Cerco di mettere a fuoco l'armadio che ho davanti, ma poi mi rendo conto che nell'ingresso di casa mia non c'è mai stato nessun armadio. Alzo lo sguardo e incrocio il cipiglio nervoso del mio migliore amico, che mi sta fissando in maniera a dir poco inquietante.
"Jace, come mai in piedi a quest'ora?"
Lui continua a fissarmi impassibile. Sbuffo e cerco di spostarlo, ma non si muove.
"Jace che hai? Parlami."
E invece di rispondere si gira e se ne va di sopra. In lontananza sento una porta che sbatte, ma non riesco proprio a capire cosa succede. Sospiro e mi dico che domani gli passerà. In più, e mi stupisco del pensiero, non voglio rovinarmi una serata che, contro ogni pronostico, è andata davvero splendidamente. Un timido sorriso mi sboccia sulle labbra e mi abbraccio, concedendomi un istante di fantasticherie su Ethan e sul suo essere così dolce con me.
Mi riscuoto, il mio stomaco sta brontolando. Eppure, ho mangiato tantissimo a cena... mi dirigo verso la cucina e mi siedo su uno degli sgabelli della grande isola. Mi guardo attorno e vedo che la cucina è cambiata... mia madre e le sue manie della modernità. Preferivo quella rustica che c'era quando ero bambina, ma dopotutto era mio padre l'amante del tradizionale. Mia madre è sempre stata amante del lusso e delle novità.
Mi scappa un sorriso. Due anime così diverse, messe insieme per forza. Io nel profondo ho sempre saputo che non si sono mai amati, ma da piccola non capivo perché avevano deciso lo stesso di iniziare una vita insieme. Adesso molte cose mi sono più chiare. Chissà se anche io e Ethan passeremo la vita ad evitarci, o addirittura a odiarci.
Certo, dopo quello che è successo stasera la mia prima risposta a questa domanda è assolutamente no, anzi... potremmo davvero avere la possibilità di essere felici. Fino a quando però? Fino a quando lui non si stancherà del gioco? Fino a quando non avrà vinto e non mi avrà fatto innamorare? Fino a quando non avrà messo le mani sull'azienda di mio padre?
Scuoto la testa e mi alzo a prendere latte e cereali. Il mio spuntino notturno preferito. Mentre vado verso il frigo sento un dolore lancinante ai piedi e mi rendo conto che ancora indosso quei maledetti tacchi. Li lancio da una parte e il freddo delle mattonelle è un toccasana. Mentre apro il frigo il mio sguardo va all'orario che lampeggia sul display. Le 4.33. O mio Dio. O sono passata all'interno di un varco temporale, oppure qualcosa non torna. Orientativamente siamo andati via verso l'una... come diamine ho fatto a tornare a casa a quell'ora?! Che Jace si sia irritato per questo? Sicuramente sì. Sarà andato a controllare in camera e mia e non mi avrà trovata. Adorato Jace, il fratellone che non ho mai avuto.
I miei pensieri si interrompono a causa di una vibrazione. Il mio pensiero va subito a Ethan e mi fiondo a prendere il cellulare. Poi mi schiaffeggio mentalmente. Per prima cosa Ethan non ha il mio numero di cellulare. Secondo non devo comportarmi da adolescente in piena tempesta ormonale. Anche se devo ammettere che i miei ormoni sono stati brutalmente risvegliati ... Stewart basta. Contieniti.
Recupero quel cadavere che chiamo cellulare e controllo con una certa ansia. Quando leggo il nome sullo schermo scoppio a ridere e non c'è motivo per non rispondere.
"Mi spieghi cosa vuoi a quest'ora, Mery?"
"Ehm, mi mancava la tua voce... aspetta. Non hai la voce di chi si è appena svegliato. Non dirmi che sei tornata adesso! O peggio ancora, sei ancora con lui! In quel caso sei stata una cretina a rispondere, sei impazzita?!"
Decido di interrompere il fiume di parole che solo la mia amica è capace di tirare fuori alle 5 del mattino.
"Mery, calmati. Una cosa per volta. Sì, sono rientrata da poco tempo e di conseguenza no, non sono con lui. Puoi tornare a respirare."
STAI LEGGENDO
Profumo di rose
RomanceVivere nell'oro non è sempre facile e Alexandra lo sa bene. Riuscita a scappare in America da sua madre e dal suo status sociale, dopo quattro anni è costretta a ritornare a Londra a causa della malattia di suo padre che va peggiorando ogni giorno...