Capitolo 39

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Ilaria

"Devo uscire", è la frase che mi ripeto da più di cinque minuti mentre l'acqua del rubinetto della doccia scorre, bagnandomi dalla chioma dei capelli ai piedi.

Uscire dalla doccia sarebbe ritornare alla realtá, quella che avevo abbandonato il giorno in cui ho lasciato Napoli. Il giorno che ho messo piede nella villa per coronare il mio sogno.

La realtá non si avvicina minimamente a quello che ho vissuto fino ad oggi. Io sono in un sogno dal quale molto, molto presto mi risveglierò e io non voglio, ma devo.

Devo. Devo affrontare i giorni senza loro. Senza i loro sorrisi, i loro fare da bambini e i loro abbracci. Avevo promesso a Mirko che non avrei pianto ma non ce la faccio. Non ce la faccio a dirgli Ciao di nuovo senza sapere quando li rivedrò.

È il momento di uscire mi dico. Avvolgo l'asciugamano intorno al corpo ed un'altra raccogliendo la mia folta chioma bionda. Esco dal bagno e un profumo di vaniglia fa capolinea nelle mie narici. È buonissimo. Apro l'armadio cercando di trovare abiti comodi per il nostro pigiama party ed opto per una tuta estiva, lasciando intravedere parte del bacino e dalle ginocchia in giù.

Forse è l'ora di fare la valigia.

Forse..

Forse è l'ora di farla. Mi abbasso al lato del letto e la tiro fuori. Beh, si, l'avevo messa sotto il letto per qualunque evenienza. La carico su, la apro ed inizio a riempirla con i vestiti che avevo riposto nell'armadio, rimamendo da parte un completino che userò domani per il viaggio.

Il viavai tra l'armadio e la valigia continua fin quando qualcuno bussa alla porta, non faccio in tempo a chiedere chi sia che spalanca la porta e si tuffa sul letto accanto al mio.. Mirko.

Mi guarda sorridendo mentre infilo in valigia tutto quello che trovo in giro. Cinque minuti dopo si alza ed esce sbattendo la porta, lasciandomi senza parole.

È bipolare? Boh!

Forse è arrabbiato, deluso o forse solo triste per la mia partenza. Lascio perdere quella cazzo di valigia che non voglio fare e prendo il mio diario o meglio il mio compagno di viaggio.

Caro diario,
Ora che ci penso dovrei sceglierti un nome, non mi piace piu "caro diario" .. andiamo al dunque,
ci siamo quasi, sto facendo le valigie e ho una viglia tremenda di piangere e disfarla. Perche?  Perchè deve essere cosí difficile? Sto vivendo una favola e mi va bene cosí, è piú bella della realtá. Nella mia favola il principe azzurro non c'è, c'è un eroe ed indossa un braccialetto rosso, si chiama Mirko. È piú bello perchè è diverso dagli altri e io non sono la solita principessa rinchiusa nel castello da salvare ma una scimmietta ahahah la sua.

Nel bel mezzo del mio racconto entra Piuzzo chiedendomi di scendere a merendare con loro. Annuisco, lui guarda la valigia sul letto, sospira e mi lascia sola.

Lascio uscire un lungo sospiro, chiudo il diario e li raggiungo giù dove stranamente regna il silenzio più totale. C'è tensione.

Li guardo uno ad uno cercando di decifrare qualcosa nei loro sguardi ma così non ottengo niente. Guardano tutti in basso il proprio cellulare. Ma che cazzo? Ora mi incazzo sul serio.

Ila: SMETTETELA! Finitela di fare come se non succedesse niente. Si, domani parto cazzo. È così difficile dirvi ciao o addio non so - dico con un filo di voce mentre le lacrime mi rigano il volto -

E in quel momento che ho incrociato lo sguardo di Mirko, i suoi occhi color cioccolato che non ho capito più niente. Ha uno sguardo triste o deluso per la promessa che ho appena infranto, speravo davvero che si alzasse da quella sedia e mi abbracciasse forte come desideravo ma nulla di tutto ciò accade, rimane li, impassibile. Forse ha alzato un altro muro escludendomi, da non soffrire la mia partenza.

Un' Estate Indimenticabile ||  Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora