22.

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*Se vi va passate a leggere la mia nuova storia. È sempre una Dramione anche se i personaggi principali sono Harry e Hermione. Si chiama "Caro Harry...". Ora vi auguro una buona lettura <3*

Quella mattina del 28 dicembre Ginny aveva un mucchio di domande in testa. Era arrabbiata e allo stesso tempo preoccupata per Hermione.
La sera scorsa infatti la riccia si era sentita molto male, ma quando Ginny era andata a chiamare Madama Chips l'aveva ritrovata addormentata fra le braccia di Malfoy e aveva dovuto inventare una scusa credibile da rifilare alla donna.
Cosa ci faceva lui nel suo letto? Perché era andato da lei? Perché Hermione non l'aveva cacciato a calci? Troppe domande e poche risposte.
Però non si aspettava di ritrovarselo pure il giorno dopo. Infatti quando si era svegliata aveva trovato il ragazzo ancora steso sul letto dell'amica che teneva stretta dalle braccia. Sembravano due fidanzati. Ma a Ginny questo non stava bene.
Uscì facendo il meno rumore possibile, non che le importasse il sonno del furetto, ma non voleva trovarsi in situazioni imbarazzanti.
Arrivata in sala grande si sedette tra Blaise e Harry. C'erano tutti, nessuno escluso. Mancavano solo quei due.
«Ginny, hai visto Hermione?»
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, Harry il SUO ragazzo non perdeva occasione per parlare di Hermione. Merlino, era o non era lei la sua ragazza?
Hermione di qua, Hermione di la. Ma questa volta ne aveva fin sopra i capelli.
«BASTA.» esclamò esasperata richiamando l'attenzione di tutti su di lei. «Sono io la tua ragazza, Harry! Per Godric! Devi sempre parlare di lei! Caxxo. Io non ho mai importanza per te? - stette zitta per un momento - Ah, vuoi sapere dove sta la tua Herm? STA DORMENDO ABBRACCIATA A QUEL FURETTO DI MALFOY. Contento?!»
Pansy e Ron per poco non si strozzarono col succo di zucca, mentre Blaise ridacchiava sotto i baffi; quella si che era una donna.
Harry non aveva parole. Non era tanto per il fatto di Hermione, ma per come Ginny l'aveva detto. Insomma, ok....poteva anche avercela con lui, ma spifferare un segreto così non era assolutamente da lei. La riccia sarebbe andata in escandescenza a breve.
Ma il moro non rispose, si limitò ad annuire arrabbiato mentre si alzava da tavola e si dirigeva verso il suo dormitorio. Prima di andarsene però le aveva sussurrato all'orecchio a voce talmente bassa che nessuno poté udirla due parole che la distrassero; «È finita.». L'aveva lasciata.

Mentre in Sala Grande succedeva tutto ciò, nella stanza di Hermione il ragazzo dai capelli biondi si era appena svegliato. Non sapeva nemmeno lui il perché del sorriso da fringuello che aveva stampato in faccia, nel vedere la ragazza che dormiva serena fra le sue braccia.
Gli venne l'istinto di baciarla, ma dovette trattenersi, infondo era colpa sua se stava passando l'inferno in quei giorni perché lei non gli rivolgeva la parola.
Ma era bella, dannatamente bella.
Si avvicinò cautamente finché non fu a un centimetro dal suo collo dove lascio una scia di piccoli baci. Hermione mugolò scoprendo il più possibile il collo così da avere maggiore piacere, tanto stava dormendo. Non poteva sapere cosa fare, giusto? Sbagliato.
Non stava dormendo. Non più, almeno.
«Buongiorno» le sussurrò con voce roca facendola rabbrividire.
Hermione sorrise e con una mano gli accarezzò il volto che si trovava poco distante dal suo. «Buongiorno». Un leggero bacio. Uno sfiorarsi di labbra.
«Mi — un bacio — piace — un'altro bacio — questo risveglio — ancora un'altro —» gli disse con un tono tra l'assonnato e il dolce.
«Non sai quanto piace a me.» rispose lui catturandole il labbro inferiore con i denti.
«Attenta che potrei abituarmici.»
Hermione soffocò una risata e gli prese i viso tra le mani per avvicinarlo maggiormente a se e Draco non perse tempo a modificare le posizioni, fu sopra di lei in un attimo intento a riempirla di dolci attenzioni.
«Draco..» lo richiamò dopo nemmeno 27 secondi.
«Mmmh?»
«Dobbiamo andare a fare colazione.»
«Non mi va... Voglio restare qui, con te.» la implorò con lo sguardo ma lei era già saettata in piedi a raccattare pezzi della divisa sparsi sul pavimento, ieri li aveva lanciati per la stanza a puro caso, troppo era il dolore che aveva.
Draco continuò a seguire ogni suo movimento, da come raccoglieva la gonna a come sistemava il libro sul comodino, poi si ricordò della sera prima.
«Che ti è successo ieri?» le chiese serio.
«Stavo male, te l'ho già detto.»
«Intendevo ieri mattina. Mi hai detto che mi avresti spiegato, oggi.» insistette.
Hermione sapeva che non c'erano possibilità di tenerglieli nascosto, provò inutilmente a pensare a qualche strategia ma era tutto tempo sprecato. Inutile mentirgli.
«Io.. Beh... Godric! È difficile da spiegare..» blaterò sconnessa. «Vieni in bagno!»
Draco se pur titubante decise di non fare domande e la segui silenzioso mentre lei si sedeva sul pavimento e apriva di rubinetto del bidè. Lo guardò negli occhi poi si concertò sull'acqua che scorreva silenziosa.
Allungò una mano e senza toccarla essa assunse forme strane, iniziò a fluttuare in aria e poi allo sciocco delle dita della ragazza evaporò.
Il biondo non aveva parole; Hermione era una Dianica.
Non sapeva molto su questo tipo di streghe, anzi credeva fosse una vecchia leggenda di paese, ma ora trovarsi davanti una strega capace di controllare gli elementi. Wow. La rendeva ancora più speciale, ma lei dalla sua espressione non sembrava nemmeno un minimo più orgogliosa di quanto lo fosse lui, anzi.
Provò inutilmente a incontrare il suo sguardo anche perché lei lo teneva fisso sul pavimento, come se avesse appena fatto una cosa orribile. Draco le si inginocchiò davanti e le prese il viso tra le mani, «È meraviglioso» disse.
«È una cosa orribile...» lo corresse disgustata da se stessa.
Perché Draco non capiva che mostro che era? Riusciva a controllare i quattro elementi a suo piacere senza l'uso della bacchetta, dire che era terrorizzata era niente.
«Granger, sei una Dianica! Per Salazar! È una cosa rarissima! Non sei felice?»
«Tu la chiami rarità.. Io diversità. Perché devo sempre essere io quella diversa?»
Adesso aveva capito anche lui dove stava il problema.
«Tu non sei...diversa»
«Andiamo Draco! Piantala. Tu sei sempre stato il primo a giudicarmi. Sono una mezzosangue! Sono la so-tutto-io! Sono anche una Dianica!»
Non era vero.
Non più.
Non ora.
«Hermione...» prese un lungo respiro. «Tu non sei diversa, sei unica.»

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