Il tempo che trascorsi a guardare il soffitto mi sembrò infinito. Non pensavo a niente. Ero stanca, volevo dormire. Ma ormai non avevo più pace durante il sonno. C'era quel sogno che mi tormentava.
Ripensai a Tom e mi sorpresi a sorridere.
Stavo sorridendo soltanto al pensiero di Tom.
Ma perché Tom nel mio sogno piangeva? Perché c'era lui e non Agata? Perché diceva che avrei sbagliato ad entrare? Quell edificio cosa simboleggiava, cos'era?
Erano tutte domande a cui non sapevo trovare risposta. Aspettai finché non vidi la luce del sole. Era l'alba quando mio padre si alzò. Si stava avvicinando alla mia camera così feci finta di dormire. La porta della mia stanza si aprì lentamente. Mio padre si avvicinò al mio letto e per una manciata di secondi non sentì più niente. Mi sentivo osservata. Mi stava guardando. Si mosse. Mi diede un bacio sulla fronte e uscì dalla mia stanza.
Lo faceva tutte le mattine? Da quando? Perché? Perché lo faceva se avevamo litigato?
Non sapevo cosa pensare.
Poi mi resi conto di che ragionamenti stupidi che facevo. Era mio padre e questo lo dimostrava. Non gli interessava se prendevo un brutto voto a scuola, o meglio, gli interessava ma mi voleva sempre bene comunque. Non gli importava della litigata di Roma. Lui era mio padre e mi aveva fatto crescere, giorno per giorno.**
Arrivai a scuola un po in anticipo ma lui era già li. Tom era già appoggiato al cancello come ad aspettare qualcosa. Mi vide. Mi corse incontro e mi abbracciò. Restammo li per un Po senza dire niente. Intanto c'erano gli amici di Tom che ci guardavano e bisbigliavano e le "tre-ragazze-più-antipatiche-e-più-popolari-della-scuola" che ci indossavano a bocca aperta.
Secondo loro Tom era uno dei ragazzi più belli della scuola perciò non mi stupisco che siano rimaste senza parole a vederlo con me, la secchiona della scuola.
Ma non mi importava.
Suonò la campanella ed entrammo per mano in classe.**
Quel giorno Tom aveva gli allenamenti di calcio e quindi non poteva venire a casa mia.
Arrivai a casa, pranzato sul divano guardando la televisione e poi mi misi a fare i compiti e a studiare.