Percy: dalla Casa del Lupo al Campo Giove pt. 3

1.1K 82 21
                                    

Percy avrebbe dovuto trovare un passaggio: non poteva proseguire a piedi. Non dopo il giorno prima. E se, una volta lasciata Sonoma, avesse impiegato giorni a raggiungere il successivo centro abitato? Ok, con la scorta che aveva fatto all'ipermercato, era pronto per un'eventualità del genere, ma era stanco di camminare. Gli facevano male i piedi. E sarebbe stato più facile essere attaccato da mostri, se si fosse trovato da solo in mezzo al nulla di nuovo. Le gorgoni gli erano saltate addosso tra i mortali, che tra l'altro non avevano notato niente per qualche strano motivo, vero, ma in ogni caso muoversi più fretta avrebbe aiutato. Ripensò alle ultime parole di Euriale, prima che la sommergesse con tutte quelle palle da bowling. Lo aveva chiamato 'figlio del dio del mare'. Sapeva di essere un semidio, secondo Lupa discendeva da una divinità romana, quindi... chi era il dio romano del mare? Percy sperò che tutta quell'ignoranza fosse dovuta alla perdita di memoria, e che non fosse così normalmente. Aveva l'impressione però che fosse una speranza mal riposta. Sapeva tradurre a prima vista il greco antico ma non conosceva gli dei romani? Che storia era?

Diede un'occhiata al gps. Per arrivare alla fine di quel viaggio doveva seguire il suo istinto, che per il momento gli diceva di muoversi verso sud. Si concentrò cercando di decidere la prossima tappa: non ne aveva sentito troppo parlare, ma lo Stretto di Carquinez lo ispirava per qualche strana ragione. Decise di recarsi lì. Peccato distasse chilometri da dove si trovava. Ora era diventato decisamente importante trovare un passaggio.

Svoltò in una piazza enorme, con al centro una fontana. I suoi poveri piedi chiedevano pietà... Si sedette sul muretto che dava sull'acqua per riposarsi. Una bambina, lì vicino, lanciò nella vasca un quarto di dollaro. Percy aveva bisogno di soldi, ma non voleva mettersi a rubare. Poteva già definirsi un ladro incallito per la faccenda dell'ipermercato, le cui guardie di sicurezza oramai dovevano averlo già identificato e chiamato la polizia. No, non avrebbe fregato le monetine dei desideri dei bambini. Fece scorrere un dito sull'acqua, e fu sorpreso quando venne avvolto da una piacevole sensazione. Era una cosa normale? I piedi smisero di dolergli. Affondò un po' più la mano e in pochi secondi si ritrovò pieno di energia. Carino, quel trucchetto. Ma come funzionava? Doveva c'entrare suo padre, chiunque fosse...

Il suo stomaco brontolò. Percy sentiva che sarebbe stato uno spreco usufruire delle sue scorte già da subito, ma, non avendo idee migliori, optò per una pausa pranzo e si ficcò in bocca un sandwich. Lasciò lo zaino aperto, e si accorse della testa del panda di peluche che ne faceva capolino. Si affrettò a chiuderlo, non prima però che un gruppo di ragazzi più o meno della sua età -quanti anni aveva, di preciso?- lo vedesse e si allontanasse ridendo.

Anche per lui, però, era arrivato il momento di andarsene. Non era sicuro di ciò che potevano aver capito i mortali dal video della sicurezza dell'ipermercato, ma di sicuro avevano notato che lui c'entrava, in qualche modo. Lo avrebbero cercato. Il semidio sbuffò: aveva la strana sensazione che non fosse la prima volta che si ritrovava in situazioni del genere. Si alzò e scese a caso una via di quelle che sfociavano nella piazza in cui si trovava, ricordandosi solo dopo qualche minuto di avere un gps con sé. Scoprì di aver preso la direzione opposta a quella che si era deciso a seguire, e tornò indietro di malavoglia. Quanto avrebbe voluto avere i soldi per chiamare un taxi.

Vagò apparentemente senza meta per un po', cercando di proseguire verso sud. Dopo un'oretta raggiunse la periferia di Sonoma. Quella zona della città non doveva essere un centro abitato, perché era pieno di fabbriche che emettevano rumori assordanti oltre che fumo puzzolente. Percy dovette tapparsi il naso, dopo qualche minuto. In una ditta di succhi di frutta due uomini stavano caricando un camion con enormi casse di legno dall'aria pesante. Quello che attirò di più il semidio, però, fu la conversazione, che riuscì a sentire anche con il baccano dei lavori all'interno.

Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora