Dopo aver passato tutta la sera a parlare della leggenda di Dholamu i ragazzi erano arrivati a una conclusione; da soli non ce l'avrebbero mai fatta.
Harry propose di andare a parlare con Silente e - stranamente - nessuno ebbe niente in contrario, però visto che ai due interessati era stato categoricamente proibito di lasciare quella casa, il bambino sopravvissuto sarebbe andato da solo l'indomani sera.Hermione la sera della partenza di Harry era un fascio di nervi, non solo il giorno prima non aveva chiuso occhio ma aveva riletto quella legenda una marea di volte fin quando non la seppe a memoria.
Aveva paura che fosse vero.
E poi la cosa successa con Draco l'aveva destabilizzata, non avevano nemmeno avuto il tempo di discuterne, ma adesso che sarebbero stati a casa da soli niente impediva più che si parlassero.
«Stai attento, Harry. Promettimi che tornerai presto.» la riccia si asciugò una lacrima traditrice mentre stringeva forte a se il suo migliore amico e lo riempiva di baci ovunque.
«Sta tranquilla Hermione. Entro dopo domani sarò di ritorno.» le baciò il capo dolcemente sotto lo sguardo disgustato e un po' geloso(?) di Draco.
«Ti voglio bene.»
«Anche io ti voglio bene»
Harry in un'attimo divento sempre più chiaro fino a scomparire dalla vista dei ragazzi.
Draco e Hermione erano soli.
Il ragazzo senza degnarla di uno sguardo, tropo codardo per affrontarla, andò dritto nella sua camera e si chiuse all'interno.
Si buttò sul morbido letto e lascio la mente libera di vagare, la quale andò dritta alla conversazione con Potter prima che arrivasse Hermione;«Giuramelo.»
«Ti ho già detto che lo farò, Potter. Smettila.»
«Voglio il voto infrangibile.»
«Te lo scordi.»
«Hai promesso che la proteggerai e che non le farai del male. Voglio solo una conferma.»
«No.»
«Senti, Malfoy. Lei è la persona più importante della mia vita e se tu le farai del male ti ucciderò con le mie stesse mani.»
«Non ce la faccio più ad ascoltarti. Facciamo questo voto.»
«Perfetto.»
«Tu, Draco Lucius Malfoy, giuri di non avvicinarti per nessun motivo a Hermione Granger e che la proteggerai a costo della vita, nel periodo in cui io non ci sarò?»
«No. Non prometto sulla mia vita che non le starò lontano, perché sappiamo benissimo entrambi che non è possibile.»
«Almeno avrai una scusa per tenerti lontano da una Sanguesporco.»
«Lo so, sarebbe un'ottima scusa, ma il fatto è che non voglio che mi stia lontana.»
«Come?»
«Hai capito Potter. Fine conversazione. Sta scendendo.»Draco era stato un emerito idiota.
Aveva praticamente detto a Potter che non gli dispiaceva la vicinanza con la Mezzosange e il brutto è che non era una bugia.
Il ragazzo sorrise a vuoto mentre nella sua mente affioravano i ricordi del giorno prima, dei baci, delle parole dette, dei sospiri e dei gemiti che le aveva strappato.
Scattò a sedere, facendo ricomparire sul volto la sua maschera di indifferenza, quando sentì un leggero bussare alla porta. «Malfoy?»
«Cosa vuoi, Mezzosangue?» le ringhiò contrò quando entrò nella stanza.
«Volevo parlare con te.» sussurrò accennandogli un piccolo sorriso che - anche se non lo diede a vedere -, gli scaldò il cuore.
«Riguardo a...?» chiese facendo finta di non sospettare niente, ma sapevano entrambi benissimo a cosa si riferisse e cercavano di evitare il discorso in tutti i modi.
«È stato un errore.» disse Hermione.
Cosa? Un errore? Draco non credeva alle sue orecchie. Per lei era stato solo un errore? Solo lui ci aveva fantasticato e sperato su, come una femminuccia? Era stato importante solo per lui? Chi altro c'era? Chi amava Hermione? Perché gli stava dicendo quelle cose come se stessero parlando del tempo?
Tante domande, troppe.
Draco non sapeva che dire, cosa fare o pensare, ma non riuscì a tenere la sua maschera di indifferenza perché Hermione la notò, eccome se la notò, il lampo di tristezza che vide nei suoi occhi non se lo sarebbe mai scordato.
Il biondo emise un verso strozzato ordinandone di uscire, ma lei non si mosse.
«Va tutto bene? Sei pallido.» gli domandò anche se conosceva la risposta.
«Smettila. Non far finta che ti importi. Sei una pessima attrice.» sibilò perfido ed Hermione non poté che sorridere tra se per quanto fosse falsa la frase che aveva appena detto. Era un'ottima attrice, era riuscita a fargli credere che non gliene importava anche se dentro moriva di dispiacere per lui.
