Chapter three

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Vis

Era passato più di un mese da quando ero scesa da quello stramaledetto aereo per iniziare la mia nuova vita in Texas. Le cose sono così diverse. Il primo giorno di scuola, per abitudine, aspettai che cadesse a terra un biglietto di Daniel; rimasi lì impalata finché non suonò la campanella della prima ora, arrivando tardi in classe. Mi mancava la presenza di Lila, non sentire più la sua sveglia suonare alle cinque di mattina, aspettarla davanti alla porta di casa per poi fare tardi alla fermata del bus.

Tutti qui sono agitati per gli esami del diploma, che inizieranno a breve, e non si parla d'altro. Scommetto che a New York invece l'argomento del giorno sarebbe stata la festa organizzata per quel fine settimana; degli esami avrebbero parlato solo una volta cominciati.
Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, quando anche Tyler se ne era andato, ed io ero sempre sola.

La campanella mi scosse dai miei pensieri, chiusi di fretta l'armadietto, iniziando a correre verso l'aula. Come al solito non ascoltai molto a lezione, scribacchiai solo qualche appunto, per dare l'illusione di essere attenta. Iniziavano anche a mancarmi i professori, incredibile ma vero.

Durante la pausa pranzo mi sedetti sola, come solito, finchè non mi si avvicinò una ragazza dai capelli biondi e corti fin sopra le spalle, con gli occhi azzurri. Non erano dello stesso colore di Lila, bensì più chiari. Sospettai fosse la ragazza più popolare della scuola, dato l'aspetto, e mi chiesi cosa potesse volere da me.

"Ciao, sono Tracy" disse sedendosi al mio fianco. Gli lanciai un'occhiata facendole capire che volevo restare sola, ma lei non se ne andò: rimase lì e mi fece un ampio sorriso.

"Io sono Vis" risposi continuando a smembrare la mia fetta di carne. L'unica cosa che non era affatto cambiata era il cibo, sempre lo stesso schifo. Avevo anche iniziato ad usare il mio primo nome, ormai Ilary non lo sentivo neanche più mio, non dopo le parole di Daniel e Lila.

"Siamo nello stesso corso di storia" fece un altro sorriso, poi si portò una forchettata di insalata alla bocca. A quelle parole mi si strinse un po' il cuore, di risposta annuii leggermente. L'avevo vista di rado, la mia brutta abitudine di non fare caso alle persone intorno a me persisteva.

"Quali sono i tuoi hobby?" chiese. Ma non poteva semplicemente farsi gli affari suoi?

"Non ne ho" risposi secca.

"Potresti provare uno dei club della scuola. Sai, ce ne sono di interessanti" quel suo sorriso non accennava a sparire dalla sua faccia.

"Mi piacerebbe, ma c'è molto da studiare per gli esami" tirai in ballo, usando una scusa banale.

"Ma andiamo, anche tu con questa storia? Gli esami si terranno a fine semestre e siamo solo all'inizio. Ti prego non dirmi che sei anche tu una di quelle disperate studiose!" esclamò un po' scocciata, in tono di supplica. Mi scappò una risata.

"In verità no, sono la persona più pigra di questo mondo e non ho voglia di passare i miei pomeriggi qui a scuola. Ho tirato in ballo la scusa degli esami solo perché la usano tutti" risposi sinceramente. Alle mie parole tirò un sospiro di sollievo.

"Sia ringraziato il cielo non sono l'unica che non pensa al diploma appena a febbraio" iniziò a ridere e così mi permisi di unirmi a lei. Mi ero sbagliata sul suo conto. "Non sei di qui vero?" chiese poi.

"No" non volevo sembrare scontrosa, ma quella domanda non me la doveva proprio fare e risposi freddamente.

"Scusa, domanda sbagliata" disse velocemente accennando un piccolo sorriso di scuse. "Comunque cercavo qualcuno che venisse con me al corso di fotografia, se ne hai voglia fammelo sapere" propose gentilmente, poi sorrise di nuovo e si alzò incamminandosi verso il cestino a svuotare il vassoio.

La seguii con lo sguardo fin fuori dalla mensa, poi tornai a concentrarmi sulla mia pietanza ormai fredda. Decisi di buttare via tutto e seguirla.

Era ora di cercare qualcosa con cui distrarsi da quel dolore che mi perseguitava da quando ero qui, una via d'uscita, una scappatoia. Non ero in grado di farcela da sola e mi si era appena presentata su un piatto d'argento l'opportunità di farmi aiutare e cercare di andare oltre per stare in pace con me stessa.

Accelerai il passo e seguii la sua chioma bionda per il corridoio non molto affollato.

"Tracy!" chiamai. Lei si girò di scatto, sorridendomi nuovamente. Ma come diamine faceva?

"Ehi" la salutai una volta che la raggiunsi. "Hai ancora bisogno di qualcuno che venga con te al corso di fotografia?" non sapevo perché era venuta a parlare con me solo dopo più di un mese che sapeva della mia esistenza, non sapevo perché fosse interessata a trascinarmi con lei al corso e tanto meno sapevo cosa volesse da me; ma la sua solarità mi ispirava fiducia.

"Ma certo" rispose. "Ti aspetto alla fine delle lezioni per andare a iscriverci, d'accordo?"

"Va bene" risposi annuendo, lei se ne andò salutandomi con la mano e io le feci un cenno.

La fotografia mi è sempre piaciuta, pensai mentre mi incamminavo verso l'armadietto.

Angolo autrice
NON SONO MORTA, YEE! Scusatemi seriamente il ritardo e il capitolo indecente, ma l'inizio della scuola mi ha completamente prosciugata di forze e creatività. Inoltre volevo avvisarvi che cercherò di aggiornare il più regolarmente possibile, spero una volta la settimana.
Passatemi questo obbrobrio e nulla, LA SWIFT ORA È NELLA STORIA *applausi* no okay basta.

Alla prossima
-e

close as strangers [sequel of burn it down]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora