Capitolo 2 - Mezzanotte

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"Ladies and Gentlemen, date il vostro benvenuto a Lord Alexander Matthew Damian Stewart e a sua figlia, Lady Alexandra Elizabeth Marie Stewart."

Sì, queste feste erano ricche di nomi altisonanti. Odiavo le proclamazioni del mio nome. Volevo essere solo Lex, la ragazza topo di biblioteca che amava la letteratura inglese. Fui distratta dallo scrosciare degli applausi e nel momento in cui guardai la sala mi sentii arrossire. Non ero abituata ad avere così tanti occhi puntati addosso. Senti la presa di mio padre rafforzarsi e feci un respiro profondo. Iniziammo a scendere la scalinata e i miei occhi si soffermarono su una figura in fondo alla sala che se ne stava appoggiata alla parete con le braccia conserte. Aveva un ghigno beffardo sul viso. Ethan. Dannazione perché ce l'aveva con me? Anche a scuola non mi dava tregua insieme a quei trogloditi dei suoi amici. Fortunatamente era all'ultimo anno di liceo e avrei dovuto sopportarlo solo per pochi mesi. Poi sarebbe andato all'università di Oxford.

Non appena misi piede sul pavimento della sala, una figura minuta mi saltò letteralmente addosso.

"Sei bellissima Lex!"

Io risi e cercai di riacquistare l'equilibrio. Strinsi forte la mia migliore amica, felice del suo abbraccio, incurante degli sguardi scandalizzati dei presenti per questo affronto all'etichetta.

"Oh, Mary. Anch'io sono felice di vederti!"

Sentii un leggero colpo di tosse alle mie spalle e mi irrigidii subito.

"Meredith, Alexandra... state avendo un comportamento davvero sconveniente. State dando spettacolo."

Ci girammo verso la voce ed entrambe sussultammo nel vedere il cipiglio di mia madre.

"Mi... ehm, perdonatemi Lady Stewart." Disse Mary abbassando lo sguardo. Cosa che io non feci. Anzi scattai come una molla.

"Adesso non posso nemmeno abbracciare la mia migliore amica, mamma?"

"Non parlarmi in questo modo, piccola impertinente. Ora vai a salutare gli ospiti. Parleremo della tua maleducazione più tardi, non voglio coinvolgere gli invitati in un'inutile scenata." E se ne andò lasciandomi lì fumante di rabbia. Strinsi i pugni e una lacrima minacciò di scendere, rischiando di rovinare il trucco.

"Dai non prendertela Lex... sappiamo che è fatta così. Andiamo a salutare questi ospiti e poi saliamo sul soppalco a prenderli in giro come facevamo quando eravamo piccole."

Mary sapeva come tirarmi sul il morale.

Il giro di saluti fu infinito e non avemmo più le forze per salire sul soppalco, quindi uscimmo in terrazza.

"Mezzanotte meno dieci... fra dieci minuti ci saranno i fuochi d'artificio, non vedo l'ora." Sospirò Mary.

Mezzanotte... quella parola mi diceva qualcosa. "...Dopo mezzanotte vieni al gazebo del roseto, devo darti il mio regalo...". Santo cielo, Ethan!

"Lex, che succede?" Aveva un'espressione confusa.

Decisi di raccontarle tutto. Era la mia migliore amica dopotutto. L'unica che sapesse, oltre a Dolores, che odiavo il ketchup negli hamburger e il fish&chips. Non lo sapeva nemmeno mia madre.

Come immaginavo Mary rimase scioccata.

"Ma quando... Come... Perché?"

"Non lo so, Mary. Ma la cosa mi puzza e non poco. Secondo te dovrei andarci?"

"Mmm... secondo me sì. Se è uno dei suoi soliti tiri mancini ci sarò io a prenderlo a pugni." L'abbracciai forte. Dalla sala sentimmo un distinto 3, 2, 1... e i fuochi d'artificio esplosero in aria.

"Tantissimi auguri Lex... ti voglio bene."

"Ti voglio bene anche io Mary. Non so che farei senza di te."

Davvero non sapevo cosa avrei fatto senza di lei. Mi aveva aiutato innumerevoli volte e mi aveva insegnato a tirar fuori gli artigli. Ecco perché a mia madre non andava così a genio. Avevo tirato fuori davvero un bel caratterino, di solito ottenevo sempre quello che volevo e mio padre mi chiamava "la sua piccola ribelle".

"Che ne dici Mary? Andiamo a vedere cosa ha in serbo per me quello scarafaggio?"

Mi sorrise complice e disse: "Andiamo."

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