Chapter Eleven

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Chapter 11.

"Mhm facciamo qualcosa per halloween?" chiede El sdraiata sul divano di casa nostra.

Ha in mano un blocco da disegno, e sta tracciando diversi volti.

"Non lo so. Vorresti fare qualcosa di particolare?" la mia idea era di rimanere a casa a mangiare pizza.

"Pensavo che potevamo organizzare un'uscita con Perrie e Cam." dice "Ah e magari anche con Tay e Meg e i loro ragazzi" riprende, ma sono sicura che voglia invitare anche Tom.

"E l'inglesino dove lo lasciamo?" rido per la sua espressione da finta sconvolta.

"Non capisco perchè continui a chiamarlo così. Anche Matt è inglese e non fai tutto questo dramma" dice scorbutica cancellando con forza qualcosa sul suo blocco.

Mi irrigidisco leggermente e sono felice che non mi stia guardando.

Io e Matthew non ci parliamo da quella sera, e per la cronaca sono passate tre settimane.

Il che è davvero tanto tempo.

E' stupido pensare come siano cambiate le cose da quando abbiamo dormito insieme; quel giorno in cui  ho scoperto di avere una forte infatuazione per lui, ovviamente non corrisposta.

Sarebbe stato troppo bello e semplice.

"A propostito di Matt" dice El poggiando l'album sul tavolino da caffè e io mi porto un cuscino sulla faccia.

"No El. Non parliamone" dico con la voce ovattata.

Non voglio seriamente parlare di lui. Adesso ho solo bisogno della mia tranquillità.

"Oh avanti, non lo puoi ignorare a vita! Ha chiamato ogni giorno la prima settimana per sapere come stavi. E tu? Lo hai respinto ogni volta" sibila irritata.

Tolgo il cuscino, e noto che è in piedi davanti a me con le braccia incrociate.

"Ariel lui.. è.. cioè noi siamo.. diversi. Troppo diversi" dico alzandomi a mia volta.

Mi stringo nel maglione e sussulto quando il suono di un tuono si propaga per la stanza.

Maledetta pioggia.

"No Rosalie Anne. Non iniziare. Lui ha chiamato ogni santo giorno capisci? Voleva sapere se stavi bene e.."- "si voleva saperlo perchè mi ha terrorizzata a morte! E poi dopo aver fatto il carino è corso a scoparsi Nora" urlo interrompendola.

Non ho intenzione di litigare con lei per un ragazzo, ma sto finalmente riuscendo a dimenticarlo e..

No. E' una cazzata.

Non lo sto dimenticando per niente.

"Tu sei gelosa! A te da fastidio che lui scopi lei e non te!" dice Ariel come se avesse fatto la scoperta del secolo.

"Ariel sta zitta. Non voglio essere scopata da nessuno okay?" dico e lei meglio di chiunque altro dovrebbe saperlo.

Quansi in trance porto la mano a sfiorare il fianco sinitro coperto dallo spesso strato di lana, e sospiro.

Gli occhi bruciano, come quando cerchi di trattenere le lacrime, e improvvisamente la stanza è troppo piccola.

"Rose, sai che non intendevo quello" Ariel dice.

Annuisco e mi avvicino alla porta per infilare le scarpe e il telefono.

Esco di casa senza dire nulla, lasciando la mia amica a urlarmi dietro.

So che non mi seguirà perchè sa che ho bisogno di stare da sola.

Perciò non mi pento quando, dopo solo tre minuti che cammino per le stradine di Covent Garden mi trovo bagnata fradicia.

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