Chapter twelve

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È buffo come la vita ti riservi delle sorprese. Un momento prima tutto sembra andare secondo i piani, un secondo dopo accade quel piccolo evento fuori dai programmi, una scintilla, uno scoppio, che manda tutto a catafascio.

Un minuto fa ero totalmente convinta di non aver vinto il concorso, e ora mi sono aggiudicata una borsa di studio in via del tutto eccezionale per la mia università dei sogni.

Jake mi saltò letteralmente addosso abbracciandomi, così come anche Tracy. Il resto del gruppo di fotografia si complimentò con me, ma tutti quei complimenti arrivavano ovattatati alle mie orecchie. Io non mi ero sforzata affatto per vincere, non meritavo questa borsa di studio; eppure non volevo rinunciare.

Jake mi trascinò sul palco, mi sforzai di sorridergli. Era così felice di aver vinto, si era impegnato parecchio.

Il preside si congratulò con noi tre lasciandoci i documenti per poi andarsene dal palco. Era finito tanto velocemente quanto era iniziato.

Il terzo vincitore ci mormorò dei complimenti e raggiunse i suoi compagni, mentre le altre classi sciamavano verso l'uscita in un'unica massa.

Jake mi prese per mano sorridendomi raggiante e mi trascinò verso il nostro gruppo. Mi era difficile mascherare il disappunto, i miei scatti non erano paragonabili ai suoi.

"Sei stata bravissima" mi sussurrò all'orecchio, prima di stamparmi un bacio sulla guancia e raggiungere Jess e Theo: uno strano ragazzo suo amico.

Tracy mi travolse non appena Jake si fu allontanato.

"Dio santo, Vis! Hai vinto! Sono così felice!" disse stritolandomi in un abbraccio spacca costole.

"Grazie" risposi a mezza voce. "Tracy, mi stai stritolando" tossicchiai.

"Oh, scusa" sorrise. "Sono davvero contenta per te" aggiunse in fine.

"Grazie davvero" mascherai l'ennesimo sorriso.

"Stasera andiamo fuori a festeggiare i nostri vincitori!" esclamò raggiante Jason. Era davvero felice, aveva il sorriso stampato in faccia.

"Vis sei stata grande!" disse avvicinandosi a me per poi darmi una pacca sulla spalla.

"Grazie Jason" risposi, cercando di sembrare felice.

"Sono davvero orgoglioso di te e Jake, avete svolto un ottimo lavoro" aggiunse infine.

Stanca di ringraziare, annuii convinta. Il nostro insegnante se ne andò, lasciandomi nuovamente con Tracy.

"Chissà dove ci porterà dopo" saltellò euforica.

"Calmati dai" appoggiai le mani sulle sue spalle per fermarla. "A che università avevi fatto domanda?" chiesi mentre uscivamo dalla sala conferenze.

"Un po' a tutte quelle con indirizzo di belle arti, anche alla Boston, ma non mi hanno accettata. In fondo, lo sapevo che non mi avrebbero presa, ed è per questo che ho partecipato al concorso" disse sconfortata. "Però mi hanno preso a quella di Philadelphia, che era la mia scelta principale in ogni caso" mi informò di nuovo raggiante. Avrei voluto imparare a gestire le mie emozioni come lei.

"Davvero? Sono felice per te" dissi; ed era vero, finalmente qualcuno era felice dei risultati ottenuti da se stesso.

"Non ti vedo tanto entusiasta per la vittoria" constatò mentre raggiungevamo la nostra camera.

"Non me lo aspettavo, per niente" ammisi sincera. "Devo ancora realizzare il tutto" aggiunsi aprendo la porta della stanza e richiudendola una volta che anche la bionda fu entrata.

"Ti capisco, è una grande cosa, poi tu eri così convinta di non aver vinto" ragionò ad alta voce buttandosi sul letto, feci lo stesso.

"Già" annuii. "Chiamo mio padre" dissi prendendo il telefono dal comodino e uscendo sul piccolo balcone.

Composi il numero e aspettai che rispondesse, non avevo tenuto conto del fuso orario. Mi maledissi mentalmente quando la voce rabbiosa di mio padre rispose al telefono.

"Vis, sono al lavoro" sibilò.

"Ho vinto il concorso" dissi immediatamente provando a farla suonare come una scusa del tutto ragionevole per interromperlo.

"Cosa?" esclamò sorpreso.

"Ho vinto, vado a Boston" ripetei, e per la prima volta un sorriso sincero si fece spazio sul mio volto.

"Davvero? Sono davvero orgoglioso di te! E tu che pensavi di perdere!" rise contento. "Ora è meglio che vada, ne riparliamo"

"D'accordo" dissi per poi chiudere la chiamata.

Tornai in camera e trovai Tracy intenta a scegliere come vestirsi. Mi ricordò tremendamente Lila quando doveva prepararsi per uscire.

"Rosso o blu?" chiese la bionda riportandomi alla realtà.

"Rosso" risposi distrattamente. Gettai il telefono sul letto.

"Jason ha prenotato la saletta delle feste di questo hotel, sarà divertente" disse chiudendosi in bagno "Iniziati a preparare o faremo tardi!" mi ricordò.

Non seppi con quale coraggio presi il telefono e cercai quel nome in rubrica, premetti chiama e portai il telefono all'orecchio.

Mi stavo già pentendo del mio gesto, ma ormai non potevo tirarmi indietro.

"Vis?" chiese sbalordito dall'altro capo del telefono. La sua voce mi era mancata terribilmente.

"Daniel" sospirai.

Angolo autrice
Ho il prossimo capitolo già in testa, probabilmente lo scriverò nel pomeriggio. Amatemi.
Spero il capitolo vi sia piaciuto.
Cactus a tutti
-e

close as strangers [sequel of burn it down]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora