza pur di non cedere alla tentazione di scoprire quale fosse l'espressione di Mattia per poterne interpretare il significato.

Appoggiò la fronte contro la tempia di Paola, lasciandole diversi baci leggeri e delicati sulla guancia. Sorrise, fra uno schiocco e l'altro delle proprie labbra; sorrise, perché per un attimo aveva temuto il peggio e invece la situazione si era dimostrata quella che lui voleva che fosse: Paola era determinata quanto lui a buttarsi in quella relazione, a rischiare.

«E io ne valgo la pena?» sussurrò fra i suoi capelli, beandosi poi di sentirne il profumo che essi emanavano e che da sempre era rimasto lo stesso.

In fuga dagli sguardi miei.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora