Luke: in fuga da casa pt. 5.B

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Rieccoci qua :). E, boh, se per un qualunque motivo sei qua prima di aver letto la parte 5, ti consiglio vivamente di tornartene indietro. A me capitano questi sbagli, faccio spesso casino con le notifiche (tipo con gli ultimi due aggiornamenti di Zaffiro Blu, ho letto il nuovo capitolo prima di quello precedente. Dei, gli spoiler). Ok, partiamo con i numerelli :D

Lo so benissimo, l'ho scritto anche sul capitolo precedente, con molta probabilità inutilmente. Scusate se mi preoccupo per quelle povere persone che sono imbranate come me.










1. NUMERO 1. Tu che non sei andato a controllare. Da questa parte :).

Luke approfittò del momento per allontanarsi. Aveva come l'impressione di conoscere cosa aveva causato il rumore: la stessa finestra da cui era entrata Talia, a cura di qualcuno non abbastanza piccolo e agile da passarci senza doverla distruggere prima. Inoltre, anche il buttafuori, così ribattezzato in seguito a certi fatti recentemente accaduti, si stava dirigendo in quella direzione. Il semidio avrebbe potuto far fronte a due problemi in un'unica mossa. Se tutto fosse andato per il meglio. Cosa che non sarebbe mai successa.

-Talia...?- riprovò a chiamare, a bassa voce. Ancora, nessuna risposta. Lontano, il buttafuori imprecò. Lontano, ci fu un tonfo. Luke non ci teneva a scoprire cosa fosse. Silenziosamente, fece un rapido giro del secondo piano, attento a tenersi alla larga dalla zona calda. Perlustrò il resto della stanza, ma ancora, della figlia di Zeus nessuna traccia. Finì per arrivare alla conclusione che, seriamente, non si trovasse su quel piano. La sua solita fortuna. Diede un'ultima occhiata in giro, prima di dirigersi di nuovo verso la scalinata in marmo e rifare il suo trionfale ingresso... nell'ingresso.

La commessa lo fissò timorosa quando lo vide, ma non ebbe il coraggio di alzare un dito.

-Signorina...- Luke la salutò con breve cenno del capo, ma la cosa non servì a tranquillizzarla. Con un sorriso sghembo, si defilò. Ma non fuori da Armani, come probabilmente la bionda sperava. Semplicemente si infilò in un reparto a caso.

Ricominciò a chiamare la figlia di Zeus. Ma neanche laggiù ebbe risposta. Stava iniziando a considerare l'idea di rinunciare e scappare via per sempre, quando qualcosa accadde. Un rumore sordo. Luke lo seguì, fino a ritrovarsi di fronte a una porta grigio topo. "Solo personale autorizzato" c'era scritto su un candido cartello. Il semidio si trovava implicato in un caso personale, il che che lo autorizzava a fare qualsiasi cosa in suo potere pur di raggiungere lo scopo, quindi non c'era alcun problema. Sì, se avesse continuato a ripeterselo forse in tempo un paio di anni ci avrebbe creduto. In ogni caso, il fato venne in aiuto ai suoi conflitti interiori: la porta saltò in aria. Letteralmente. E Luke fu sbalzato all'indietro insieme a lei.

-Ecco fatto- esclamò una voce. Una di quelle di prima, in strada. Uffa. Il semidio non ci aveva azzeccato.

-Scherzi, vero?- questa doveva essere la femmina. –Così la metterai in allerta. Dove hai il cevello?

Luke si risollevò da terra. Nella caduta aveva rotto qualche boccetta di profumo, e l'aria si era fatta irrespirabile. Ma almeno il buttafuori era ancora al piano superiore. Forse non si era accorto di nulla. Forse. Quando fu di fronte ai tre mostri, la prima cosa a cui pensò era che se li ricordava vagamente diversi. Tipo con due occhi.

Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora