Piper: durante la costruzione dell'Argo II pt. 1

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Piper cercò di ignorare il discorso melodrammatico di Drew sul fatto che avesse appena finito l'eyeliner e avesse bisogno di qualche coraggioso semidio che andasse in città a comprarne dell'altro. Tutti i suoi fratelli al tavolo di Afrodite ascoltavano con grande interesse ogni parola. La semidea sospettò ci fosse lo zampino della lingua ammaliatrice, ma non fece commenti. Leo non si vedeva da nessuna parte; doveva star lavorando alla sua nave, l'Argo II, come ormai faceva quasi ininterrottamente da giorni. Piper sapeva che la Profezia dei 7 si sarebbe presto compiuta, e che lei ne faceva parte, eppure non riusciva a immaginare che sarebbe ripartita per un'impresa simile a quella che aveva vissuto quell'inverno, un paio di mesi prima. Sospirò e svuotò la tazza che aveva davanti del latte caldo che si era versata.

Jason finì la colazione in quel preciso istante, si alzò e le fece un sorriso, prima di uscire dal padiglione. La figlia di Afrodite lo guardò allontanarsi, pensierosa. Le piaceva. Lo sapeva fin dal primo momento in cui l'aveva visto. Non era sicura al 100% che la cosa fosse reciproca, però. La Foschia le aveva creato dei ricordi falsi in cui stavano insieme, vero, ma poteva fare in modo che diventassero reali? Ricreare la storia che pensava di aver avuto insieme a lui?

Nelle ultime settimane si erano visti spesso, ma non era mai successo nulla di che. La maggior parte delle volte Piper era rimasta restia dal dirgli qualcosa di più, per timidezza, ma soprattutto per i suoi fratelli. Aveva annullato il rituale della casa di Afrodite, secondo il quale i novellini dovevano spezzare il cuore a qualcuno del campo, e loro sospettavano fosse perchè aveva una cotta per Jason. Beh, in effetti quello era stato uno dei motivi che l'aveva spinta a farlo. Comunque le stavano rendendo la vita impossibile. Ogni volta che si avvicinava al semidio sentiva che la stavano osservando, aspettando qualche gesto romantico o dichiarazione, e lei non aveva intenzione di dargliela vinta. Se mai avesse avuto il coraggio di confessare al figlio di Giove quello che provava per lui, lo avrebbe fatto in privato.

Si accorse che la stavano fissando anche in quel momento.

-Che c'è da guardare?- domandò.

-Niente, niente...- rispose Mitchell rimanendo sul vago, immergendo nel latte caldo un biscotto al cioccolato.

-Non ti stavamo guardando- mentì in modo pessimo Lacy, evitando accuratamente il suo sguardo.

-Ma finitela- sbuffò Drew. -Senti, tesoro, è a dir poco impossibile che uno schianto come quel ragazzo venga dietro a una come te. Fattene una ragione. Se proprio devi fare il filo a qualcuno prova con quel figlio di Efesto, quel Leo. Di sicuro è più vicino al tuo livello.

Piper si sentì ribollire la rabbia, sia per l'insulto a lei che a Leo.

-Bene, sorellina- ribattè, mettendo più disprezzo possibile nella parola 'sorellina'. -Apprezzo la tua opinione. Comunque, c'è il bagno della cabina da pulire e oggi è sfortunatamente il tuo turno.

-Non toccherebbe a me?- chiese Mitchell, quasi sputando la sua colazione. -Cioè... come non detto, scherzavo.

-In quanto a capo della casa di Afrodite ho purtroppo il diritto di cambiare i turni a mio piacimento. Quando torno lo voglio trovare splendente, Drew.

Si alzò, prese un pacchetto di biscotti dal tavolo e si dileguò, sicura che la sorella avrebbe trovato qualcuno a cui affibbiare il suo lavoro. Ma poco importava.

Non si diresse verso l'arena, dove Jason ogni mattina si era ormai abituato ad allenarsi in compagnia di qualche figlio di Ares, ma in direzione della baia. Aveva preso un impegno che era decisa a rispettare.

-Ehi!- salutò, a voce alta, non appena giunta sul molo.

L'Argo II diventava ogni giorno... beh, più simile a una barca. Leo aveva iniziato i lavori all'interno del Bunker 9, solo che con il suo confuso ordine mentale aveva deciso di partire dalla costruzione dall'albero maestro. Poi era passato al ponte, e solo in seguito allo scafo. Come fosse stato possibile tutto ciò, la figlia di Afrodite non ne aveva idea, ma evidentemente il suo amico era più geniale di quanto desse a vedere. In effetti, anche uomini primitivi con un cervello grande come una nocciolina erano riusciti in qualche modo a mettere in piedi monumenti come Stonehenge senza l'aiuto di alcun tipo di attrezzo. Non che stesse dando a Leo del babbeo.

Eroi dell'Olimpo: ciò che zio Rick ci ha omessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora