Solo quando lasciarono la mensa per dirigersi verso il limitare del bosco, dove il gioco avrebbe avuto inizio, Piper si accorse di non aver messo Chirone a corrente dei fatti. Certo, teoricamente avevano l'appoggio –o almeno aveva provato a interpretarlo come tale- del signor D, e quello di per sé sarebbe dovuto bastare. Ma cosa avrebbe combinato se fosse finita in coppia con Leo? Non era poi un gran problema, c'erano sempre Jason e Annabeth che potevano occuparsi di tutto. Ma l'idea era stata sua. Ci teneva a partecipare in prima persona.
-E così, il tuo incredibile piano malvagio alla fine ha funzionato, eh?
La semidea si prese un colpo quando Leo le comparve accanto. Sì, effettivamente quel giorno era la seconda volta che si spaventava per qualcosa di simile. Ma non era lo stesso di qualche ora prima, nella cabina di Atena. Piano? Quale piano? Cioè, lei sapeva perfettamente quale, ma come aveva fatto lui a capirlo?
-Ehm, io... in verità...- farfugliò. Che poteva dire? Non credeva l'avrebbe scoperta. Decise di andare sul classico e di fingere di non sapere di cosa stesse parlando. –Che vuoi dire?
-Vuoi davvero farmi credere che Jase mi è stato dietro tutto il giorno di sua spontanea volontà? Mi ha seguito in bagno. Renditi conto.
Piper cercò di scacciare l'immagine compromettente dalla testa.
-Magari è il tuo migliore amico e ti vuole bene?
-Per favore- lui alzò gli occhi al cielo. –Non siamo tanto affiatati da condividere il gabinetto. Nessuno dovrebbe esserlo.
-Ma...- qualcosa non tornava. –I bagni della nave non erano ancora da cominciare?
-Appunto.
Va bene. Quella domanda non avrebbe dovuto farla. Non voleva certo entrare nei dettagli del magico mondo dell'urina, soprattutto se quella proveniva da ragazzi. Che schifo. Cambiare argomento, doveva cambiare argomento...
-Come ti avrebbe convinto a venire?
-Come se tu non lo sapessi- le lanciò uno sguardo complice, ma non sembrava affatto arrabbiato. –Lo so che l'hai mandato tu. Lo so. Volevi disperatamente che mi prendessi una pausa e gli hai chiesto di stalkerarmi.
Ah. Bene. Allora era tutto lì quello che aveva capito del suo 'piano malvagio'. La figlia di Afrodite sospirò di sollievo.
-Che c'è?- chiese il semidio.
Lei cercò all'ultimo di far passare quel suo gesto per una risata, ma non ebbe molto successo.
-Wow- affermò. –Mi hai scoperta. Come fai ad essere tanto geniale?
La sua recitazione era peggiore perfino di quella della finta epidemia dei suoi fratelli, ma Leo non sembrò notarlo.
-Dovresti sapere che la mia intelligenza, e soprattutto la mia grande saggezza, non hanno confini.
E si vedeva proprio.
-Modesto, il signorino- ammiccò lei.
-è una delle mie tante altre qualità.
Vennero interrotti da Chirone, che come al solito, ripeté le regole della competizione per gli eventuali nuovi arrivati. La qual cosa però non guastava, dato che comunque erano passate settimane dall'ultima volta che ci avevano partecipato.
La questione era sempre la stessa: cinque mostri liberati per il bosco, all'interno dei confini, la corona di alloro nel sacchettino di cuoio, trovarla per vincere. Niente uccisioni o ferite gravi, non allontanarsi mai troppo dal proprio compagno. Cose così. Poi cominciò la parte più interessante, ovvero la divisione in squadre. Erano davvero in tanti quell'anno, al Campo Mezzosangue, e sarebbe potuta durare un bel po'.
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Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omesso
FanfictionNella saga di Eroi dell'Olimpo, come in quella di Percy Jackson, ci sono stati parecchi salti temporali che ci hanno lasciati (o almeno, hanno lasciato me) con un po' di domande. Ho deciso di colmarli inventando ciò che può essere successo verament...