Chapter eighteen

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"Piccola, non è così male"

grugnisco qualcosa contro la spalla di Matt mentre lui continua ad accarezzarmi leggermente la schiena.

Rabbrividisco e lo sento ridere.

"Smettila" gli tiro uno schiaffetto sul petto che non fa altro che aumentare le sue risate.

"Rosie, dai fammi un sorriso"

"mia madre uccide prima me e poi Elise" sussurro strofinando il naso freddo contro il suo collo.

"Non essere così tragica piccola. E' solo un piercing"

alzo la testa per poterlo  fissare negli occhi; non ci posso davvero credere che supporti questa pazza idea di mia sorella.

"Solo un piercing? Ha quindici anni Matt" sibilo per non farmi sentire dagli altri che sembrano star passando la loro cena tranquillamente.

"E' un po' precoce" sssurra e  osservo l'anellino al naso di mia sorella mentre annuisco.

"Tu non-"

"Rosalie, rilassati" volto di scatto la testa verso mia sorella. In questo momento non dovrebbe neanche parlare.

"L'ho fatto due giorni dopo la tua partenza, se ti può tranquillizzare, e la mamma non se ne è nemmeno accora" dice addentando il suo hamburger.

Un brivido scende lungo la mia schiena.

Come è possibile che nostra madre non si sia accorta che sua figlia, si sia fatta un dannato piercing al naso?

Quanto è stata assente, quante poche attenzioni ha rivolto ad Elise dopo la mia partenza?

Una parte di me non può che sentirsi in colpa.

Io ed Elise siamo sempre state una squadra; ci proteggevamo a vicenda, ma soprattutto, ho sempre cercato di starle vicino, di consolarla quando mia madre non c'era, o quando nostro padre partiva per interi mesi per posti a noi sconosciuti.

C'ero anche quando tornava a casa nervoso e se la prendeva con me, anche per le cose più stupide.

Ma io c'ero.

Non era importante il mio dolore, perchè mi sarei volentieri annullata se fosse servito a farla stare bene.

E sapere di non esserci ora, mi uccide.

"Perchè lo hai fatto?" prendo distrattamente una patatina dal piatto di Matt e la intingo nella maionese, giusto prima che lui riesca a schiaffeggiarmi la mano.

"Non lo so, mi andava"

Aggrotto le sopracciglia, turbata dal fatto che questo argomento non la tocchi minimamente

"ti andava" ripeto mangiando distrattamente la patatina.

"Solo, Elise, promettiti che ti fermerai qua. Non voglio davvero più vedere oggetti metallici o roba simile sul tuo corpo, intesi?" La fisso negli occhi e sospiro quando vedo la rabbia ribollire nelle sue iridi blu.

"Oggetti metallici? Dio parli come una vecchia Rosalie! Non voglio una vitta piatta e monotona come la tua! Odio il fatto che tu sia sempre così poco propensa nel correre rischi. Tu giudichi me, ma sappi, che morirai senza aver avuto nulla da raccontare, e smettila di fare la mamma cristo santo. Comportati da sorella una buona volta, invece di rompermi costantemente le palle" sbotta.

Spalanco gli occhi a ogni parola che dice e mi porto una mano al petto per calmare i battiti del mio cuore.

Come è possibile che faccia così male?

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