Okay, Neville era scandalizzato. Per un attimo ebbe il terrore che quella ragazza che aveva seduta di fianco non fosse la sua vecchia amica, la sua Hermione. Forse, si ritrovò a pensare, era un'altra ragazza con la pozione polisucco, perché, diciamoci la verità, l'Hermione che conosceva non avrebbe mai alzato le mani su qualcuno, non sarebbe mai andata a letto con Draco Malfoy, queste cose non avrebbe mai nemmeno osato immaginarle , per la barba di Merlino!
"Draco Malfoy" quel nome aveva scosso persino lui.
Come biasimarlo però? La zia di Draco, Bellatrix, aveva torturato i suoi genitori fino alla pazzia, aveva ucciso Sirius e Dobby e come dimenticare che aveva cruciato anche lei. Quei pensieri lo fecero quasi arrabbiare, ma poi notò lo sguardo teso e preoccupato della sua amica e allora la riconobbe, si era proprio lei, la strega più brillante della sua età, che lo fissava preoccupata in attesa di una sua reazione: negativa o positiva che sia.
Non provò nemmeno a chiederle qualche spiegazione, si limitò ad abbracciarla per farle capire che lui era con lei, e che ci sarebbe stato fino alla fine.
«Grazie, Neville.» gli sussurrò la giovane in un orecchio, ricambiando prontamente l'abbraccio. Erano stati i secondi più lunghi della sua vita.
«Non devi ringraziarmi. Anche se io non lo avrei mai scelto per stare al tuo fianco, non significa che sia una persona indegna di esserci. Non è colpa sua se sono successe quelle cose è questo lo dirò fino alla morte. Ti voglio bene.» fu la risposta del ragazzo.Oltre al fatto che erano quasi le tre del mattino, e che tutto il dormitorio serpeverde fosse ancora in piedi, Draco quando rientrò nella sua camera era più sveglio di un animale notturno. Era felice come un fringuello e nonostante non avesse l'ombra di un sorriso in volto glielo si leggeva chiaramente negli occhi. Signore e signori questo era l'effetto che una certa Sanguesporco faceva su di lui. Nemmeno tutte le sue costosissime e pregiatissime camicie sparpagliate brutalmente sul pavimento, il suo profumo preferito rotto in mille pezzi sopra il comodino, la foto sua con i suoi genitori buttata ai piedi del suo letto su cui ,in quel momento, russava Blaise, sembravano rovinargli quell'attimo di pura beatitudine.
Gli ci volle qualche attimo in più per focalizzare veramente ciò che i suoi occhi stavano guardando già da un po', e tutta la sua allegria scomparve in uno battito di ciglia. Solo in quel momento comprese che tutte le sue costosissime camicie, il suo profumo preferito, la sua foto con i propri genitori, erano ROVINATI. La sua tremenda furia si abbatté ovviamente sul giovane che dormiva indisturbato — ancora per poco — nel suo meraviglioso letto verde.
«Blaise Zabini!» strillò come un'oca, facendo svegliare il povero disgraziato che cadde con un tonfo sul pavimento. I suoi soliti furbi occhi blu fissarono il biondo con uno sguardo da pesce lesso, come se non avesse la minima idea di chi fosse quella persona che si trovava dinnanzi a lui. Draco non sembrò apprezzare questa finta scenetta del moro perché afferrandolo per un braccio lo costrinse ad alzarsi. Era un'impressione sua o era più basso del solito?
«Zabini vuoi spiegarmi cosa caxxo hai fatto alla mia roba?» continuò ignorando lo stato sconcertato di Blaise che, oltre ad essere più basso, sembrava aver perso anche quella solita perfidia presente in ogni sua mossa, tipica dei serpeverde.
Blaise non rispose, continuando a fissarsi la punta dei piedi, gesto che fece — se possibile — arrabbiare ancora di più Draco.
«Ascoltami bene: non so che tipo di giochetto tu stia facendo, ma ti giuro che fare il finto cretino non ti aiuterà. Non con me. Quindi adesso dimmi cosa ti è passato per quella zucca vuota oppure ti schianto.» la sua voce era gelida come se dalla sua bocca fossero uscite solo parole fatte di ghiaccio, ma Blaise non accennò a muoversi o a dare un segno di aver ascoltato quanto gli era appena stato detto. E lo Stupeficium arrivò. Arrivò come un lampo che si infranse contro il corpo del ragazzo, scagliandolo dall'altra parte della stanza.
«Non fatemi del male, vi prego.» implorò il moro, mentre tra i suoi scintillanti occhi azzurri scorrevano delle lacrime.
Era successo qualcosa.
Blaise non avrebbe pianto per nulla al mondo, tantomeno davanti al suo compagno di stanza; era sempre stato un tipo eccentrico, orgoglioso, elegante, rumoroso e sfottente, questo che aveva davanti era, si uguale a lui, ma aveva il carattere di una pecora.
«Chi sei tu?» sibilò Draco avvicinandosi al giovane rintanato nell'angolo della stanza, ma, mentre stava per puntargli nuovamente la bacchetta alla gola, la porta si spalancò facendo entrare Blaise in tutto il suo splendore. La mascella del biondo era arrivata al pavimento; due Blaise.
Due....Blaise.
D U E B L A I S E.
Il suo incubo peggiore si era appena avverato.
Due Blaise.
Non poteva essere vero.
Due Blaise uguale due compagni di stanza fastidiosi, rumorosi e narcisisti.
Tante volte aveva fatto quell'incubo Draco e quando si svegliava ringraziava ogni Santo possibile che non fosse vero, anche se poi le sue giornate erano comunque schifose, però nella realtà non avrebbe potuto sopportarlo. No, no e poi no.
«Chiudi quella bocca, caro. Ci entreranno le mosche.» cantilenò Zabini con voce melodiosa, sfoderando il suo miglior sorriso.
Si, senza dubbio era lui quello originale.
«Zabini, ma cos... Chi è quello?» Draco fece un cenno con il capo per indicare quello che stava ancora rannicchiato su se stesso.
«La mia controfigura!» esclamò Blaise come se fosse la cosa più ovvia del mondo, dopotutto ogni essere umano assume la propria controfigura e la fa gironzolare nella scuola al posto proprio, no?
«La tua cosa?!» il biondo si passò una mano tra i capelli tirandone la radice, segno che avrebbe voluto dire qualche altra cosa ma si stava trattenendo.
«La mia controfigura! Non crederai mica che, con tutte queste feste che stiamo organizzando nella nostra sala comune, io mi svegli alle 6 del mattino per le lezioni?! Devo dormire minimo dieci ore, oppure il mio bellissimo faccino potrebbe risentirne, capisci? Ed è qui che entra in gioco Bize; mentre io dormo, lui va a lezione e prende ottimi voti al posto mio. Semplice no?»
Incredibile ma vero. Blaise era riuscito a far sembrare una cosa normalissima e scontata il fatto che tenesse una sua copia spiccicata in camera.
«Bize?»
«Bize Labainis, è il suo nome. L'anagramma del mio.» spiegò l'altro con non-calanche.
Draco fece finta di non aver sentito e si buttò a peso morto sul suo letto, incrociando le mani dietro la nuca e socchiudendo gli occhi, come se fosse solo un altro dei suoi orribili sogni.
«Zabini, tieni quel coso lontano dalla mia roba. Se si avvicinerà un'altra volta alle mie cose ti giuro che lo ucciderò con le mie stesse mani e poi brucerò tutte le tue giacche firmate.» aggiunse.
Blaise, o forse era Bize, fece un sorriso a 394 denti e si accomodò sul proprio letto.
«Draco? Dormi?» lo chiamò qualche minuto dopo.
«Era mia intenzione, ma a quanto pare dovrò rimandare, sbaglio?» ironizzò Draco che dopotutto avrebbe volentieri rinunciato al sonno, se l'alternativa era strangolare il suo amico.
«Non ti sbagli.» rispose Blaise «Volevo chiederti come va con la Granger...»
«Vuoi la verità? Non ne ho la minima idea, quella donna è riuscita a prendere tutta la mia razionalità e l'ha mandata a farsi benedire. È come volare su una scopa a tutta velocità e poi trovarsi un muro davanti. Non so come spiegare, non so se la amo.»
«Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la riposta.» fece il moro, e senza aggiungere altro, si alzò dal suo letto, afferrò il suo lemure, lo mise dentro una borsa di pelle di Drago, se la mise sotto braccio e uscì a testa alta dalla stanza. Lasciando Draco sotto shock, ovviamente. Non tanto per il lemure, anzi a quel topetto ci si stava abituando e a dirla tutta, dopo che aveva rosicchiato tutte le mutande di Theodore, era entrato nelle sue grazie, il problema però era la frase che aveva appena detto."Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta."
Ma se le sognava di notte queste frasi di scena, per farlo impazzire?
Conoscendolo forse si.
Ormai Draco ci aveva fatto l'abitudine al pensiero che amasse Hermione, ma se addirittura ci era arrivato Blaise... quanto tempo sarebbe passato prima che tutti si rendessero conto di quello che sentiva?
