Percy: dalla Casa del Lupo al Campo Giove pt. 10

619 50 75
                                    


Percy si accampò nel parco di Martinez. Si accampò... diciamo così. In verità, dopo aver corso a lungo per essere sicuro di aver seminato le auto della polizia, si era buttato sulla prima panchina che aveva trovato libera, aveva tirato fuori il panda-cuscino e si era addormentato al volo, usando la stuoia come coperta contro l'aria gelida della notte. Non era servito a molto, ma il semidio stava ronfando troppo profondamente per accorgersi che tremava come una foglia.

Per la prima volta dopo giorni, sognò. Era avvolto da una fitta nebbia, che gli impediva di identificare il luogo in cui si trovava. Ma riusciva a percepire delle voci. E degli strani suoni, simili a dei colpi di martello su una superficie metallica.

-Come procede?- domandò quella che doveva essere una ragazza.

I rumori si interruppero.

-Benissimo- rispose allegro qualcuno. –Ma mi serve un parere. Sai, il progetto non è del tutto completo, e ho ancora qualche emblematico dubbio.

-Chiedi pure. Sono felice di rendermi utile- Percy si immaginò la tipa sorridere dolcemente.

-Ok- si sentì sfregare della carta. Probabilmente il ragazzo stava srotolando dei progetti, o qualcosa del genere. –Ecco, guarda: per rendere i comandi meno complicati ho deciso di impiantare un sistema utilizzabile anche a distanza.

-E dovrebbe essere questa massa informe vicino all'omino sorridente?- domandò l'altra, dopo qualche istante di silenzio.

-Che?!- altri rumori. –Ah, no, aspetta, foglio sbagliato. Questo è il disegno che ho fatto da piccolo. E comunque quella 'massa informe' vicino all'omino sorridente sarebbe un... fiorellino? Anzi, no: credo sia un timone...

-A me sembra più un coniglietto...

-Non è mica questo il punto- sbottò il ragazzo. –Cioè, sul serio, mi credi tanto stupido da basarmi su un disegno dell'asilo per una cosa tanto importante?

-è che sono andata a scuola con te per anni- l'altra soffocò una risata. –Non è che tu sia migliorato molto in arte...

-Quindi io disegnerei come un poppante.

-L'hai detto tu, non io.

Il tipo sbuffò. Dai suoni che percepiva, Percy immaginò stesse cercando il foglio di carta giusto.

-Ecco qua- esclamò dopo un po'. –Trovato. Vieni a dare un'occhiata.

La ragazza fece qualche passo. –Quindi questo sarebbe il tuo super-progetto...

-Esatto. Che te ne pare?

-Guarda. In questo punto c'è la stessa massa informe di prima. Ti piacciono proprio tanto i conigli.

-Non è un coniglio!- il ragazzo arrotolò di nuovo il foglio, poi sbuffò. –Donne. Non capite niente della vera arte.

La tipa ignorò il commento. –Comunque sia, cosa volevi chiedermi?

-Ah, già, quello. Un dilemma atroce. Secondo te per il sistema di controllo ci starebbe meglio il telecomando della Wii o il lettore di movimenti della Xbox?

Ma cosa? Percy si domandò cosa stessero costruendo, e a quale genio verrebbe in mente di utilizzare i circuiti di un videogioco per farlo funzionare. Seriamente, niente sarcasmo: avrebbe voluto congratularsi con chiunque-fosse-quel-tipo.

-E sarebbe questo il tuo dilemma atroce?- sbuffò invece la ragazza.

-è importante!- protestò l'altro.

-Chiamami quando avrai davvero bisogno di qualcosa- il semidio sentì dei passi allontanarsi.

-Ehi, aspetta, Reginetta di Bellezza! Che ne dici almeno di un tavolino meccanico che si occupi delle pulizie? Ho già in mente un paio di nomi da dargli.

Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora