Capitolo 19 - Punto di non ritorno

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Non ho chiuso occhio stanotte e non ho fatto altro che rigirarmi nel letto. Sono in piedi dalle quattro e guardando l'orologio mi rendo conto che sono due ore quasi che sbuffo e passeggio per la mia camera. La sveglia dovrebbe suonare fra due ore. Sono terribilmente in ansia per quello che mi aspetta oggi. Da normalissima laureata in lettere dovrei vivere felicemente la mia condizione di stagista sottopagata presso qualche stronzo di editor sperduta negli Stati Uniti. Invece mi ritrovo a dover dire di sì ad un fidanzamento che mai avrei voluto.

Nemmeno se è con quel pezzo d'uomo di Ethan Prichard? Oh, taci stupida vocina all'interno della mia altrettanto stupida testa. No, nemmeno se è con Pretty Prich... o almeno, non così. Sicuramente una normale conoscenza tra due ragazzi sarebbe stata preferibile. Mi lascio cadere sul letto e mi soffermo sul soffitto dorato della mia suite di questo albergo a cinque stelle di Exeter. Mi perdo tra le filigrane delle decorazioni e penso a quei due smeraldi che mi beffeggeranno quando si inginocchierà davanti a me e mi chiederà di sposarlo. Come se potessi rispondergli di no. Io mi auguro che eviti di fare una scenata del genere ma ne dubito fortemente, conoscendo sua madre... e la mia. Mi spiaccico una mano in faccia e maledico il giorno in cui ho rimesso piede su suolo anglosassone.

Decido di alzarmi e di andare a fare una doccia sperando di calmare l'ansia. Penso anche alla sorpresa che ho in serbo per lui, chissà cosa ne penserà. Credo lo scoprirò a tempo debito.

Siamo partiti in stile carovana ieri pomeriggio verso le cinque. Ci sono tutti. I miei genitori, Jace e Mary, Dolores e George, Olga. Tutti per partecipare allegramente a questa messinscena. Persino mio padre è riuscito a corrompere il Dottor O'Brian per farsi dare due giorni liberi fuori dalla clinica e George è venuto per sostenerlo, visto che mia madre non si degnerà di stare dietro al suo maritino malato. Mi sono proposta io come "stampella", ma mi è stato rigorosamente vietato perché è la mia festa, sono l'ospite d'onore e mio compito sarà quello di conversare amabilmente con tutti gli ospiti. Nel ripetermi queste parole sento il tono aspro di mia madre e mi innervosisco di nuovo. Doccia sprecata.

Esco e mi avvolgo in un morbido asciugamano bianco. Mi tampono i capelli con l'altro e nel mentre sento bussare alla porta. Ricontrollo l'orologio e vedo che sono le sei e mezza. Dolores dovrebbe arrivare solo fra mezzora e Mery mi avrebbe avvisata con un messaggio. Forse mi ha scritto mentre ero sotto la doccia. Controllo e, come pensavo, niente.

"Chi è?"

"Servizio in camera." È una voce maschile.

"Ma io non ho ordinato nessuno servizio in camera." Questa cosa non mi piace.

"Abbiamo ricevuto una chiamata per questa stanza signorina Stewart."

Decido di non aprire.

"Mi dispiace per il malinteso, ma da qui non è partita nessuna chiamata. Potrà controllare in reception."

Dannato albergo, perché non ha lo spioncino alla porta?

"Ci scusi lei, non ricapiterà più."

Accosto l'orecchio alla porta, ma non sento passi allontanarsi. Sto per prendere il cellulare e chiamare Jace, quando mi rendo conto che lo steward si sta muovendo. Si muove verso destra... ma l'ascensore e le scale si trovano a sinistra. Forse avrà un altro servizio in camera... ma non aveva il carrello. Come può uno steward fare servizio in camera senza il carrello?

Mh, strano davvero. E se... no. Impossibile. Forse le poche ore di sonno e i troppi thriller guardati con Jace mi stanno facendo avere le allucinazioni. Torno in bagno e con i capelli bagnati mi infilo la biancheria. Una semplice mutanda di pizzo nero e il reggiseno coordinato. Con la speranza che non si veda sotto al vestito. Sento in lontananza la sveglia che suona e contemporaneamente qualcuno bussa alla porta. Sorrido. Dolores e la sua puntualità svizzera. Mi infilo la vestaglia e faccio per aprire, ma mi blocco. Memore di quanto accaduto prima chiedo chi sia. La voce roca e dolce di Dolores mi rincuora. Non so perché ma quello sconosciuto mi ha turbata. Scaccio il pensiero e apro la porta. Sussulto di sorpresa quando vedo non solo Dolores, ma anche Mery e Olga fissarmi radiose.

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