Non temeva che lo scoprisse la grifondoro, perché pur essendo la strega più brillante della sua età, e pur sapendo comprendere alla perfezione i libri, non riusciva a capire i sentimenti delle persone, nemmeno se la riguardavano. O almeno non riusciva a capire i suoi.
Ma Blaise, Oh Blaise... sarebbe stato la sua condanna a morte o il suo biglietto per il paradiso.«Allora, Severus? Cosa hai di così importante da dire da far ritardare la nostra missione sulla Dianica?»
Era stato Dimitri a parlare, comodamente stravaccato sulla sedia dietro la cattedra, con il suo solito tono superiore. I suoi occhi rossi brillavano come rubini mettendo in risalto i capelli neri che quel giorno sembravano ancora più perfetti del solito, la camicia leggermente sbottonata lasciava intravedere il petto muscoloso e dal modo in cui tamburellava le dita sulla gamba, si poteva dedurre che non era molto contento.
«Non potete portare via la signorina Granger.» annunciò il professore sotto lo sguardo sconsolato della McGranitt che, seduta vicino alla sua ex alunna, osservava in silenzio.
«È perché no? sentiamo.» Dimitri prese un lungo sorso del liquido giallognolo che si trovata nel calice vicino alla sua poltrona, con molte probabilità whisky incendiario.
«Malfoy. Il ragazzo biondo ve lo impedirà.» Piton sembrava serissimo al contrario del suo interlocutore che aveva iniziato a ridere, ma senza ironia, infatti subito dopo si fece di nuovo serio «Un ragazzino non può competere con me. Nessuno può farlo, tantomeno quel marmocchio platinato.»
«Draco può invece.» intervenne la McGranitt; nel suo sguardo c'era di nuovo quella scintilla combattiva, una strana luce, quella che si accende quando si tratta dei suoi alunni, una sorta di spirito di madre che la fa riempire di amore, orgoglio, ma soprattutto coraggio, perché quando aveva quello sguardo nessuno avrebbe osato toccare i suoi preziosissimi ragazzi senza pagarne le salate conseguenze.
«E come...Minerva?» la punzecchio Dimitri marcando con forza il suo nome.
«Hermione e Draco sono uniti da una sorta di legame indissolubile. Portala via e lui sarà il tuo incubo peggiore, feriscilo e lei ti ridurrà in cenere. Il loro non è solamente amore, è destino. Sono destinati, e sappiamo benissimo che nemmeno tu puoi competere con il Destino, Dimitri.»
Il silenzio era calato nella stanza. Piton era immobile come una statua, nessuna espressione sul volto, Dimitri era rosso di rabbia sotto lo sguardo preoccupato di Evangeline e la McGranitt sorrideva vittoriosa, la testa in alto e lo sguardo superiore.
«Dobbiamo rompere il loro legame.» sentenziò Evangeline «E io so come fare.»
Tutta l'attenzione era puntata sulla giovane donna dai capelli neri come la notte.
«Per spezzare il loro legame c'è bisogno che qualcuno muoia, qualcuno di importante, qualcuno la cui morte faccia così tanto scalpore da poterci dare il tempo di portarla via via. Una volta arrivati al nostro villaggio dovremmo procurarle altro dolore, ma questa volta fisico. Ogni volta che penserà al ragazzo, cosa che noi potremmo sapere grazie ai poteri di mio fratello, sentirà così tanto male da rimpiangere di averlo conosciuto e piano piano il suo amore verso di lui scomparirà.» spiegò lei aggiustandosi le pieghe della gonna.
«E Mr. Biondo Platino come pensi di fermarlo?» domandò suo fratello.
«Al ragazzo basterà sapere che la sua amata è felice di andare e che tornerà da lui, poi quando passeranno gli anni e lei non sarà tornata lui inizierà ad odiarla.»
«Perfetto sorellina, sei un genio. Domani inizieremo il nostro piano, intesi?» lanciò un'occhiataccia ai due professori che a loro volta si guardarono impotenti, «Intesi» risposero.*Angolo autrice*
Eccoci qui ragazze.
La storia sta per concludersi... Questione di pochi capitoli. Scusate se non aggiorno spesso ma con la scuola e gli esami in prossimità non ho un attimo libero. Comunque volevo sapere se la storia vi piace e che ne pensate fino a questo punto... Lasciate un commento se vi va <3
Vi voglio bene, grazie di leggermi sempre.
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Together
FanfictionIl destino di Hermione è segnato. Dovrà fare conti con la sua natura di strega "speciale" e con quella pietra rinchiusa nel suo anello, che la lega a un certo ragazzo dagli occhi color tempesta. Tutta colpa loro o di quell'anello e di quel medaglio...