11.

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Draco urlava, si dimenava, provava a sciogliere quelle corde che lo legavano ma senza successo, ormai erano 3 ore che era su quel divano e lei non c'era. Se ne era andata e lui non aveva fatto niente per fermarla. Come uno scemo si era fatto incastrare da un incantesimo del primo anno e ora quel dormiglione di Potter non lo sentiva.
«POTTER PORTA LE TUE CHIAPPE IMMEDIATAMENTE QUI» sbraitò come se non ci fosse un domani ottenendo - come da tre ore a quel momento - un sonoro niente.
"oh, Granger, Granger, ma dove sei?" Pensò tra se e se quando all'improvviso gli balenò un'idea nella testa, come aveva fatto a non pensarci prima?
«Engorgio» sussurrò e le corde che lo avvolgevano divennero grandi talmente grandi che gli andarono larghe e di conseguenza gli consentirono il movimento.
Finalmente libero si prese la briga di lasciare un biglietto a San Potty per spiegargli che non era una "Fuga d'amore" ma bensì stava andando a caccia di Granger.

" Non caro, Potter.
La Granger questa mattina è scappata.
Ho provato a fermarla però ci sono state delle complicazioni.
Ho aspettato invano che tu ti svegliassi per darmi una mano a liberarmi da un'ingegnosa trappola della Granger, ma
- ovviamente - dopo un po' ce l'ho fatta da solo.
Non ti agitare se non ci vedi, non siamo scappati insieme come in quei così banani che voi vi divertite tanto a guardare, sono andato a cercarla e la riporterò a casa. Tu resta qui e non ti muovere, bada alla casa.

Sperando che ti prenda un colpo mentre sono via;
Draco Lucius Malfoy. "

Draco, dopo aver fatto quest'opera di bene di aver avvertito il bambino sopravvissuto infilò un po' di roba in un borsone e si avventurò nel bosco buio.

Hermione aveva paura, aveva freddo, le girava la testa, ma non era pentita.
No.
Sarebbero stati tutti meglio senza di lei.
Aveva creato una barriera protettiva con l'incantesimo Protego Totalum e poi aveva montato la tenda per poi ingrandirla internamente.
Si sedette sotto un'albero a leggere un libro, non poteva restare in quella foresta per molto, aveva bisogno di cibo, acqua, servizi igienici ecc.
Però non se ne parlava di tornare a casa.
Rise a quel pensiero. Casa. Da quando chiamava casa quell'abitazione? Era solo un edificio in cui doveva vivere con il suo migliore amico e il suo storico nemico, non è casa.
Casa è dove si sta bene. Casa è dove sei accettato. Casa è dove puoi essere te stesso. Casa può essere anche una scuola, una tenda, una grotta; ma ci deve stare chi ami.
E quella non era casa. Eppure...
Hermione guardandosi intorno si rese conto che non si era allontanata nemmeno così tanto dal "posto in cui viveva da una settima" infatti, vedeva benissimo il fumo che usciva dal caminetto.
Avevano acceso il fuoco.
Un mucchio di domande attraversarono la sua mente:
Harry aveva liberato Draco dalle corde?
Si erano uccisi?
Si erano preoccupati per la sua assenza?
Erano venuti a cercarla e poi non avendola trovata erano tornati li?
Gli mancava come loro - si anche Draco - mancavano a lei?
In quel momento, seduta con una coperta sulle gambe, al freddo dell'inverno, l'unica cosa che avrebbe voluto era stare li con loro, davanti al fuoco a sentirli litigare.
Calde lacrime le rigarono le guance senza che nemmeno se ne rese conto.
Voleva andare da loro, si. Ma non l'avrebbe fatto.