«Perdonami.» lo supplicò, ma questo fece scattare l'ira di Draco.
«Perdonarti. Perdonarti? Tu, mi stai chiedendo di perdonarti? Mi fai schifo. Altro che Grifondoro, qui dentro mi sembra che la serpe sia solo tu! - rise perfido - chi è? Andiamo, su, dimmi è Potter? Oppure Weasley? Putt.. - non finì la frase che uno sonoro schiaffo gli arrivò in faccia.
Hermione con le lacrime agli occhi stringeva i pungi per darsi contegno.
«Non ti azzardare. Non provare a finire quella frase!» urlò.
Draco era scioccato, erano arrivati a 3 schiaffi e 1 pugno. Quella ragazza avrebbe dovuto comprarsi un qualcosa su cui sfogare la rabbia, che non sia la sua faccia.
«Che cosa volevi sentirti dire?! È?!? Oh, Draco, è stato magnifico ti prego vuoi essere il mio fidanzatino e stare insieme per sempre? Volevi che ti dicessi che è stato il momento più bello della mia vita? Oppure che venissi in ginocchio a chiederti di darmi un altro bacio? Ma ti do una notizia, furetto. Io non sono così, io non striscio, io non chiedo, io non supplico. Se pensi che io sono come tutte quelle sgualdrine che ti porti a letto, hai fatto un buco nell'acqua. Sei solo un... - e non sapremo mai cosa fosse Draco, perché venne zittita da labbra dolci che si muovevano sulle sue.
Lui aveva capito; in questo sfogo che - per la cronaca avrebbe dovuto ferirlo ma che l'aveva reso più felice -, gli aveva praticamente urlato in faccia che gli importava.
Un bacio colmo di sentimenti: rabbia, tristezza, paura, confusione, passione.
Le aveva chiesto l'accesso picchiettando la lingua sui suoi denti e lei, subito aveva acconsentito per far incontrare le loro lingue in una danza meravigliosa.
Hermione gli allacciò le braccia intorno al collo per tirarlo ancora più vicino a se mentre lui, dopo averle asciugato due lacrime traditore dagli occhi, l'aveva fatta sdraiare sopra di lui che era sdraiato sul letto.
«Parli troppo, Granger.» le sussurrò tra un bacio e l'altro, ma lei nemmeno lo sentì.
La passione stava crescendo e Draco sapeva che avrebbe dovuto fermarsi perché improvvisamente i vestiti gli stavano diventando stretti.
Solo Merlino sapeva quanto riusciva a eccitarlo quella ragazza.
Lentamente si allontanò da lei e la guardò mentre respirava a fatica; era bella.
Ma non una bellezza che ti fa girare a guardare, non una bellezza che non sembra umana, no. Hermione ne aveva una tutta sua, acqua e sapone, niente trucchi pesanti, un corpo perfetto nelle sue imperfezioni e il sorriso, Salazar quel sorriso era la sua condanna all'inferno. Non se ne era mai accorto prima, dando troppo per scontato i titoli. Era una Sanguesporco? Era orribile.
Ma adesso non gliene importava più...non ci credeva più.Intanto Harry si trovava già ad Hogwarts, precisamente davanti l'ufficio di Silente.
«Professore?» chiamò Harry avanzando all'interno della stanza.
«Signor Potter? Cosa ci fa qui?» chiese l'uomo comparendo alla vista del giovane.
«Oh, professore... Io, Hermione e Mafloy abbiamo letto qualcosa riguardo ad una leggenda e..-
«Lo so.» lo interruppe sorridente.
«Lo sa??»
«Oh, Harry caro. Poche cose mi sfuggono e sicuramente la potente magia che unisce la Signorina Granger e il Signor Malfoy non è tra questi.» disse saggiamente accomodandosi dietro una grande scrivania in legno
«Che cosa c'è tra loro, Professore?» domandò anche se in cuor suo sapeva già la risposta.
«Amore. Harry.» spiegò Silente. «Non un amore qualunque, un'amore antico, potente, predestinato. Non hanno scelta, il loro destino è segnato. Quella leggenda che avete letto è vera solo in parte. E l'anello e la collana che hanno è fatta dalla pietra di Dholamu una pietra che capita solo a rare persone e le unisce. Ora il vostro compito è cercare di distruggere questi amuleti perché li faranno solo stare male.»
«E una volta distrutti?» chiese Harry.
Silente sorrise e andò vicino al ragazzo.
«Una volta distrutti vivranno la loro vita in pace. Ma bada bene, qualunque cosa tu o chiunque altro facciate non potrai mai separarli, quindi Harry se le vuoi bene stalle vicino.»
