Chapter Twenty-seven

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Sono le sei del mattino quando sento la porta aprirsi.

Smetto di piegare le magliette che Matt aveva lasciato per terra e chiudo le ante dell'armadio, passandomi una mano sugli occhi gonfi, sia per le troppe lacrime che per la mancanza di sonno.

Un rumore di chiavi appoggiate al tavolino all'ingresso mi preannuncia la vista di un Matt stanco, con i capelli scompigliati e la maglietta stropicciata.

Sento la gola chiudersi e il petto bruciare fastidiosamente alla vista delle sue condizioni, ma lui non sembra notarlo; continua semplicemente a girovagare per la stanza, prendendo e lasciando oggetti, ignorandomi come se non esistessi.

"Dove sei stato?" schiarisco la gola incrociando le braccia al petto.

"Matt" lo riprendo quando lui nemmeno mi ascolta, semplicemente continua a fare come se non esistessi.

Raccimolando tutto il coraggio che possiedo, gli afferro un polso, arrestandolo e avvicinandolo a me.

"Matt, dove sei stato?" ritento, accarezzandogli la guancia liscia con la mano, e facendo scivolare via dal mio corpo tutta l'ansia e la preoccupazione che avevo raccolto nel non vederlo tornare in camera.

Lui scuote la testa, e solamente quando apre bocca riesco a sentire l'odore dell'alcool che ha malamente cercato di nascondere con quella che sembra menta.

"Solo in un bar. Stavo iniziando a divertirmi quando Paul mi ha riportato in hotel" dice senza guardarmi negli occhi.

Sento la gola bruciare nel tentativo di ricacciare giù le lacrime, e gli lascio il polso, allontanando la mia mano dal suo viso.

Solo ora mi rendo conto, che se non fosse stato con il suo manager mi avrebbe probabilmente tradita, perso nel dolce oblio dell'essere ubriachi.

"Va bene. Vai a preparati, hai i casting fra poco" gracchio, la voce troppo spezzata per risultare normale come vorrei che fosse.

Lui mi fissa, gli occhi chiari arrossati quasi quanto i miei, ma per motivi diversi.

Apre la bocca per dire qualcosa, facendo gonfiare la speranza nel mio petto, ma quando la richiude fa crollare ogni aspettativa dentro di me.

Abbasso perciò lo sguardo, prendendo un paio di jeans e un maglione di El per poi indossare il tutto, sostituendo il pigiama.

Evito di truccarmi troppo o di sembrare comunque la ragazza di uno dei modelli più popolari del momento.

Non mi serve essere al massimo della presentabilità per girare Parigi.

"Quando sei pronta possiamo andare" Matt dice, prendendo il suo cappotto nero e indossando un beanie dello stesso colore sulla testa.

Annuisco staccando il telefono dal carica batterie per metterlo nella borsa.

"Grazie" sussurro quando Matt mi passa il mio, di cappotto per poi uscire dalla stanza.

Quando arriviamo nella hall siamo in perfetto orario, ma ciò non toglie a Paul il permesso di rimproverarmi per qualcosa.

"Stavi per fare un casino, ieri sera" sibila incazzato, cogliendo l'unico momento in cui Matt non avrebbe potuto sentirlo visto che la chiamata che aveva ricevuto.

"Lo so. E ti voglio ringraziare per questo" Paul rimane confuso, perciò continuo.

"Non so cosa gli sarebbe potuto succedere, e so che probabilmente mi avrebbe tradita, anche se non intenzionalmente. Perciò grazie per averlo riportato a casa sano e salvo" ammetto calandomi gli occhiali scuri sul viso per non permettergli di vedere gli occhi lucidi.

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