Lo sguardo di Matt è ancora fisso sul mio.
Nessuna parola è uscita dalle sue labbra, eppure sappiamo entrambi cosa vuole.
Con passi incerti mi avvicino alla balaustra che da sul Tamigi e ci appoggio i gomiti, guardando come le luci si riflettano sull'acqua.
"E' successo quasi due anni fa." inizio. "eppure a volte, mentre sono nel letto, la notte, mi sembra che siano passati solo pochi giorni"
Matt avvolge il mio corpo da dietro, lasciando che la mia schiena entri a contatto con il suo petto.
Le sue mani massaggiano delicatamente la mia pancia e ogni tanto deposita qualche bacio sulla mia testa.
Ed è così che chiudo gli occhi per rivivere ancora una volta quell'esperienza.
FLASHBACK
"Lo odio, lo odio" sibilo singhiozzando mentre pulisco la mia maglia dal succo al mirtillo.
Non posso presentarmi in classe conciata così, non farei altro che umiliarmi e rendere Peter fiero del suo lavoro.
Rilascio l'ennesimo respiro e mi accascio sul pavimento freddo e sporco del bagno delle ragazze prendendomi la testa fra le mani.
Piccole lacrime scendono dai miei occhi ma non mi curo di asciugarle; sono comunque sola.
Resto in quella posizione per svariati minuti prima di decidere di alzarmi ed andare in classe;
Sto per uscire dal bagno quando il mio telefono suona
*So quello che è successo con Peter. Ho detto alla prof che ti sei sentita male, per quest'ora sei giustificata. C'è una maglietta in più nel mio armadietto..sai il codice. Usala.
Ariel xx *
Rilascio un sospiro di sollievo e mi appunto mentalmente di ringraziare El nel migliore dei modi più tardi.
Rimetto il telefono nei pantaloni ed esco dal bagno, dirigendomi verso l'armadietto della mia amica.
Ed è proprio mentre sto camminando nel corridoio deserto che la sento.
E' una risata.
La risata di Peter.
"Turner" sibila ridendo.
Si avvicina a me, con un passo troppo lento e cadenzato.
"Cosa vuoi Peter?" ringhio girandomi di spalle per sbloccare l'armadietto di El.
Ed è stata quella la mossa più sbagliata che avessi potuto fare.
Peter afferra i miei capelli in un pugno e sbatte violentemente la mia testa sugli armadietti di metallo, producendo un rumore sordo.
"Non dovevi farlo, lurida puttana"
Gemo quando strattona i miei capelli e mi porta nello sgabuzzino dei bidelli, nonostante le mie proteste.
Ho provato più volte a scalciare a ribellarmi, ma ho ottenuto solo schiaffi.
Peter mi butta malamente a terra, chiudendo poi la porta e non accedendo la luce.
"E' colpa tua Rosalie. E' colpa tua se adesso vengo così poco rispettato" ringhia accendendo la luce, dandomi così la possibilità di vedere i suoi occhi rossi e lucidi-
"Peter. Sei fatto; ti prego fermati" singhiozzo portando una mano sulla fronte per fermare il sangue.
Ma lui non mi ascolta.
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Stay
RomansaLui ha preso qualcosa di me. Mi ha portato via dei pezzetti, un pezzo alla volta, pezzi così piccoli che non me ne sono neanche accorta. Voleva farmi essere qualcosa che non ero e mi sono trasformata in ciò che voleva. ** Rosie non sapeva che prest...