Harry era triste. Sapeva che Hermione aveva un rapporto con Draco unico, ma un conto è saperlo e un'altro è sentirselo dire, in un certo senso si sentiva tagliato fuori dalla vita della sua migliore amica, come se lui avesse preso il suo posto facendole scordare che aveva degli amici.
Si limitò ad annuire di risposta.
«Ah, quasi mi dimenticavo. Non puoi tornare lì. Devi restare ad Hogwarts.»
Al bambino sopravvissuto crollo letteralmente il mondo addosso.
Non poteva ritornare da lei?
Che razza di scherzo era mai questo?
«Perché?» balbettò.
«Devono stare da soli. E tu saresti solo d'intralcio per il loro amore.»
«BASTA. La smetta di dire così! La mia Hermione non si innamorerebbe mai di un essere spregevole come Malfoy! Mai! Nemmeno sotto imperio! E BASTA dire che il loro destino è segnato e cavolate simili. Io non lo permetterò ok? Farò di tutto per impedirle di rovinarsi la vita perché lei è tutto per me.»
Detto questo uscì dallo studio sbattendo tutte le porte che intralciavano la sua strada.Mentre ad Hogwarts succedeva tutto questo, Draco e Hermione si erano addormentati l'una tra le braccia dell'altro.
Il primo a svegliarsi fu il ragazzo, che si guardava intorno come non ricordasse di essersi addormentato li.
Ma quando la vide dormire leggera fra le sue braccia un sorriso gli si dipinse sul volto e lo calmò.
Rimase in silenzio ad osservarla, il volto rilassato, la bocca socchiusa, le guance arrossate e i capelli crespi. Tutto di lei in quel momento lo stava facendo impazzire.
Dovette usare tutta la sua buona volontà per non baciare quelle labbra così invitanti.
Dopo un po' un paio di occhi marroni si rispecchiarono in quelli color ghiaccio di lui.
«Buongiorno» la salutò con un sorriso.
Oggi aveva il buon intento di non litigare con lei.
«'Giorno.» rispose lei con la voce impiastricciata di sonno. «Da quanto sei sveglio?»
«Una ventina di minuti. Hai dormito bene?» le depositò un caldo bacio sulla fronte.
«Molto bene, e tu?»
«Anch'io.»
Passarono un paio di minuti e loro non smettevano di fissarsi come se non ci fossero parole che potevano spiegare ma solo i loro sguardi.
Hermione interruppe il loro contatto visivo abbassando il volto, cosa che infastidì non poco Draco.
«È successo qualcosa?» si sforzò a chiedere con un tono pacato.
«Mhm? No. Ora devo andare, scusa.» Fece per alzarsi ma una forte stretta la riportò dove stava prima.
«Mi dici che ti prende, Granger? Fino a tre secondi fa andava tutto bene. Perché caxxo devi rovinare sempre le cose?» scattò rabbioso.
«Non mi prende niente, Malfoy. Fino a tre secondi fa avevo una piccola speranza ma a quanto pare mi sbagliavo. Per quanto uno possa provare a illuminare la notte, non sarà mai giorno. E se credi che io rovini sempre le cose allora ti conviene starmi lontano. Non sia mai che ti rovini il cognome.»
«Ma che cosa stai dicendo?! Non fare la bambina.»
«Ah, adesso sarei anche una bambina?!»
Esasperata Hermione si alzò dal letto e uscì dalla camera dirigendosi in cucina.
Aprì il frigo; era vuoto.
"Bene" pensò fra se e se mentre rifletteva su dove poter trovare del cibo senza usare la magia, ma ovviamente i suoi pensieri si indirizzarono su un certo biondino.
Non le piaceva litigare con lui ma non riusciva a starsene a guardare mentre prima la insulta e poi la bacia. Insomma, aveva dormito benissimo abbracciata a lui questo è vero e il risveglio era stato a dir poco bellissimo ma non potevano comportasi così.
Non avevano dato un nome a quello che stava succedendo tra loro perché forse speravano che non fosse niente.
Ma niente non era e questo lo sapevano.
Insomma lei non è che voleva una dichiarazione ma almeno non voleva fare finta che tutto quello era normale.
Due braccia forti che le circondarono la vita la fecero tornare alla realtà.
Senza dire niente si appoggiò al petto del ragazzo che appoggiò la testa nell'incavo del suo collo mentre le lasciava una scia di piccoli baci e inspiro a grandi polmoni il suo profumo.
«Mi dispiace.» le disse senza mai allontanarsi da lei.
«Anche a me» fu la risposta che ottenne.
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Together
FanfictionIl destino di Hermione è segnato. Dovrà fare conti con la sua natura di strega "speciale" e con quella pietra rinchiusa nel suo anello, che la lega a un certo ragazzo dagli occhi color tempesta. Tutta colpa loro o di quell'anello e di quel medaglio...