Daniel
Facevo avanti ed indietro per il corridoio di quel dannato ospedale da almeno un'ora, le gambe bruciavano e facevano male, ma non potevo evitarlo, il nervosismo mi stava mangiando vivo.
"Daniel, potresti cortesemente smetterla?" disse Lila guardandomi implorante. "Sto impazzendo" soffiò.
Inspirai profondamente, lasciandomi cadere sulla sedia accanto a lei.
"Non sapere come sta mi manda in bestia. Mi sento così impotente Lila..." lasciai andare quel sospiro insieme a queste parole."Ci sentiamo tutti impotenti, D" disse chiudendo gli occhi e poggiando la testa al muro. La imitai.
Ormai passare i weekend in Texas era d'abitudine per noi due. Venivamo qui, a turni o insieme, provando ad entrare, scongiurando i dottori di poterla visitare. Non ce l'avrebbe fatta da sola, le serviva quanto più aiuto possibile, ma le politiche dell'ospedale ci impedivano di entrare.
Cazzate.
Quando Lila mi aveva chiamato, allarmata, informandomi di Vis, il telefono mi era caduto di mano. Quasi non le credevo. Non volevo farlo.
La mia reazione era stata molto peggiore quando suo padre ci aveva informato della sua condizione. Ero quasi caduto a terra. Incredibile come la mia forza dipendesse così tanto da lei.Il chiudersi di una porta riportò me e Lila alla realtà.
Il padre di Vis, si avvicinò a noi mentre noi ci alzavamo dalle sedie. Era quasi impossibile riconoscere la sua espressione."Si è svegliata" disse piano. Un enorme peso si levò dal mio petto, come se finalmente una ferita profonda si fosse magicamente risanata dopo tanto dolore.
Lila al mio fianco mi rivolse un sorriso incoraggiante, eppure quando mi voltai verso il padre di Vis, un senso di inquietudine si impossessò di me.
"Ma..." iniziò a dire, rabbuiato.
"Ma cosa?!" mi lasciai sfuggire, troppo arrabbiato.
"Non si ricorda di voi" ed ecco che quelle fatidiche parole, come un coltello, si fiondarono sulla ferita, riaprendola.
"C-come no?" chiese Lila, sotto shock, in un soffio.
Indietreggiai, sopraffatto, tornando a cadere, come un peso morto, sulla sedia.
Fissavo dritto davanti a me, con solo una manciata di parole in testa.Non si ricorda.
Non si ricorda di voi.
Non si ricorda di te.
Come un vortice mi avevano preso, trascinandomi con loro in un turbinio frenetico. Mi sentivo male.
Sentivo voci lontane chiamarmi, forse Lila stava passando una mano davanti ai miei occhi per farmi portare l'attenzione su di lei, ma non funzionava.
Dovevo vederla, non mi importava se si ricordasse di me o no. Volevo solo vederla, vedere che stava bene. E poi avrei provato a riportarla da noi, da me.
"Posso entrare?" dissi con un filo di voce, spostando lo sguardo sul padre di Vis.
"Direi di si" rispose lui, con lo sguardo comprensivo e stanco.
Mi alzai, prendendo il coraggio di entrare a due mani, per poi poggiare la mano sulla maniglia. Guardai verso Lila, che annuiva incoraggiante, poi entrai.
APPLAUSIIIIIH
No okay, perdonatemi, vi ho spezzato il capitolo, ma almeno facendo così spero di riuscire a fare il prossimo più lungo. Cactus a tutti
-e
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close as strangers [sequel of burn it down]
أدب الهواةQuesta storia è il sequel di "burn it down" Mi ero pentita e mi stavo pentendo delle mie scelte, ma ormai non ci potevo fare nulla, se non godermi a pieno questa nuova vita. Tutti i diritti sono riservati a @fandomsfact per trama e ciò che ne segu...