Ormai erano 4 ore che Draco era fuori e non c'era nessuna traccia di Hermione, stava incominciando a preoccuparsi quando si ricordò che tipo era la Grifondoro, lei non sarebbe di certo scappata di casa per poi starsene in mezzo al bosco visibile a tutti.
Che stupido che era stato, sicuramente lei aveva usato un incantesimo per non far vedere dove stava accampata.
E allora se non poteva contare sulla vista avrebbe usato l'olfatto, già, non si era dimenticato il suo profumo di vaniglia e pergamene, gli era entrato nei polmoni e non era uscito più.
Agitandosi nei dintorni dell'entrata del bosco senti quel profumo, non era molto forte ma si sentiva, lo segui fino a quando arrivo ad una specie di spianata dove l'odore di Hermione si sentiva come fosse in piedi difronte a te.

E infatti era così; Hermione aveva sentito dei rumori nei dintorni ed era uscita a controllare fino a vedere una chioma bionda gironzolare tra gli alberi e fermarsi a pochi passi da lei che trattenne il fiato per non farsi sentire.
Come aveva fatto a trovarla?
La ragazza sapeva che se restava all'interno della protezione era invisibile ai suoi occhi ma aveva ugualmente paura che lui la trovasse.
All'inizio non capii perché Draco avesse gli occhi chiusi ma quando, esattamente difronte a lei, li aprì di scatto e sussurrò il suo nome tutto le fu chiaro. Aveva seguito il suo profumo.
«So che sei qui. Ti prego fatti vedere.» sussurrò.
Lei fu tentata di correre ad abbracciarlo ma rimase impassibile e zitta.
«Per favore, torniamo a casa. Insieme. Rispondi..Hermione.»
Il fatto che l'avesse chiamata con il suo nome di battesimo le fece scaldare il cuore e non poté non sorridere.
Prese un grande respiro e ripose con un tono indifferente al ragazzo; «Vattene.»
«Granger! Oh, per Salazar! Stavo incominciando a pensare che mi fossi sbagliato e che stavo parlando da solo. Dai, torniamo a casa.»
«Ho detto che te ne devi andare, Malfoy» disse severamente.
«Non me ne vado senza di te e poi gradirei vedere la persona con qui sto parlando, quindi, se non ti è di troppo disturbo, ti faresti vedere?» le chiese sedendosi a terra.
Un secondo dopo la vide, sguardo fiero e portamento dritto, bella come sempre.
«Ecco. Ora che mi hai visto te ne puoi andare.» insistette.
«No e questa volta non mi fermerai con un incantesimo, quindi decidi, o vieni con me con le buone o con le cattive.»
«Non voglio tornare.»
«Perché te ne sei andata?»
A quelle parole Hermione crollò, prese la mano di Draco e lo trascino dentro la tenda dove si sedettero sul letto e lei incominciò a raccontare;
«Non so perché lo sto dicendo a te, ma non ce la faccio più, devo parlarne con qualcuno o scoppierò. Ogni notte faccio incubi, il giorno mi sento inutile, insomma siamo venuti qui per scoprire qualcosa ma non facciamo niente dalla mattina alla sera, non faccio altro che litigare con te, mi sento stanca, ho paura, e vorrei finisse tutto. Vorrei smettere di vivere perché devo risolvere dei problemi, con la paura che non rivedrò le perone che amo. Oddio... Non lo so nemmeno io quello che mi sta succedendo.»
«Ti capisco, può sembrare strano ma è per lo più quello che vivo anch'io, solo che io sono abituato fin da piccolo a non mostrare le mie emozioni, non si vede ma sto male anch'io.»
«ti starò sembrano una bambina lagnosa, vero?»
«No, tranquilla. Ma adesso torniamo a casa? Non torno senza di te. Potter non sopravviverebbe un giorno con me, senza te che gli salvi il cxlx tutte le volte.»
Le afferrò il braccio e senza che potesse dire neanche una parola si erano già smaterializzati a casa, nel soggiorno, dove un preoccupato Harry girovagava senza meta, ma quando la vide, Merlino, solo Merlino sapeva quanto i suoi occhi incominciarono a brillare quando la videro e le salto letteralmente addosso.
«NON.TE.NE.ANDARE.MAI.PIÙ» la abbracciò fortissimo baciandole il capo.
«No, Harry. Mai più.» gli rispose, ma guardò Draco.

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