Daniel
"Daniel?"
Cosa mi era saltato in testa? Perché l'avevo chiamata?La sua voce mi arrivò in un sussurro, strozzata, come se stesse per piangere. Ma no, lei era Vis, la ragazza forte, lei non piangeva.
"Già" risposi altrettanto debolmente.
"Come va?" chiese continuando a sussurrare. Avrei pagato milioni per sapere cosa stesse pensando o provando, per poterle stare accanto.
"Va" risposi semplicemente. E ora, cretino? Cosa hai intenzione di chiederle? Di tornare da te? Misi a tacere tutte le domande del mio subconscio e tentai di instaurare una conversazione decente, cominciando a camminare nervosamente avanti e indietro per la mia stanza. L'unico rumore che era possibile ascoltare era un fastidioso ronzio.
"Perché te ne sei andata?" non riuscii a trattenere quella domanda, la bocca parlò senza l'approvazione del cervello, volevo sapere, dopotutto avevo chiamato per una risposta.
"Io..." la sentii sospirare rumorosamente "Dovevo stare con mio padre. Mi dispiace tanto, non sarei dovuta partire ma non posso tornare. Scusami." disse velocemente.
"Va bene, penso" risposi scosso dalle sue parole.
"Io non volevo andarmene" la sua voce era quasi impossibile da sentire, aveva un tono di voce talmente basso che mi fece preoccupare.
"Vis va tutto bene?" chiesi.
"No che non va tutto bene!" esclamò in un urlo di sfogo. "Non volevo andare via da New York, non volevo lasciarvi ma era la cosa giusta. È la cosa giusta" inspirò ed espirò fortemente, per calmarsi.
"Io... non dovevo chiamarti, mi dispiace" mi scusai frustrato.
"No. Hai fatto bene, vi ho lasciati in un modo orribile, il minimo è che mi chiediate spiegazioni" rispose afflitta.
"Devo sapere una cosa" iniziai a tremare un po', nervoso.
"Dimmi" disse semplicemente.
"Devo sapere-" mi interruppi, stavo facendo la cosa giusta ponendole questa domanda? Oh, al diavolo- mi disse il subconscio, mettendo a tacere per un attimo l'ansia in modo da poter completare la domanda. "Ho bisogno di sapere cosa provi per me. Perché c'è una cosa importante che devo dirti" iniziai a camminare più velocemente, temendo di poter scavare nel pavimento.
"Dimmela" rispose subito dopo, con un tono bramoso di sapere.
"Penso di essermi innamorato di te" dissi talmente velocemente da temere che non avesse capito, in un sussurro ansioso, aumentando ancora il passo.
La risposta tardò ad arrivare, tanto che temetti che avesse riattaccato, o che potesse non ricambiare.Effettivamente era stata una cosa piuttosto immediata, come un colpo di fulmine. Di certo non credevo a queste cose, ma parlandole attraverso quei benedettissimi biglietti, conoscendola fino quasi nel profondo, nei suoi piccoli dettagli, ero arrivato ad una sola conclusione: non potevo fare a meno di lei.
"Forse anche io mi sono innamorata di te" mi sentii rispondere.
Angolo autrice
AAAAAAHHH okay mi sono messa a sclerare mentre scrivevo il capitolo, ditemi se è possibile. Ad ogni modo perdonatemi se è corto ma lo ritenevo essenziale come passaggio nella storia, cercherò di farmi perdonare con il prossimo capitolo facendolo più lungo. Scusatemi anche se sono incostante negli aggiornamenti, credetemi mi dispiace, ma appena mi sento in vena di scrivere devo buttare giù le mie idee. Okay basta vi ho annoiati abbastanza. Spero che vi piaccia e boh,
Alla prossima💕
-e
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close as strangers [sequel of burn it down]
FanfictionQuesta storia è il sequel di "burn it down" Mi ero pentita e mi stavo pentendo delle mie scelte, ma ormai non ci potevo fare nulla, se non godermi a pieno questa nuova vita. Tutti i diritti sono riservati a @fandomsfact per trama e ciò che ne segu...