chapter twenty-eight

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"Mi terrai il muso ancora per molto?"

gemo mentre mi giro dall'altra parte, ignorandolo nonostante lui sembri abbastanza divertito.

"Dai Rose, non è stata colpa mia se Paul ha voluto che tornassimo a verso l'hotel"

Vorrei ribattere chiedendogli se non è abbastanza grande per decidere lui a che ora tornare ma decido di stare zitta per evitare una ulteriore lite.

"Erano dei posti perfetti; si vedeva tutto il palco e non sai quanto ci avevo messo a trovarli" mi lamento.

"Scusa piccola" la sua mano afferra la mia e gliela stringo leggermente concentrandomi sul suo viso che osserva la strada.

"Va bene" sospiro.

Lui sorride ampiamente ed accende la radio dell' auto a noleggio che aveva preso per arrivare al Louvre.

"Dove hai imparato a guidare a sinistra?"

"Questi" dice "Sono gli anni passati a Los Angeles con mia mamma e Tay."

Aggrotto un po' le sopracciglia perchè come ogni volta mi rendo conto che non so nulla della famiglia di Matt, ma l'ultima volta che ho chiesto qualcosa mi sono trovata in un vicolo buio in preda ai miei ricordi più brutti.

"E' tutto okay?"

La sua mano si stacca dal volante e raggiunge la mia sul sedile, stringendola un po' e lanciandomi sguardi fugaci,

"Certo, ero solo persa nei miei pensieri" ammetto ricambiando la stretta.

Matt sorride e porta la mia mano alle sue labbra, dove vi deposita un dolce bacio.

Sento il cuore perdere un po' di battiti, esattamente come succede ogni volta in cui mi tocca, e chiudo gli occhi appoggiando la testa contro il finestrino freddo.

Mi perdo nella leggerezza del momento, nella pace assoluta che sento pervadermi e nella morbidezza delle sensazioni che provo ogni qual volta che mi sento felice, ogni qual volta che sono con lui.

La sua mano è ancora stretta nella mia, infondendomi il calore del quale ho bisogno.

"Rosie, piccola, siamo arrivati" Matt dice scuotendomi il braccio e facendomi tornare alla realtà.

Sbatto gli occhi un po' assonnata, ma non così stordita dal non accorgermi che non siamo in hotel.

"Matt.." dico quindi alzando lo sguardo per osservare la Tour Eiffel illuminata poco distante da noi. "Questo non è l'hotel"

"Sei perspicace Sherlock" ride tirandomi un po' verso di lui. Sorrido anche io alle sue parole, abbastanza da stringerlo in un abbraccio e a poggiare la testa sul suo petto.

"E' molto bella, ma dobbiamo tornare se non vuoi una sfuriata da parte del tuo dolce manager"

Sento il petto di Matt vibrare prima che lui mi allontani da esso per guardarmi in faccia.

"Non ti preoccupare di lui. Vieni con me piccola"

Le nostre mani si intrecciano di nuovo, prima che lui mi tiri delicatamente per seguirlo.

Si gira di tanto in tanto per guardarmi in faccia e il mio cuore si scalda di amore per lui; è così bello con le luci che lo illuminano e quel sorriso sul suo viso che non vorrei scomparisse mai.

E' così bello da far male, gli occhi chiari brillanti e quella singola delicata fossetta che compare solamente quando sorride al massimo.

"Lo so che non ti piace l'altezza, e che mi odierai per questo, ma devi vedere Parigi dall'alto almeno una volta" mi sussurra all'orecchio dopo aver pagato il biglietto.

"Non ti potrei mai odiare. Mai" è tutto ciò che sono in grado di dirgli, mentre l'ascensore sale e le sue braccia intrappolano il mio corpo contro il suo, facendomi sentire il suo respiro, il suo battito, facendomi innamorare di lui ogni secondo di più-

E quando arriviamo in cima, Parigi illuminata ai nostri piedi, lui ancora stretto a me, mi sento invincibile.

Mi sento come se quello che avessi passato nei giorni precedenti fosse semplicemente stupido, frivolo, come se non potessi mai dubitare di noi due.

