Percy: dalla Casa del Lupo al Campo Giove pt. 8

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Stranamente, per i primi dieci minuti di viaggio non successe niente. La poliziotta al volante continuò a guidare seguendo la stradina, interrompendo ogni conversazione che l'altra cercava di intraprendere con il semidio sul nascere. Percy non sapeva se fosse un bene o un male. Ma non aveva ancora intenzione di abbassare la guardia, nonostante si sentisse più tranquillo che all'inizio. Ok, da quando era partito ogni cosa che aveva incontrato lungo il cammino aveva cercato di ucciderlo. Questo non significava però che dovesse sempre andare così. Vero?

Controllò il gps: stavano proseguendo nella direzione giusta. Gli sembrava quasi un sogno. Ebbe l'impressione che la cosa non sarebbe durata.

-Uhm, allora...- esordì. Aveva bisogno di capire se i suoi dubbi erano fondati, anche se il modo in cui si erano fermate in mezzo alla strada e avevano cercato di convincerlo a farsi dare un passaggio bastava di per sé. –Cosa andate a fare di bello a Martinez? Questioni di lavoro immagino.

-Diciamo così- ridacchiò la donna del finestrino in modo alquanto inquietante, meritandosi una gomitata da quella alla guida, che per poco non sbandò.

Cioè, questo è quello che il ragazzo comprese. Tra i sedili posteriori, dove si trovava lui, e i posti davanti, come in ogni volante della polizia che si rispetti si trovava una grata, che gli impediva di vedere chiaramente cosa succedesse dall'altra parte. Anche questo contribuiva a dargli la sensazione che qualcosa non andasse.

-Va tutto bene?

Non che gliene importasse sul serio, ma in qualche modo doveva pur portare avanti la conversazione.

-Benissimo- tagliò corto la poliziotta che guidava, curvando in modo tanto brusco da far finire il semidio contro il finestrino.

-Ma chi è l'idiota che ti ha dato la patente?- domandò Percy massaggiandosi la testa, dove aveva battuto, per poi accorgersi di averlo detto ad alta voce. Beh, aveva fatto figuracce molto peggiori.

-Ecco...- iniziò a spiegarsi quella.

-Sorellina, cosa sarebbe esattamente una 'patente'?- la interruppe l'altra. –Non capisco niente di questi stupidi aggeggi mort... ahia! Smettila di colpirmi.

A quanto pare la simpatica donna si era appena beccata un'altra gomitata dalla... un attimo. Sorella? Una poliziotta che non sa cos'è la patente stradale? E l'ultima parola che cercava di dire era mortali? Insomma, Percy non era così tanto stupido; aveva valutato la possibilità che le due fossero mostri, ma sorelle, con quelle voci... non di nuovo.

-La mia collega sta scherzando- cercò di giustificarsi Euriale, sottolineando la parola 'collega'. –Sa benissimo di cosa stavamo parlando. È una tale burlona.

Erano tornate in vita in fretta. E dire che il semidio aveva osato sperare che l'acqua del canale disperdesse in fretta le loro ceneri. Evidentemente, la corrente quasi inesistente non era bastata per far sì che questo accadesse. Cercò di mascherare il fatto che aveva capito tutto.

-Sì, anche a me capita di fare cose del genere...- e chi lo sa? Magari era anche vero.

Ricontrollò il gps. Iniziava a chiedersi come avrebbe fatto senza, visto che lo aveva sempre in mano. La direzione era ancora quella giusta. Allora dove stava il trucco? Sì, perché doveva essercene uno. Decise di far finta di niente finché gli fosse stato possibile, poi avrebbe improvvisato. Doveva farsi portare il più vicino possibile al suo obiettivo. Certo però che se Stanlio avesse continuato a sparare cavolate e a smentirsi da sola sarebbe stato difficile far credere di essere tanto stupido da non aver capito niente. Anche perché potevano essersi già insospettite. Almeno la sorella intelligente poteva.

Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora