40.

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Le parole di Draco erano riuscite a far passare l'arrabbiatura ad Hermione, che dopo averlo baciato, era praticamente fuggita, poiché in ritardo all'appuntamento con George Weasley.
Quando la ragazza arrivò davanti ai Tre Manici di Scopa, trovò il rosso appoggiato alla fiancata del locale, intento a mangiare un pacchetto di api frizzole.
«Ehy, George! Scusa il ritardo!» lo salutò andandogli incontro.
«Ehy, Hermione!» le sorrise dolcemente. «Quasi non ci speravo più!»
Hermione lo spintonò divertita, ricevendo a sua volta una bella botta che la mando quasi a terra, ma prima che si potessero fare veramente male decisero di entrare per prendersi qualcosa da bere. George ordinò per loro due burrobirre e in attesa che la donna gliele portasse, Hermione cominciò a raccontare all'amico i fatti avvenuti in quell'anno. Sul volto del rosso passarono diverse espressioni: sorpresa, divertimento, shock, incredulità, rabbia, gioia, disgusto e altre mille cose indecifrabili.
«Merlino!» esclamò George quando la riccia ebbe terminato il suo discorso. «Beh, devo dire che... Non me lo aspettavo... Sei piena di sorprese, mio caro prefetto perfetto! Ma, per Godric.... Malfoy?! Tu vuoi davvero ammazzare mio fratello, donna!»
Hermione arrossì, abbassando lo sguardo, pensando a Fred, ma poi lo rialzò subito e rispose: «A volte, non sai quanto mi piacerebbe.»
George era l'unico oltre a Neville ad "approvare" che lei e Draco... Beh insomma, si. Avete capito, no?
Si aspettava che lui divenisse rosso di rabbia fino ai capelli, caratteristica tipica dei Weasley, per ciò che aveva fatto a suo fratello. Si aspettava di essere guardata con disgusto, come se fosse una traditrice. Si aspettava di perdere anche George come amico. Insomma, si aspettava tutto fuorché il fatto che lui la prendesse bene. E l'aveva presa bene eccome. Era scoppiato in una risata che sembrava avesse sentito una delle battute più divertenti del mondo.
«Beh Hermione, se sei felice, io sono felice per te! E poi, sai... — George si fece serio — io e Fred dicevamo sempre che voi non eravate fatti per stare insieme e che prima o poi l'avresti lasciato. Tu sei speciale, Herm, ed anche Ron lo è... ( a modo suo ) ma tu, hai quel 'non so che' che ti distingue dalle altre, quel 'non so che' che grida al mondo: "Hey io sono Hermione Granger e sono destinata a grandi cose!»
La ragazza sorrise, deliziata dalle dolci parole che le aveva detto l'amico. Ne aveva proprio bisogno. Era strano sentire parlare George seriamente, una cosa che non capitava tutti i giorni, ma quando succedeva, sapeva quel che diceva.
Quando ebbero finito le due burrobirre, George lasciò i soldi sul tavolo e uscirono parlottando del più e del meno. Harry e Ron non li avevano neppure incontrati, forse perché avevano deciso di non venire, temendo di incontrarla con Malfoy, ma questo non poté che essere una buona cosa.
«Ehy George! Ancora non mi hai detto a cosa stai lavorando» si illuminò Hermione, ricordandosi della loro conversazione avvenuta il giorno prima.
«E non ho intenzione di farlo» ridacchiò George, felice come una giuggiola nel vederla impazzire dalla curiosità.
Durante il tragitto di ritorno verso Hogwarts Hermione tentò di farsi dare qualche altra informazione sul suo lavoretto, ma senza successo. George in un modo o nell'altro evitava le sue domande facendo finta di non sentirle oppure cambiando prontamente discorso.

Intanto, sempre a Hogsmeade, un trillante Zabini e una stupita Ginny, si stavano recando a prendere qualcosa da mangiare ai Tre Manici di Scopa. Blaise era irrefrenabile; aveva incominciato a chiacchierare da quando si erano incontrati al portone della scuola e non aveva più smesso. Non che a Ginny desse fastidio, s'intende, anzi il ragazzo la faceva sbellicare dalle risate.
«Non ci posso credere, Zabini!» esclamò divertita Ginny, dopo un'altro dei racconti di Blaise. «Sei matto da legare!»
Zabini fece una finta faccia offesa. «Preferisco il termine: "Uomo dalle mille risorse".»
«Okay, "Uomo dalle mille risorse", che ne dici di accelerare un po' il passo? Sto letteralmente morendo di fame.» 
Questa volta fu il turno di Zabini di ridere, mentre iniziava una corsa sfrenata per arrivare per primo alla locanda. La rossa, confusa, partì a sua volta, ma con qualche secondo di svantaggio e così quando arrivò ai Tre Manici di Scopa con il fiatone e un dolore al petto, trovando il caro 'uomo dalle mille risorse' appoggiato con non-calanche alla muro, come se non avesse fatto quasi cinquanta metri in un poco più di un minuto. Avrebbe voluto con tutto il cuore, lanciargli contro un qualche incantesimo che gli avesse fatto scomparire quel sorrisino vittorioso dalla faccia.
«Non credevo fossi così lenta, Rossa.» la schernì Blaise avvicinandosi all'entrata.
«Io sarò anche lenta, ma almeno non mi si sono bucati i pantaloni mentre correvo.» rispose a tono lei, piccata.
Il moro sbiancò, per quanto sia possibile alla sua pelle super abbronzata, portandosi una mano a toccare il tessuto dei pantaloni, dove, per fortuna, non c'era strappo alcuno.
Fece un sospiro di sollievo e poi, guardando l'espressione divertita della ragazza, non poté fare a meno di scuotere la testa, sconsolato. «Altro che grifondoro, Donna. Tu sei una vera serpe!» borbottò fingendosi nuovamente offeso.
Ginny però lo contraddì, «Ti sbagli, Zabini. Questo si chiama orgoglio grifondoro.» e senza dagli il tempo di controbattere aveva già varcato la soglia del locale e si era accomodata ad un tavolo. Ordinarono una burrobirra e una fetta di crostata al lampone per Ginny e un whisky incendiario e torta di mirtilli per Zabini. Chiacchierarono del più e del meno fino a quando la conversazione non arrivò sull'argomento Draco Malfoy e Hermione Granger.
«Non posso credere che la difendi!» lo sgridò Ginny, battendo una mano sul tavolo.
«Non la sto difendendo, Ginevra, e anche se fosse, non è questo il punto.» spiegò con calma Blaise. «Ne tu, ne Potty, ne Lenticchia potete scegliere al posto suo. È la sua vita. La Granger è abbastanza grande per prendere le sue decisioni e se lo ama, non c'è nulla da dire o fare. Dovete accettarlo.» 
«No! Lei non lo ama! Zabini! Non può, amarlo. È un Mangiamorte!» protestò la rossa, addentando un pezzo di crostata.
«Ginevra, ti prego calmati. Capisco che per te è difficile, ma lui era un Mangiamorte, perché adesso non può ricevere il vostro perdono?» ostentò un sorriso Blaise.
«Zabini... Lui ha scelto. Ha fatto entrare i Mangiamorte a scuola. E ha fatto la scelta sbagliata, come Hermione a sua volta a sbagliato a non curarsene.»
«Sai Ginevra, ci sono sempre ragioni giuste per fare cose sbagliate.»

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