"Rosalie" Matt mi sussurra all'orecchio mentre mi lascia delicati baci e ci spingiamo verso la zona panoramica piena di vetrate.

Appoggio una mano contro il vetro, la paura sconfitta dalla magnificenza di questa vista.

"Sei tu Rosalie."

Mi giro verso di lui, stupita da quella frase. "Cosa?"

Lui scuote la testa ma non dice nulla. Mi prende solo le mani, me le fa aprire e mi deposita un portachiavi dentro, prima di richiuderle.

"Non sapevo come dirtelo, cosa fare, ogni discorso mi sembrava superfluo, perchè credo che per queste cose, le belle frasi non servano." sussurra.

Il mio cure batte mentre stringo forte il portachiavi fra le mani

"Sei semplicemente tu, Rosalie, e non ti cambierei con nessuna al mondo, perchè con te che mi voglio incazzare ogni giorno, è te che voglio portare sulle montagne russe solo per avere la scusa di stringerti più forte, è con te che voglio fare l'amore ogni sera, è solo te che voglio amare" pronuncia quelle parole mentre avvolge le sue mani attorno al mio viso, il suo respiro caldo che tranquillizza il mio affannato, le nostre fronti quasi a toccarsi.

E per la prima volta lo sento; sento quella gioia che di cui tanto mi parlava Elise dopo aver letto un libro d'amore, sento quell'emozione che hanno perso i miei genitori; sento il mio cuore che palpita così velocemente da farmi mancare il respiro.

Mi sento semplicemente felice, come se non ci fosse nulla di più che questa triste vita possa darmi, come se per una volta, avessi fatto qualcosa di effettivamente giusto accogliendo lui nella mia incasinata vita, facendomela forse incasinare ancora di più, con il suo ego, la sua popolarità, la sua persona.

Ma dentro di me, so che non posso fare altro se non accogliere tutto questo, per renderlo anche un po' mio, per far parte anche solo per un po' della sua vita.

"Adesso, dovresti guardare quello che c'è nella sua mano" sussurra sulle mie labbra, lasciandovi un leggero bacio, quasi impercettibile.

Ed improvvisamente il metallo freddo prende a bruciare al contatto della mia mano calda, mandandomi scariche in tutto il corpo, facendolo formicolare quando il mio cervello prende coscienza che dal momento in cui aprirò la mia mano, qualcosa cambierà.

Aprirò nello stesso momento il mio cuore a lui, e stranamente questo non mi spaventa; non c'è nulla in questo momento che mi renda timorosa di scoprire a cosa andrò incontro.

Perciò stringo una ultima volta il metallo prima lasciare che i miei occhi possano abituarsi al portachiavi in acciaio, che rivela avere una placchetta con sopra delineato un mappamondo;

Alzo lo sguardo su Matt, con un chiaro cipiglio in volto che lo fa ridere. "Giralo"

Faccio come dice, prendendo il metallo freddo in mano e ingoiando saliva quando leggo quello che c'è scritto dietro.

Non ho mai studiato francese, in realtà, non so dire nemmeno una parola, ma non mi è difficile capire il significato di quella incisione.

E' più difficile invece implorare il mio cuore di battere più lentamente, chiedergli di lasciarmi respirare, perchè onestamente in questo momento non so più come si faccia.

Sento solo la felicità che mi ricopre come un velo di nebbia, nel leggere 'Je t'aime' scritto con una calligrafia semplice ed elegante.

Percepisco appena le sue braccia che avvolgono il mio corpo, mentre mi fa appoggiare al suo petto, e non c'è melodia più bella del sentire il suo cuore che batte leggero contro la sua cassa toracica.

"Sai, piccola, adesso dovresti dirmi che ti potresti innamorare di me" sussurra al mio orecchio, le sue labbra fresche come petali di rosa.

Mi alzo sulle punte, il respiro ancora ansante, e avvolgo le braccia intorno al suo collo, avvicinando la bocca al suo orecchio.

"Ti svelo una cosa" sussurro lentamente, assaporando ogni secondo di questo momento. "Io sono già innamorata di te"


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